capitolo 11

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CAMILA'S POV

"Sveglia dormigliona!" Simone comincia ad aprire le finstre e le serrande "Ma che sei scemo? Fuori fa un freddo cane e tu apri?" dico cominciando a ricoprirmi con le coperte "Dai su guarda che bella giornata, dobbiamo preparare le valige per partire alla volta di Civitanova. La nostra ultima partita di campionato" svogliatamente mi alzo e mi ricordo che questo sarebbe stato anche il giorno in cui rivedrò Filippo e ho anche molta ansia. Prima pensavo di sentirmi in colpa appena lo rivedevo perchè insomma non provavo quello che sentivo prima per lui, ma da quando ho scoperto che lui mi ha usato/tradito con quella zoccola della sua ex non ho più rimorsi, anzi ne sono più che soddisfatta. "Alzati sfaticata su" sono a casa di Simone e in teoria ieri gli avevo promesso che l'avrei aiutato a fare la valigia ma adesso non ne ho alcuna voglia "Dai su che se mi aiuti ti porto con me in vacanza" accio uno scatto e sono già in piedi e sto scrutando l'armadio:ovviamente prendo la sua divisa, una camicia, la maglia da allenamento, dei jeans che non si metterà mai e la tuta che si deve portare la butto sul letto. "Ehi se vuoi c'è anche questa" mi tira una sua maglia da gioco "Io mi dovrei mettere questa? Veramente?" annuisce e io gli salto addosso "Sai mi sembra molto strano che tu mi salti addosso, pensare che sette mesi fa mi odiavi" divento rossa "Sapevo che prima o poi io e te finivamo insieme, siamo inseparabili" si avvicina e mi bacia delicatamente fino a quando il mio telefono non suona "é mio padre, evidentemente siamo in ritardo" Simone alza gli occhi "Chissà perchè? Una persona questa mattina non voleva alzarsi" detto ciò ci prepariamo ed usciamo di casa.

Siamo ormai davanti al pullman e stiamo aspettando Gabriele Nelli e Filippo ovviamente "Scusate il ritardo" vado subito ad abbracciare Gabriele "tranquillo manca ancora un altra persona" dico storcendo gli occhi "Eccolo qui" mi avvicino verso Simone che mi stringe sempre di più a lui "Scusi Mister se sono in ritardo ma ho avuto un contrattempo" salgo sul pullman e scelgo un posto "é libero questo posto?" Simone mi si avvicina "No" scoppio a ridere "dai su siediti scemo" lo tiro per un braccio e lo faccio sedere, si avvicina a me e mi bacia, davanti a tutti. Inizialemnte vedo Pippo in preda alla rabbia e allo sclero ma è questo quello che merita: dopo una settimana passata a piangere per lui adesso mi sono stufata e voglio vivere la mia vita tranquillamente.

Finalmente dopo ore infinite di viaggio siamo arrivati e una volta sistemati nelle camere usciamo a fare un giro per Civitanova. "Allora andiamo al mare?" Simone mi prende la mano "Con questo freddo?" scoppia a ridere "Dai su una passeggiata, poi è aprile mica dicembre. Dovresti essere abituata al tempo di Trento piccoletta" mi scompiglia i capelli "eddai no i capelli no". Alla fine abbiamo passeggiato per tutto il pomeriggio e la sera ci siamo addormentati insieme. Credo che nella vita non potrei chiedere di più. Sembrava tutto perfetto fino a quando non mi arriva un messaggio da Filippo dove c'era scritto "Ti devo parlare, domani, dopo l'allenamento" .

Il palleggiatore che mi rubó il cuore|| Simone GiannelliDove le storie prendono vita. Scoprilo ora