IRAMA'S P.O.V.
(flashback)Din don.
Qualcuno, inaspettatamente, suona il campanello facendomi sussultare.
"Strano, non aspetto nessuno e poi proprio ora che stavo per andare a dormire" - sbuffo mentre mi dirigo verso la porta.
Questa notte non ho chiuso occhio a causa di un forte mal di testa che non mi dava proprio tregua e pensare che qualche ora dopo mi sarei dovuto trovare a scuola mi faceva sentire ancora più male.
Voglio cercare di riposarmi almeno oggi pomeriggio, in modo tale da poter trascorrere un po' di tempo con Federica questa sera.
Ma a quanto pare non è possibile.Mi avvicino allo spioncino per controllare chi vi fosse oltre la porta d'ingresso, ma la persona che ha suonato poco fa è piú alta del previsto tanto che la sua faccia supera l'occhiello attraverso il quale posso vedere fuori.
"Sarà sicuramente una mia impressione, con tutto questo sonno arretrato" - penso continuando a guardare in quella fessura.
Decido di aprire e...chi mi compare davanti?
Un omone alto praticamente il doppio di me, con una muscolatura possente e delle mani grandi quasi quanto la mia stessa faccia.
Studio per bene quella figura: la scruto dalla testa ai piedi e, quando finalmente mi rendo conto di chi si tratta, sento mancarmi il respiro.
"Tu? Che cazzo ci fai qui?" - urlo cercando invano di spaventarlo.
Ma lui è irremovibile, lo è sempre stato in realtà.
"Sono venuto a farti una visitina, ragazzino. Non sei contento?" - ribatte lui spostandosi dalla porta al mio divano, come se fosse a casa sua.
Non ho mai sopportato quel Lorenzo Galli, neanche quando fingevamo di essere amici per passare inosservati in determinate situazioni.
Ha delle manie di protagonismo davvero poco tolleranti e per di più ci si mette anche il suo caratteraccio scontroso e malizioso.
"Io e te abbiamo chiuso da un bel po', in realtà. Avevi detto che ti saresti tolto dalle palle dopo aver ricevuto quella bella somma di denaro, e ora che fai? Ti presenti a casa mia per farmi un visitina, certo" - dico continuando a fissarlo con cattiveria.
"Ma come siamo cresciuti male, ragazzino. Non ti hanno insegnato le buone maniere?" - dice per infastidirmi.
Odio quando mi chiama ragazzino, perchè io non lo sono.
"Di certo non userò le buone maniere con te, lurido pezzo di m-"
La mia frase viene interrotta quando le sue manone si posano bruscamente sul mio collo, impedendomi quasi di respiare e parlare liberamente.
Sto lentamente soffocando: tento invano di liberarmi da quella presa, ma è praticamente impossibile spostare le sue mani dal mio collo.
Per fortuna, dopo qualche secondo, è lui a liberarmi ed io ringrazio Dio per averlo spinto a fare questo gesto.
"Vedo che ti stai frequentando con una bella ragazza. Raccontami un po', come si chiama?" - continua a provocarmi.
Cosa? E lui come lo sa?
Gli porgo questa stessa domanda, ma non gli do il tempo di rispondermi che gli scaglio un pugno talmente tanto forte da farlo andare a sbattere contro la libreria di mia madre.
Qualche libro cade, colpendolo in testa.
Bingo!
"Ragazzino" - vedo i suoi occhi iniettarsi di sangue per la rabbia.
"Sei solo uno stupido ragazzino"
E ora è lui a colpirmi: ricevo un pugno nel basso ventre che mi costringe a piegarmi in due dal dolore.
Maledetto.
Faticosamente mi rialzo e cerco di restituirgli il colpo, fallendo miseramente ahimè: ogni qualvolta porvassi a colpirlo, lui schivava il pugno e la mia mano si scontrava con oggetti o mobili molto duri.
Le mie nocche sono diventate rosse, ci manca poco cosí ed inizieranno addirittura a sanguinare.
Poi mi colpisce di nuovo: un schiaffo sulla guancia destra. Poi un altro sulla guancia sinistra.
Mi sento stordito, come se avessi perso i sensi.
Mentre mi mantengo la guancia dolorante e rossa a causa degli schiaffi, respiro profondamente per riprendere il fiato perso.
"Non ho ancora finito, ragazzino" - afferma lui avvicinandosi di nuovo a me.
La mia testa è china verso il basso ma, udendo questa frase, torno subito sull'attenti.
"Nemmeno io, tranquillo" - quasi rido pronunciando quella frase.
È solo un modo per convincerlo del fatto che io non ho paura di lui e che, se voglio, so essere superiore.
In un certo senso quella risata mi da carica, cosí serro entrambe le mani a pugno e le parcheggio velocemente sulla faccia di Lorenzo provocandogli molto male, immagino.
È questo ciò che si merita, non m'importa se gli ho fatto male davvero.
Lui si stende a terra in segno di resa.
Ed io quasi non ci credo, davvero."Cosa sei venuto a fare qui? - gli domando poco dopo senza tenr conto del suo stato fisico e del sangue che continua a scendere dalle sue narici.
Lui non risponde, ma si alza da terra, si avvicina a me e, puntandomi il dito contro, dice:
"Non finisce qui, ragazzino. Ci rivedremo molto presto"
Poi se ne va, lasciandomi in mezzo alla stanza che ormai era tutta sottosopra.
"Certo, ci rivedrmo" - sussurro non appeno sento la porta chiudersi.
Che bastardo.(fine flashback)
LORENZO'S P.O.V.
(flashback)"Dobbiamo trovare il modo di far fuori quel Filippo Maria Fanti" - dico entrando in una delle tante case abbandonate che abbiamo occupato per i nostri "servizi".
"Ma capo, non ce me siamo liberati già da tempo? Ci ha regalato tutti quei soldi" - risponde il mio collega Giulio con un sorrisino soddisfatto stampato sulla faccia.
"Si - ribatto io sbattendo la mano sul tavolo di legno posizionato davanti a noi - si, hai ragione. Ma quanto tempo ci ha fatto aspettare prima di pagare la roba che aveva preso? Te ne sei forse dimenticato, Giulio?!"
"No, capo, certo che no"
"E allora diamoci una cazzo di mossa. Adesso deve pagare le conseguenze perchè le regole si rispettano, non è vero?"
Il mio compagno acconsente: forse per paura o forse perchè era realmente d'accordo con me?
Questo non lo saprò mai.
Giulio è sempre stato cosí strano: dai suoi gesti, anche se sono facili da comprendere, è impossibile intuire ciò che pensa.
D'altronde mi è sempre piaciuto collaborare con lui, a parte questo suo piccolo "difetto"."Bene, ho già in mente un piano" - riprendo il discorso dopo essermi soffermato a pensare un po'.
"Domani pomeriggio mi presenterò a casa di Fanti: cercherò di spaventarlo un po' con qualche parola di troppo. Sai, ho visto la sua nuova ragazza. Magari, se gli parlerò di lei, impazzirà...e non poco" - sulle mie labbra spumta un lieve sorriso nel momento in cui penso alla faccia di Filippo quando mi sentirà pronunciare il nome della sua principessina.
"Avrò bisogno del tuo aiuto solo in un secondo momento, caro mio. Vedrai cos'ho in mente" - dico riferendomi all'uomo che era in piedi davanti ai miei occhi.
Vedo Giulio annuire nuovamente in segno di conferma.
"Allora ci stai?" - gli domando.
E lui annuisce.
"Smettila di annuire, cazzo"
"Si, capo, sono con te" - dice, finalmente.
"Cosí mi piaci, stronzo"(fine flashback)
SPAZIO AUTRICE:
ciao ragazzi, sono davvero contentissima di come sta andando la storia. vi ringrazio tutti ancora una volta!
questo capitolo è un po' diverso dal solito: ho inserito due flashback mooooolto importanti.
comunque, volevo annunciarvi che ho aperto un profilo instagram in cui pubblicherò esclusivamente i capitoli di "Quel ragazzo con le piume".
trovo che sia un modo per far conoscere la storia anche a coloro che non hanno wattpad: cosa ne pensate?
per il momento l'account è privato perchè in questi giorni non ho avuto tempo di pubblicare tutti i capitoli che ho già scritto e postato qui, ma presto lo farò!
se vi va inviatemi la richiesta, ve l'accetterò sicuramente!
vi basta cercare quelragazzoconlepiume ❤️
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Quel ragazzo con le piume
Teen Fiction"Quel ragazzo con le piume" è una storia che ho deciso di scrivere in un pomeriggio piovoso, in preda alla noia. I protagonisti sono una ragazza, Federica, ed un ragazzo, Filippo. Cosà accadrà tra i due? I loro destini si incontreranno? E come? E po...