capitolo 14

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CAMILA'S POV

Sono passate tre settimane da quando Trento ha vinto lo scudetto. Sono state tre settimane parecchio intense infatti fino ad ora abbiamo festeggiato per la vittoria dello scudetto. In questo periodo ho avuto modo di passare più tempo con Simone visto che mi sono trasferita a casa sua, ovviamente molto spesso vado a trovare mio padre e lo aiuto con la spesa e con le varie faccende da fare a casa. Con Filippo? Niente di speciale, so che è tornato a Perugia e si trasferirà a casa della fidanzata che credo si chiami Anita? Angelica? Una cosa del genere. Sta continuando la sua vita come ios to continuando la mia. Con Simone inevce? Da quando abbiamo iniziato a convivere mi sono affezzionata molto di più a lui; addirittura oggi è il giorno prima del primo allenamento a Cavalese e ha deciso che mi porta a Bolzano per farmi conoscere i suoi genitori e sua sorella, dire che ho poca ansia è dire poco.

"Buongiorno amore" Simone mi si avvicina e mi lascia un bacio sulle labbra "buongiorno amore" mi stiracchio e poi mi alzo "Oggi allora è il grande giorno! Sei agitata?" lo guardo "Un pochino, ho paura di non essere all'altezza" mi guarda "Non arriverai mai ai miei due metri però..." scoppio a ridere, lo amo per questo: cerca di sdrammatizzare tutto per farmi tranquillizzare. "Ti amo piccolina e lo sai che loro ti accetteranno, sono delle persone molto semplici e fidati che ti ameranno" mi avvicina al mio orecchio "poi sei così perfetta come faranno a non amarti ah e non dimentichiamoci di quanto sei adorabile" mi giro verso di lui "Adoro quando arrossici dopo che qualcuno ti ha fatto dei complimenti" rido come una matta e dopo due minuti decdo di andare in cucina a preparare la colazione "Amore che vuoi per colazione?" Simone urla dal bagno "Quello che mangi tu piccoletta" e alla fine decido di preparare i pancake a forma i cuore.

Siamo partiti adesso direzione Bolzano, indosso un semplice vestito bianco che ricade morbido ed arriva fino a metà coscia. In tutto il viaggio in macchina ho cantanto come una matta e penso di aver fatto impazzire Simone. Appena vedo la scritta "Bolzano" su un cartello il cuore comincia a battermi forte in gola "Amore ho troppa ansia" mi mette una mano sulla coscia "Tranquilla piccolina" adoro come solo toccandomi riesca a farmi calmare.

Siamo davanti una casa abbastanza grande, con una porta azzurra "Allora adesso stai calma, non ti spaventaree sopratutto non scappare" cerca di scherzare Simone e mi da un bacio sulle labbra. Bussa alla porta e ci viene ad aprire una donna giovane e ben vestita "Simo!" la donna abbraccia subito il figlio "E tu devi essere Camila, ciao piacere, io sono la mamma di Simone. Accomodatevi pure" entriamo dentro casa e ci andiamo a sistemare sul divano. Qui troviamo subito il padre di Simone "Piacere io sono Paolo, il padre di Simone. Non sai che bello ocnoscerti! Simone ci ha parlato molto di te" mi presento "Spero solo cose belle" faccio un leggero sorriso "Ovviamente" mi metto seduta mentre il Signor Giannelli guarda una partita di tennis in televisione "Le piace il tennis?" si gira verso di me "Certo è una delle mie passioni in assoluto, volevo spingere Simone verso il tennis ma come vedi non ci sono riucito" rivolgo un sorriso al mio ragazzo "é pronto!" urla la signora Giannelli dalla cucina "Papà Martina dov'è?" chiede il piccolo Giannelli al grande Giannelli "è ancora di sopra a prepararsi, sai com'è tua sorella: sempre in rtardo" nella stanza si propagano le risate mentre Martina Giannelli fa la sua entrata "Immagno che stavate ridendo di me" i due si girano in direzione delle scale "Ovvio sorellina" Simone corre verso la sorella e la abbraccia "In teoria sarei più grande di te ma fa niente, mi sei mancato tantissimo" da quello che so Martina studia odontoiatria a Sofia in Bulgaria quindi si vedono pochissimo "E lei deve essere la poveretta che ti sopporta ogni giorno" le rivolgo un piccolo sorriso "Eh già" scoppiamo tutte e due a ridere "Quanto mi dispiace per te" ride ancora "Scusa comunque piacere Martina" Simone mi fa cenno di darle la mano "Piacere Camila" mi guarda con curiosità "Sei straniera?" Fino ad ora nessuno mi aveva fatto questa domanda "No sono italianissima, ma a mia madre piaciono i nomi spagnoli" eh già mia madre, meglio non pensarci adesso "Ah comunque mi paice tantissimo come nome" La signora Giannelli ci richiama per andare a tavola e subito ci sediamo "Vedi che non è iniziata malissimo?" Simone mi sussurra all'orecchio "Allora Camila, come vi siete conosciuti tu e Simone?" Ripenso a quella giornata e mi psunta un piccolo sorriso e vedo che al mio ragazzo si illuminano gli occhi "La prima volta che sono andata al Pala Trento ero molto arrabbaita con la Diatec perchè in qualche modo mi aveva stravolto il mondo facendomi trasferire da Modena a qui appunto. Il primo giorno mio padre doveva andare a presentarsi e io, invece di rimanere a casa, sono andata con lui. Qualcuno doveva iniziare a presentarsi e Simone insisteva nel fare il mio nome. L'ho trattato un po' male le prime volte, ma poi mi sono sempre di più resa conto che provavo qualcosa di molto forte nei suoi confronti. Eh niente ed è un mese che stiamo insieme ufficialmente" poggio la mia testa sulla spalla di Simone. Il pranzo alla fine va a finire a gonfie vele. Il pomeriggio non è stato molto interessante visto che abbiamo dovuto rivedere tutto quello che doveaìvamo portarci per Cavalese.

"Amore visto che gli sei piaciuta ai miei?" mi metto vicino a lui "Si amore, non sono stata un completo disastro" scoppiamo a ridere "Ti amo piccola peste" mi addormento con quelle parole nella mia testa.

Il palleggiatore che mi rubó il cuore|| Simone GiannelliDove le storie prendono vita. Scoprilo ora