Capitolo 14

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Credo di essere impazzito! La sanità mentale, ormai, è un vago ricordo.

Dopo l'increscioso episodio con la Banks dovrei smetterla. Ma smetterla sul serio!

Dovrei darmi una regolata, calmarmi e dimenticare quella notte all'Elusive!

Questo farebbe un uomo con un briciolo di senso.

Ma cazzo, per quanto mi sforzi... non ci riesco!

Non riesco a dimenticare il tocco delle sue mani, la sua pelle a contatto con la mia e quella schiena perfettamente bianca, che ho solo intravisto e che, sotto la mia bocca, sapeva di dolce e candida cioccolata bianca.

Un uomo come si deve dovrebbe prostrarsi ai piedi di quella poveretta, che ho quasi aggredito grazie alle cazzate, alimentate da Finn, che ronzavano nel mio cervello.

Ma, per quanto ci provi, non riesco a pensare ad altro che a scoprire l'identità di quella donna.

Devo riuscirci o non troverò mai pace!

La mia, ormai, è un'ossessione ne sono consapevole ma non riesco a fare marcia indietro.

Ed è spinto da questa certezza che percorro, in piena solitudine, a quest'ora di notte le vie della città.

Sono uscito di corsa senza nemmeno avvertire George, senza dirgli che forse, dopo, potrebbe servirmi l'auto. Sia che la mia idea vada in porto oppure no!

Nessuno può capire il mio tormento e poi preferisco non rivelare a nessuno la mia meta.

Questa è una faccenda che devo sbrigare da solo e sono fermamente convinto che devo prendere il toro per le corna! Devo tornare nel luogo dove tutto è cominciato!

Mentre cammino, in preda a non so quale follia, sento lo squillo del mio smartphone.

È da un giorno intero, esattamente da quando sono uscito dallo studio della Banks, che non rispondo a nessuna chiamata.

Il mio buonsenso mi dice di rispondere e, almeno in quest'occasione, sento il bisogno di assecondarlo. Potrebbe essere mia madre che si chiede se sono ancora vivo e, di certo, non le occorrono altre preoccupazioni.

Prendo lo smartphone dalla tasca e, senza nemmeno guardare chi mi chiama, rispondo:

"Pronto?"

"Pronto sto cazzo! Ti sto chiamando da ieri, dove sei finito? Qui in ufficio ti stiamo dando per disperso! Devi girarmi questa cazzo di e-mail!" Ecco... ci mancava solo la chiamata di Finn! Non ho bisogno delle sue urla adesso. Soprattutto non ho bisogno che mi parli di lavoro. Ho altro per la testa! Devo sbrigarmi, non posso rimanere ad ascoltare i suoi rimproveri. Devo chiudere velocemente questa conversazione!

Infastidito gli rispondo: "Senti Finn è meglio che non mi rompi il cazzo, Ok? Non voglio starti a sentire!"

Dopo alcuni secondi di totale silenzio, lo sento rispondere: "Ma amico, ti sei drogato? Ho bisogno di questi documenti. E ne ho bisogno adesso! Smettila con le tue bambinate!"

Non ci credo! Ha davvero detto una cosa del genere! A me!

Mi fermo per strada e alzando il tono della voce lo rispondo per le rime: "Ah, bambinate? Complimenti Sherlock Holmes dei miei stivali! Dopo la figuraccia che mi hai fatto fare con la Banks ti consiglio di non farti né vedere né sentire per un po' di tempo. Lasciami in pace!" Questo è il minimo dopo avermi incitato a fare il maniaco sessuale con la Banks. Alla fine è tutta colpa sua e della sua follia! Mi ha contagiato!

Comunque non posso perdere tempo dietro a queste cazzate! Magari poi, con calma, gli spiegherò tutta la situazione ma ora voglio solo arrivare in quel cazzo di locale ed essere lì alla stessa ora di quella maledetta sera!

Elusive SeductionDove le storie prendono vita. Scoprilo ora