capitolo 1

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CAMILA'S POV

Sono ore che siamo in viaggio e non ce la faccio più, sono troppo stanca. Mio padre continua a ripetermi che mi troverò bene a Trento ma io non ci credo; non sarà facile resettare tutta la mia vita.

Finalmente vedo un cartello con una scritta Trento enorme "Siamo ufficialmente a Trento Cami" non riesco ad ignorare le strane casette: sono tutte piccole villette mentre a Modena erano tutti palazzi enormi. Già odio questa città, almeno speriamo che la casa sia accogliente.

"Ehi puoi scendere Cami" mio padre annuncia, giuro che lo sto per uccidere. Odio questa stupida aria di montagna, odio questo terreno, odio quel giardinetto e odio questo posto. Scendo dalla macchina e, dopo aver preso le mie valige, mi dirigo verso la porta d'ingresso. Il salotto sembra abbastanza grande, meglio così "Ti piace?" Certo per mio padre non starà qui per 24 ore su 24 quindi l'ha fatto principalmente per me; sa della mia ncapacità nel socializzare quindi ha cercato di rendere questo posto al 100% adatto a Camila "Si dai, non è male. Dov'è camera mia?" Ho voglia di sistemare tutte le mie cose, saliamo di sopra "Questa qui" entro e vedo le pareti in azzurro "Oddio! Ma è bellissima!" ho sempre voluto una camera con le pareti azzurre e questa è il mio sogno, il letto è belissimo: matrimoniale con due cuscini con delle foto con mio padre "Se vuoi li ci sono delle mensole da decorare e lì abbiamo messo la tua scrivania" la mia camera mi ha soddisfatto troppo "Se vuoi io tra un'oretta devo essere al Pala Trento quindi se vuoi venire magari conosciamo alcuni dei ragazzi, non devi per forza rimanere qui a non fare niente" alzo gli occhi al cielo ma infondo aveva ragione, fare amicizia non mi avrebbe fatto male, non se i tipi in questione erano tutti perfettini "Si vengo, ma solo per non stare da sola. Non voglio conoscere nessuno dei ragazzi perfettini, mentre voi farete una chiacchierata io mi metterò a fare un po' di palleggi sul campo, quando hai fatto puoi venirmi a chiamare" lo so, sono scontrosa ma che ci posso fare? Quei tizi mi hanno portato via da Modena come non fare ad odiarli?! "Okay diavoletto. Dai comincia a sistemare la camera" mio padre chiude la porta "Bene iniziamo questa avventura" comincio a svuotare i vari scatoloni. Comincio con il cacciare molte cornici con le foto con i miei migliori amici; poi passo con la mia chitarra e la sistemo in un angolo, ho già intenzione di comprare degli adesivi a forma di chiave di violino da attacare al muro sul mio angolo della musica.

"Camila preparati che dobbiamo andare!" non potete capire che immensa gioia che sto provando nell'andare a incontrare quei ragazzi. Indosso dei pantaloncini e una maglia nera "Sei proprio carina" mio padre non smette di fare commenti su come mi vesto "Grazie, ma non l'ho fatto per nessuno" dico per precisare. Dopo dieci minuti siamo davanti il Pala Trento "Facciamo questo sacrificio" apro la porta e mio padre va direttamente alla reseption mentre io mi perdo tra gli spalti "Camila vuoi venire? Almeno ti presenti poi puoi andartene dove vuoi" alzo gli occhi al cielo ma vado lo stesso. Entriamo in una stanza abbastanza grande e subito attraversata la porta tutti i ragazzi mi fissano "Ciao ragazzi io sono il vostro nuovo allenatore, Angelo Lorenzetti, mentre lei è mia figlia Camila" non degno nessuno di uno sguardo "Allora se volete presentarvi io sono qui che vi ascolto" scende un silenzio tombale "Sentiamo prima la ragazza" tutti si girano verso di me, io volevo evitare di essere fissata "Io non parlerò di me" sbotto e sento solo un ghigno di un ragazzo molto giovane, ah già il pallegiatore della nazionale Gian qualcosa "Allora farò io a caso; bene scegliamo... Filippo Lanza" Un ragazzo molto alto si alza dalla sedia e comincia a parlare "Mi chiamo Filippo Lanza e ho 27 anni, faccio lo schiacciatore sia qui a Trento che nella nazionale. Ah se vuolete mi potete chiamare Pippo" Filippo si risiede. A turno tutti si presentano, alla fine mancava solo il ragazzo che ha proposto che io dovevo presentarmi "Simone Giannelli, tocca a te" a mio padre compare un sorriso "Certo, mi chiamo Simone Giannelli, ho quasi 22 anni e sono pallegiatore sia a Trento che alla nazionale" il ragazzo incrocia i mei occhi "Ora tocca a quella ragazza presentarsi" Simone mi rivolge un sorriso "Mi chiamo Camila e ho 21 anni, ero pallegiatrice a Modena e adesso mi sono trasferita in questa città che molto probabilmente mi farà perdere la mia vita da pallavolista. Così sei contento Giannelli?" esco dalla porta sbattendola, Dio come mi fanno venire la rabbia le persone così. Filippo Lanza esce dalla stanza e mi raggiunge "Camila stai bene?" cazzo le lacrime cominciano a rigarmi il volto "No che non sto bene" non volevo crollare qui, se non fosse stata per colpa di quel Giannelli "Lascialo perdere Simone fa lo stronzo all'inizio ma se lo conosci è una persona che ti da anche l'anima" alzo gli occhi al cielo "Perchè sei venuto qui? Potevi anche rimanere da mio padre" sorride "Io sono quello che lega subito con le persone e odio vedere la gente che sta male, quindi eccomi qui a consolarti" ride, ha prorpio una bella risata. Decidiamo di rientrare e questa volta decido di non incrociare lo sguardo di Giannelli "Bene ragazzi se avete domande il mio numero ce lo avete quindi non esitate a chiamrmi, io direi di cominciare con gli allenamnet tra due giorni. Quindi ci vediamo mercoledì in palestra, per un mesetto non toccheremo la palla perchè dobbiamo riprenderci dall'estate. Quindi niente ragazzi è stato un piacere" finalmente usciamo da quella stanza "Papà devo prima salutare Pippo" corro nella stanza e vado a salutare Pippo "Ci sarai dopodomani?" ci penso "Penso di si, se non ho niente da fare penso di esserci" lo saluto e torno a casa.

"Simone non l'avrà fatto a posta, da quello che mi è sembrato è un ragazzo molto simpatico..." fulmino mio padre con lo sguardo "Certo un ragazzo che vuole farmi presentare per forza è simaticissimo" il mio tono acido si sta facendo sentire più che mai "Magari ha un modo tutto suo per rapportarsi con la gente" odio quando mio padre cerca di giustificare tutto "Va bene fa come vuoi io non cambio le mie idee. Vado di sopra a sistemare tutto" finalmente un po' di pace nella mia bellissima camera. Metto la riproduzione casuale dei brani e comincio a riordinare un po' tutto. Quando ho finito mi distendo sul letto finchè non mi addormento.

Il palleggiatore che mi rubó il cuore|| Simone GiannelliDove le storie prendono vita. Scoprilo ora