10 Capitolo

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Immagino che sia comune a molti rimuginare mentre si fa jogging o meglio spero che lo sia. Personalmente mi concentro sui ricordi, ritorno indietro nel tempo e assaporo i momenti che hanno segnato il mio cammino, che mi hanno reso l'uomo che sono. Anche se, francamente, di alcuni momenti avrei fatto volentieri a meno!

Da ragazzino ero abbastanza solitario, non ero avvezzo a certe smancerie o roba simile, in particolar modo odiavo le feste: quelle stupide ricorrenze da festeggiare in famiglia in cui bisognava elargire grandi baci e abbracci a persone che non avevo visto più di un paio di volte in tutta la mia giovane vita.

Ancora adesso, che sono passati tanti anni, si contano sulle dita di una mano le volte in cui ho visto tutta la mia famiglia al completo.

Ma si sa, le famiglie italiane amano questi slanci di affetto, che siano veri o no per loro è irrilevante, ed io da bravo figliolo dovevo sottostare alle "regole" di mia madre. Tuttavia ne ricavavo sempre una buona fetta di torta quindi il mio sacrificio aveva un senso!

Ma nessuna torta è riuscita a cancellare l'umiliazione dell'assurda festa, organizzata da mia madre, per i miei diciotto anni!

La villa era invasa da una marea di gente, molti dei quali non avevo mai visto prima, ed io ero conciato da Elvis Presley, il mito di mia madre... ovviamente!

Ribellarmi? Non potevo, da piccolo ho sempre cercato di non darle ulteriori dispiaceri, quelli che viveva quotidianamente con mio padre erano già sufficienti.

Ma perché diavolo sto pensando a queste cose? Tutte queste cazzate mi ronzano nel cervello, soprattutto da quando ho cominciato le sedute con la sexy dottoressa. O forse è soltanto la corsa che fa riaffiorare questi strani pensieri dentro di me!

Tuttavia la mia tabella di marcia segna un punteggio eccellente e visto che mi trovo davanti al mio bar preferito merito una bella colazione. Al diavolo lo stile sportivo, non crollerà il mondo se per una volta mi faccio vedere in questo stato.

Entro spedito nel bar e noto, accanto al bancone, una piccola ragazza bionda... finalmente so di chi si tratta. Si gira verso di me e mi regala un sorriso che farebbe invidia alla pubblicità di un dentifricio. Devo ammettere che è davvero bella nella sua semplicità.

"Il signor Smith in versione atleta? Non mi sarei mai immaginata di vederti tutto sudato e con i capelli fuori posto!"

"Ciao Juliet, non credevo che facessi jogging anche tu!"

"Lo sport aziona le tue celluline grigie: ti sei ricordato il mio nome!" Preferisco non controbattere, infondo ha ragione, ho scampato l'ennesima figuraccia. La candida Juliet oggi porta i capelli legati in una coda di cavallo e noto che nella sua tenuta sportiva sembra ancora più piccola del solito, da l'impressione di essere un fragile passerotto. Chissà chi sarà il gatto che la mangerà in un sol boccone!

"Prendi qualcosa con me, Juliet?" Classico, semplice, cauto... Finn sarebbe fiero di me!

"Questa volta accetto. Prendo un caffè, grazie!"

Sembra che non sappia rifiutare un caffè, buono a sapersi. Le sorrido e mi rivolgo alla cameriera: "Mary due caffè, uno per me e l'altro per la signorina!"

"Certo provvedo subito signor Smith. Vi accomodate?"

Rivolgo il mio sguardo, di nuovo, verso la piccola biondina: preferisco non decidere anche per lei, infondo è la segretaria della Banks, e non vorrei metterla a disagio: "Juliet ci accomodiamo?"

Ma sembra che non voglia nemmeno rispondermi: si limita ad abbassare lo sguardo e a scuotere leggermente la testa con un piccolo sorriso sulle sue labbra rosa. Questa ragazza mi confonde: "Quindi cosa vuol dire?"

Elusive SeductionDove le storie prendono vita. Scoprilo ora