Capitolo 15

33 1 0
                                    

Una volta tornata a casa, decido di sentire Filippo via telefono dato che, come sempre, non ho avuto la possibilità di salutarlo fuori scuola per via di quello stupido accordo di cui avrei voluto discutere con lui proprio oggi pomeriggio.
Compongo il suo numero sulla testiera e avvio la chiamata.
Dopo qualche secondo la sua voce si sostituisce a quegli squilli continui e noiosi.
Passarono diversi minuti prima che decidessimo di vederci a casa sua poco dopo.
Filippo voleva sapere a tutti i costi di cosa avrei voluto parlargli, ma io sono riuscita a trattenermi e a non anticipargli nulla nonostante le sue preghiere.

Appena giungo davanti la porta di casa di Filippo mille dubbi mi assalgono: e se non riuscissi a trovare le parole giuste? E se fraintendesse tutto? E se non riuscisse a capirmi? E se finissimo per discutere?
Ecco, era prioprio questa la mia paura piú grande: non voglio per nulla al mondo discutere con lui per una cosa cosí stupida.
Ma sono arrivata quasi al limite della sopportazione: mi sento oppressa, come se non potessi essere me stessa al cento per cento.
Devo stare attenta ad ogni minima cosa per non destare sospetto in chi mi circonda e questo mi fa davvero uscire fuori di testa.

Cerco di abbandonare questi brutti pensieri, mi faccio coraggio e suono il campanello...pentendomene subuito.
Poco dopo la figura di Filippo mi si presenta davanti gli occhi: è a petto nudo e attorno alla vita ha un ascigamano che lascia scoperti i suoi addominali bassi decisamente parecchio scolpiti.
Rimango letteralmente ammaliata dalla quella figura che il mio sguardo si è ormai inchiodato sul suo petto muscoloso.
Allo stesso tempo, peró, sono imbarazzata così giro leggermente il viso verso sinistra per evitare di continuare a fissarlo e farfuglio una breve frase.
"Scusami io non - " - vengo interrotta dalla risatina di Filippo.
Ma cosa c'è da ridere? Prima mi mette in imbarazzo e poi...
"Sono appena uscito dalla doccia, devi scusarmi. Ma credo ti abbia fatto piacere trovarmi cosí" - dice lui facendomi l'occhiolino.
Intanto noto che il suo petto è ancora umido e immagino di essere una gocciolina d'acqua che scorre su quel busto scolpito o su quel viso liscio coperto da un leggero velo di barba.

"Allora? Di cosa volevi parlarmi?" - mi domanda uscendo dalla sua stanza vestito e sistemato.
Quando, poi, mi raggiunge definitivamente, si ferma davanti a me e mi lascia un tenero bacio sulle labbra accendendo in me quella solita voglia di prolungare il bacio fino a perdere il fiato.

"Oggi fuori scuola ci guardavamo un po' troppo forse..." - dico io.
"E certo! Ma ti sei vista? Sei uno schianto"
"Dai Fil, ma cosa dici" - rispondo imbarazzata lanciandogli un cuscino che avevo trovato sul divano.
Continuiamo a stuzzicarci per un po', poi riprendo il discorso avvertendo una leggera sensazione d'ansia che continua a lacerarmi l'anima.
"Ed Emma questo l'ha notato" - sospiro.
"Mi ha chiesto di noi" - continuo.
Vedo l'espressione di Filippo cambiare totalmente: i suoi occhi sono diventati freddi e il suo viso pallido.
Ma perchè fa cosí?
"Cazzo" - lo sento imprecare mentre cerco di proseguire il discorso.
"Io ovviamente ho negato tutto, ma credimi Fil, questa situazione non va piú bene. Io mi sento oppressa, frustrata. Sono stufa di dover nascondere questa relazione a tutti, anche alla mia migliore amica. Ho sempre un chiodo fisso qua, nella mente, che sei tu. Sei tu il mio chiodo fisso e io voglio che tutti sappiamo quanto bene ti voglio e quanto tu sia importante per me" - dico velocemente a causa dell'agitazione.
Sento che quella parole hanno in qualche modo toccato Filippo, perchè vedo che mi sorride dolcemente e mi accarezza i capelli sistemandomeli dietro l'orecchio.
"Fata, io ti capisco. Ma non possiamo" - dice mostrando tutta la tristezza che ha dentro.
"Non possiamo perchè sai cos'ho passato e sai quanti rischi potresti correre anche tu"
Filippo mi aveva raccontato che in passato aveva avuto dei problemi con un certo Lorenzo Galli che gli avevo fornito della roba tempo prima.
Lui non era riuscito a pagarla subito poichè non aveva abbastanza soldi: ma, quando a fine mese era riuscito ad accumulare qualcosa, quei disgraziati pretesero di piú e solo se Filippo gli avesse  dato ció che volevano, loro lo avrebbero lasciato in pace.
Nonostante la cosa sia andata a buon fine, Filippo mi ha confessato che ha paura che prima o poi si ripresentino e gli provochino del male.
Capisco la sua paura e lo appoggio pienamente.
Ma sono sicura che non succederà nulla: ormai lui ha chiuso con quella roba e soprattutto con quella gentaglia.
Perchè mai dovrebbero fargli ancora del male?
O perchè mai dovrebbero farlo a me?
D'altronde da due anni a questa parte non è successo nulla...che io sappia.
"Filippo, ne abbiamo parlato già tante volte. Non succederà nulla" - dico un po' seccata.
"Ti prego, Fata"
"No, Filippo. Devi smetterla di essere cosí paranoico, tu non sai quanto io stia male per questa cosa" - confesso.
"Io non sono paranoico, cazzo. Ascoltami per una volta" - mi urla contro.
Non si era mai permesso di alzare la voce con me in questo modo, ed un Filippo cosí arrbiato mi fa davvero paura.
"Capisci di che gente si tratta?" - mi domanda mantenendo alto il suo timbro.
"Filippo, calmati. Perchè ti agiti cosí tanto?" - lo imploro di calmarsi e affrontare la situazione piú serenamente.
"Rispondimi. Capisci di che genete si tratta, si o no?" - continua ad urlare lui mentre si alza di scatto dal divano sul quale eravamo seduti.
"Si..." - ammetto mentre sento che le lacrime si stanno accumulando nei miei occhi.
"E allora questo inutile problema non doveva neanche passarti per l'anticamera del cervello" - mi rimprovera lui continuando ad urlare.
"Inutile? Ti pare inutile una cosa del genere?" - e adesso urlo io cercando di prevalere sul suo possente timbro di voce.
"Tu non sai cosa provo ogni volta che ti vedo e non posso baciarti, abbracciarti, toccarti, sfiorarti o semplicemente guardarti. Io mi sento male e mi sembra di essere chiusa in una gabbia. Io voglio essere me stessa, Filippo. Io ora sono felice e voglio che tutti sappiano che la mia felicità dipende esclusivamente da te"
Sento le lacrime rigarmi il viso e giungere fino alla mia bocca: le assaporo e imito una smorfia di disgusto dopo aver capito che sono salate.
"Io ti capisco perfettamente, Federica. Credimi" - dice abbassando nuovamente il tono di voce e tornando vicino a me.
"Queste non sono solo mie paranoie, te lo giuro. Cerca anche tu di capire me. Ascoltami, ti prego"
Con i suoi grandi pollici asciuga le lacrime che poco prima erano scese dai miei occhi stanchi e, accarezzandomi la testa, comincia a sussurrare ripetutamente "ti prego".
"Ti prego"
"Ti prego"
"Ti prego"
"Fallo per me" - aggiunge infine.
Poi il silenzio: questo momento mi permette di riflettere intensamente qualche secondo su quanto era appena successo.
Sono capace di rinunciare ad un semplice capriccio per amore di Filippo?
Sono disposta a tenere nascosta la nostra relazione solo per difenderci da chissà chi o chissà cosa?
Sono stata sincera con lui?
Tengo talmente tanto a Filippo che metterei davvero da parte il mio orgoglio?
La risposta a tutte queste domande è indubbiamente .
Sono e sarò capace di rinunciare ad un semplice capriccio per amore di filippo.
Sono e sarò disposta a tenere nascosta la nostra relazione.
Sono e sarò sempre sincera con lui.
Metterò sempre da parte il mio orgoglio per Filippo.
Dopo aver speso qualche minuto a riflettere, lo guardo intensamente negli occhi sentendo i suoi bruciare lentamente su di me.
Questo contatto visivo mi piace, è diretto.
Poi, entrambi cediamo in un caldo abbraccio, in segno di resa e di pace.
essere circondata dalle sue braccia è la cosa più bella del mondo perchè ti danno forza e sicurezza.
Ed è proprio questo ciò di cui ho bisogno adesso.
Filippo mi da forza.
Filippo mi da sicurezza.
"Io ti appoggeró sempre, Fil" - gli sussurro nell'orecchio.
"Sempre"

Quel ragazzo con le piumeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora