Capitolo 19

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"Eiii, ma cosa fai. Restiamo ancora un altro po'" - mi supplica la mia amica liberandosi dalla presa.
"No Emma, che palle. E poi non sai cos'è successo" - dico per attirare esclusivamente la sua attenzione.
Riesco nel mio intento e, strada facendo, le racconto di quell'orribile incontro con il ragazzo al bar di cui avevo già quasi dimenticato il nome.

LORENZO'S P.O.V.
Durante il mio pedinamento a danno di quel maledetto Fanti, sono venuto a scoprire da qualche ragazzino che questa sera ci sarà una festicciola in un locale che a me già noto.
"Sicuramente ci sarà anche quel pezzo di merda con la sua nuova fidanzatina" - pensai non appena mi dissero di quella festa.

Appena entrato nel locale, mi posiziono vicino il bar in modo tale da vedere qualsiasi movimento: chi entra, chi esce, chi si allontana in luoghi appartati.
"Bingo" - sussurro quando vedo entrare la ragazza di Fanti.
Stranamente non è con lui, ma non un'altra ragazza. Una sua amica, suppongo.
Sono entrambe due fanciulle molto carine, peccato la rossa sia fidanzata.

Rimango ancora un po' lí ma, quando vedo che la ragazza di Fanti si siede al bancone da sola, non perdo occasione per fare quattro chiacchiere con lei e raccogliere qualche altra informazione.

È di poche parole, infatti ce n'è voluto di tempo prima che cacciasse qualche parola da quella boccaccia: sembra che sia spaventata da me, ma io non voglio farle del male...per adesso.
Non appena le rivolgo una domanda scomoda sul suo stato sentimentale, inventa una scusa per andarsene.
"Che maleducata, proprio come il suo ragazzo" - penso tra me e me.

La vedo trascianare letteralmente la sua amica fuori dal locale: le due si trattengono un po' e poi spariscono nella notte.

Esco di fretta anch'io dal locale per non perderle di vista.
"Eccole, le vedo ancora" - sussurro stringendo un po' gli occhi per contrastare la mia miopia che, ormai, mi tormenta da anni.
Decido di seguirle, o meglio, di seguire Federica, la ragazza di Fanti: mi potrebbe tornare utile il suo indirizzo di casa, magari a Fanti farebbe piacere ricevere un bello scherzetto un giorno.
Corro velocemente verso il marciapiede opposto a quello sul quale stavamo camminando le due ragazze e, a passo scostenuto, cerco di seguirle fino a quando mi è possibile.

Poco dopo arrivo in una via piena di villette a schiera: vedo le due ragazze entrare in una di queste e chiudersi la porta dell'abitazione alle spalle.
Quando sono definitivamente dentro, mi avvicino furtivamente per vedere il numero civico: 6, numero 6.
"Bene" - dico a bassa voce con malizia.
Appunto la via e il numero civico su un taccuino che porto sempre nella tasca dei miei pantaloni: via Roma, numero 6.

Poi, mi guardo attorno per assicurarmi che nessuno a sua volta mi abbia seguito o abbia motato qualcosa di strano in me: tutto normale.
Riprendo dunque a camminare e torno indietro verso la mia macchina.
"Bel lavoro, Lori. Bel lavoro" - mi complimento con me stesso continuando a camminare e a fissare il taccuino sul quale avevo appuntato quelle cose.

FEDERICA'S P.O.V.
"Sarà stato il tipico ragazzo da discoteca morto di fi-" - dice la mia amica Emma ripigando i suoi vestiti in modo ordianato.
"EMMA!" - la rimprovero per quello che stava per dire.
"Comunque, era strano" - riprendo il discorso dopo aver tirato un cuscino alla mia amica.
"Secondo me aveva una pistola nella testa dei pantaloni- continuo - Era come se stesse custodendo qualcosa"
"Ma va Fede, cosa dici. Guardi torppi film, secondo me" - dice Emma infilandosi sotto le coperte.
"Okay, forse non era una piatola. Ma sono sicura che aveva qualcosa in tasca, qualcosa per la quale aveva paura di essere scoperto"
"Si, guardi decisamente troppi film. E adesso buonanotte" - quasi urla la ragazza bionda spegnendo la luce.
"Ma anche tu hai avuto come la senzasione che qualcuno ci stesse seguendo orima?" - le domando dopo qualche minuto riaccendendo la luce.
"Basta, Federica. Ma cos'hai questa sera?" - si lamenta lei.
"Andiamo a dormire, su forza" - mi rimprovera.
"Devi prima raccontarmi cos'è successo tra te e Simone" - dico io opponendomi alla sua proposta di dormire.
"Sono troppo stanca. Domani ti dico tutto, te lo prometto" - dice Emma con la voce già  impastata dal sonno.
Io sbuffo solamente e spengo nuovamente la luce in segno di resa.
Peró, una cosa è certa: io non guardo troppi film!

Quel ragazzo con le piumeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora