Capitolo 20

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Perfetto, oggi è il grande giorno, finalmente riuscirò a troavre un po' di tempo per pensare. Preparo la mia valigia e finalmente sono nella hall. A mia sorpresa trovo Simone, pensavo che non sarebbe venuto "Sai, fino a ieri pensavo fosse una cazzata il fatto che te ne andavi" sono abbastanza confusa "Non so se riuscirò a stare lontano da te, volendo potrei tornare a Trento.." cosa? "No Simone tu devi finire il mondiale e adesso stai con Selly, la ragazza che ti interessa veramente, quindi a me non ci devi pensare. Questo momento tra me e te sarà una specie di addio" comincia ad agitarsi "NO! Che cosa stai dicendo?! Camila io non ti lascerò mai. Fammi finire il mondiale e sarò subito da te veramente. Non ti trascurerò nemmeno un secondo" quelle sono le parole che volevo sentire da tempo "Simo scusa ma non possiamo, evidentemente non era destino che noi stessimo insieme" Siamo davanti alla stazione ed è pieno di persone che salutano o un familiare o un amico. "Sai le stazioni non mi sono mai piaciute. Sono troppo drammatiche: gente che piange da tutte le parti" la voce mi trema "S-Simo io non ti voglio lasciare" alla fine cedo; lo abbraccio e lui mi prende in braccio "Camila io ti amo, ricordati questo. Prenditi il tempo che ti serve. Ti aspetto a Trento, non torno nemmeno a Bolzano fidati. Pensa a noi, pensa a tutto, pensa a quello che ti rende veramete felice, se vuoi vieni a Torino è tra due settimane. Parti, divertiti e poi torna da me, ti prego" lo bacio, mi è macato tantissimo "Ti amo anche io Simone".

Siamo stati tutto il tempo seduti sulla panchina, senza dire una parola: lui giocava con i miei capelli e io appoggiata sul suo petto ad ascoltare i suoi battiti. Quando il mio treno arriva lui mi abbraccia "Qualunque cosa deciderai sarai smepre la mia piccolina, ricordatelo. Ti amo Camila" mi bacia, davanti a tutti e ce ne siamo altamente fregati del giudizio "Ti amo anche io Simone" detto questo salgo sul trento e mi sistemo sul mio posto vicino al finestrino. Simone è ancora li che mi aspetta. Quando chiudono le porta mima un "ti amo" e comincia a correre con il treno, scoppio a ridere e lo saluto. Si ferma e sparisce. Dovrò confrontarmi con gli altri per vedere come si comporta quando io non ci sono. Adesso devo trovare una meta per il mio viaggio di riflesione. Direi di rimanere qui in Italia. Molte volte mio padre ha nominato la Sardegna ma non volevo mai andarci. Penso che questa sia l'occasione giusta.

...

Finalmente sono arrivata a Trento, è sera e chiamo mio padre "Papà dove sei?" sentire la sua voce mi fa stare benissimo "Piccolina sono a casa perchè?" gli spiego se mi poteva portarmi a casa di Simone e lui accetta. Arriva e ci dirigiamo sotto la casa del palleggiatore.

Prendo le chiavi e apro la porta. I ricordi cominciano a riempire la stanza Sono appena entrata qui e Simone mi prende in braccio "Piccola ecco la nostra casa" è perfetta, mi sembra fatta apposta per noi "dai su andiamo che ti faccio vedere la camera da letto" dice con un sorriso malizioso "smettila scemo"  attraverso la cucina e continuo sempre di più a ricordare "Dai su amore ho fame" cerco di supplicare Simone "Okay piccola, ma solo per oggi ti faccio le Crepes" comincio a saltellare come una matta per tutta la cucina. Poco dopo ci trovimo tutti e due ricoperti di farina "E adesso chi pulisce?" Simone mi guarda "Insieme piccola, faremo tutto insieme"  arrivo in salotto e non smetto di fissare il divano "Allora cosa possiamo guardare di bello?" mi metto sopra Simone per essere più comoda "Amore sei un elefante" non posso credere che l'abbia detto "Okay tu hi voluto la guerra" gli tiro un cuscino in faccia, da qui comincia una battaglia a cucinate che alla fine ha rotto un vaso  "Ti amo nanetta"  devo salire al piano di sopra e non sono psicologicamente pronta; entro in bagno "Ti serve una mano per asciugarti i capelli" mi aveva visto in difficoltà e si è proposto per aiutarmi "Si amore, comincia con il pettinare i capelli. Piano che sennò mi fai male" comincia a pettinare i miei capelli "Adesso prendi il phone e comincia ad asciugarli" prendo il mio telefono e faccio una foto allo specchio "Adesso amore?" mi hiede incuriosito "adesso la pistra. Lo so che ti sto sfruttando ma adesso capisci cosa faccio io quando mi lavo i capelli" scoppia a ridere. Una volta finito tutto mi giro "Grazie amore" scoppia a ridere "prego ma adesso tu mi aiuterai a farmi la barba" lo bacio "perfetto" Adesso tocca alla camera da letto. La parte più difficile. Appena entro cerco di fare la mia borsa e sbrigarmi il più possibile "Simone ho paura" lui mi attira sempre di più a se "Di cosa piccola?" Comincia ad accarezzarmi i capelli "Di perderti, insomma tu sei la persona che mi ha fatto scoprire cose nuove. Non so come hai fatto" ride e continua ad accarezzarmi i capelli "Piccola, ogni difficoltà che avremo la supereremo insieme" mi si avvcina sempre di più "Cuccioletta ti amo"  scoppio in lacime, tutti quei ricordi mi fanno male. Forse è prorpio vero. Per me Simone è stato il mio primo amore e non lo scorderò mai. Alla fine, prima di uscire scrivo una lettera a Simone che lascerò qui così, comunque vada, so di vergli detto tutto.

"Come mai ci hai messo così tanto?" mio padre mi riscuote dai pensieri "Non riuscivo a trovare le cose" mento, mio padre non sa e non deve sapere quello che è successo con Simone.

Una volta tornata a casa mi stendo sul mio letto e mi addormento subito.

Il palleggiatore che mi rubó il cuore|| Simone GiannelliDove le storie prendono vita. Scoprilo ora