Capitolo 20

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LORENZO'S P.O.V.
"Guarda qui" - dico al mio collega Giulio entrando trionfante nella nostra baracca.
"Un taccuino?"
Che sciocco.
"Ma proprio non ci arrivi eh?" - quasi gli urlo contro per la sua ingenuità.
Gli mostro allora la pagina sulla quale avevo scritto l'indirizzo di casa di quella ragazza mentre gli spiego come avevo fatto a scoprirlo.
"E ora possiamo dare inizio al vero piano" - affermo concludendo il discorso.
Non ottengo alcuna risposta da Giulio, se non un piccolo cenno fatto con la testa.
"Giuglio cazzo, sei o non sei dei nostri?" - sbotto urlando infastidito da come si sta comportando ultimamente.
"Si, si. Sono dei vostri" - risponde lui timidamente.
"Non mi sembri tanto convinto" - ribatto.
"Si che lo sono"
Sta cercando di mostrarsi determinato, ma non è mai stato bravo a fingere.
C'è qualcosa che non va in Giulio, è sempre più strano: prima era decisamente più partecipe, addirittura era lui ad organizzare i vari piani. Ora invece devo fare tutto da solo, e per di più il mio collega, nonché amico da una vita, non mi aiuta in nessun occasione.
Ma ora ho cose più importanti a cui pensare.
Devo prima sistemare questo maleducato di Fanti: non ci vorrà molto, questo è sicuro.
Solo dopo potrò occuparmi anche di Giulio e dei suoi problemi.

FEDERICA'S P.O.V.
La luce solare, dopo aver attraversato la finestra, giunge sino ai miei occhi facendomi svegliare.
Con i miei movimenti un po' goffi urto Emma, che sta dormendo proprio al mio fianco.
Anche lei si sveglia.
"Buongiorno" - sussurra ancora sbadigliando.
Ricambio pronunciando quella parola con la stessa grinta della mia amica, cioè pari a zero.

"Che si fa oggi?" - mi domanda la ragazza dai capelli biondi mentre mi spazzolo i denti dopo la colazione.
"Non ne ho idea, tu cosa vorresti fare?"
In realtà vorrei trascorrere l'intera giornata con Filippo: mi manca, devo ammetterlo.
Ma, allo stesso tempo, mi dispiacerebbe lasciare sola Emma: vorrà dire che per un giorno mi sacrificherò, ahimè.
"Avevo pensato di andare al cinema stasera e poi..." - propone la mia amica lasciando, però, incompleta la frase.
"E poi?"
"E poi...DISCOTECA!" - urla eccitata.
L'idea del cinema non mi dispicava affatto, mentre l'idea della discoteca...
"Emma..." - sospiro.
"Dai, ti preeego" - la mia amica ha già capito cosa avrei voluto dirle, cosí passa direttamente alle preghiere.
Sa che non amo quei posti e cosa fa? Propone di andare in discoteca.
"No" - dico mostrandomi fredda e irremovibile.
Ma questo teatrino dura poco, fino a quando, come sempre, non mi lascio convincere dalle preghiere di Emma.
"E vabene, andiamo" - mi faccio scappare questa frase facendo nascere un grande sorriso sulla bocca di Emma.
La mia amica rimane letteralmente a bocca aperta, ma allo stesso tempo è felice, lo vedo.

Per questa serata opto per un paio di shorts di jeans a vita alta, una maglietta bianca aderente e il mio solito paio di converse bianche.
La mia amica, invece, cura molto di più il suo outfit: indossa un tubino boredeaux che mette in evidenza le sue curve perfette, una cintura tappezzata di paiettes e un paio di sandali stile dea greca.
Scegliamo di fare la stessa acconciatura: i capelli mossi.
Lei, peró, lega il suo lungo couffo dietro la testa con un paio di forcine nere.
Io, invece, lascio cadere i miei capelli sulle spalle.

"Andiamo?" - mi domanda la mia amica.
"Si" - rispondo spruzzandomi addosso un po' di profumo.
Decidiamo di prendere un taxi per arrivare a destinazione più velocemente: durante il tragitto scrivo un messaggio a Filippo visto che non ci sentiamo da ieri.

Federica: "Fil, questa sera serata tra ragazze. Siamo solo io ed Emma. Mi perdoni?"
"Domani sono tutta tua" aggiungo in un secondo messaggio accompagnando questa frase con un emoji che fa la linguaccia.

Metto subito in tasca il telefono, ma alla mia amica non sfugge nulla.
"A chi scrivi?" - mi chiede guardandomi con aria maliziosa.
"Era mia madre; ci ha augurato una buona serata" - mento.
"Certo, tua madre" - ripete Emma mostrandosi, palesemente, poco convinta di ciò che avevo appena detto.
"Non era quel ragazzo piumato che fissavi davanti scuola l'altro giorno?"
"Ancora con questa storia?! - mi lamento - Non lo stavo fissando"
Emma si limita a darmi una pacca sulla spalla ed io mi rendo conte che, forse, è il caso di tenere gli occhi più aperti: non avrei voluto litigare un'altra volta con Filippo per lo stesso stupido motivo.

Appena scese dalla macchina ci fiondiamo letteralmente nel locale che avevamo scelto per trascorrere quelle serata per il troppo freddo: si trattava di una delle discoteche piú note della nostra città, se non l'unica.
Molti mostri amici vengono sempre qui perchè lo ritengo un "posto davvero figo".
Vedremo.

"Due cocktail, grazie" - dice la mia amica avvicinandosi al bancone del bar.
"Uno, Emma!" - la riprovero mantenendo basso il tono della voce per non essere sentita.
"Divertiti per una sera, dai!"
Forse ha ragione, dovrei lasciarmi andare per una volta e trascorrere una serata in un modo alternativo.

Le sorrido e inizio a sorseggiare la bibita che il barista aveva posato sul bancone qualche secondo prima: non male.
Appena il liquido fuoriesce dalla cannuccia e invade la mia bocca, sento un sapore amarognolo che subito dopo si trasforma in qualcosa di piú dolce: è fragola.
"Cos'è?" - domando ad Emma mentre, anche lei, sta sorseggiando il suo cocktail.
"Invisible alla fragola" - mi informa staccando la cannuccia dalle sue labbra.

Era davvero buono quel cocktail...tanto che ne ho presi altro due.
La testa mi balla un po' e sento la necessità di sedermi: gli occhi si stanno per chiudere ma io, allo stesso trmpo, ho una voglia pazza di ballare.
Non riesco a capire dov'è Emma: prima di allontanarsi credo che mi abbia sussurrato qualcosa all'orecchio, ma non ho ben capito cos'ha detto e ora mi ritrovo qui seduta su un divanetti da sola ad invidiare tutti coloro che sono in pista a ballare.
La musica mi penetra fin dentro le ossa ed io non posso proprio resistere: mi alzo di scatto e mi dirigo velocemente verso la console.
Inizio a scatenarmi e a muovermi a ritmo di musica: non so bene cosa io stia facendo a causa dell'alcol, ma sento che in qualche modo ho soddisfatto quella voglia di ballare che avevo.

Ad un tratto vedo un ragazzo avvicinarsi a me e cominciare a ballare senza sosta proprio come stavo facendo da ormai qualche minuto: lentamente mi si avvicina fino a quando i nostri corpi non si scontrano in movimenti sensuali.
Non so chi sia, ma non importa.
I miei pensieri sono totalmente offuscati a causa dell'alcol e oramai non capisco piú nulla.
Comincio a farfugliare qualche frase e a ridere a crepapelle senza un valido motivo quando sento una mano afferrarmi da dietro che mi costringe a voltarmi completamente.

SPAZIO AUTRICE:
Sssssalve a tutti! Questo capitolo è un po' lunghino o è solo una mia impressione?🤔
Fatemi sapere se vi sta piacendo la storia, sapete che a me fa solo piacere ricevere complimenti e critiche da parte vostra!
Passate una buona estate (e buonanotte ahaha)🌹

Quel ragazzo con le piumeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora