Questa mattina ho deciso di riprendere i soliti ritmi che scandivano la mia vita.
Sono seduto alla scrivania e cerco di finire, finalmente, queste pratiche che da giorni chiedono di essere revisionate. Ho visto, appena arrivato in ufficio, solo per pochi attimi, Finn che si dirigeva a passo spedito verso la sala consigliare. L'occhiata truce che mi ha rivolto non lascia molto spazio all'immaginazione. Lucidamente non posso dargli torto.
Dopo la sfuriata al telefono non l'ho più visto e sentito. Spero davvero di recuperare il nostro rapporto e che i problemi sul lavoro non cancellino la nostra amicizia.
Anche per questo ho deciso di essere qui, questa mattina. Voglio cercare di rimediare e poi... controllare questi documenti, sul pc, mi regala una parvenza di normalità e, probabilmente, ho solo bisogno di questo. Ho bisogno di staccare la spina e non ho davvero voglia di pensare alle recenti vicende che hanno sconvolto le mie giornate.
Soprattutto, se devo essere sincero, non ho ancora la lucidità necessaria per analizzare, con freddezza, la strana serata che ho condiviso con la misteriosa segretaria della Banks e l'atroce figura di merda che ho fatto all'Elusive.
Ovviamente, pensare di metterci di nuovo piede è fuori discussione. Il proprietario chiamerebbe la polizia e, forse, non me la caverei solo con un occhio nero.
Intanto la mattina scorre tranquilla: la segretaria mi porta il caffè, mi passa le chiamate e cerco di rimettermi in pari con il lavoro arretrato.
Poco prima della pausa pranzo vedo, dalla porta aperta del mio ufficio, Finn uscire dalla sala consigliare. La riunione è finita, stringe mani a destra e a manca, e questa è la prima volta che non partecipo a questi piccoli rituali che sono così importanti per la riuscita dei nostri progetti.
Forse è vero che sto perdendo la mia vita dietro ad una donna che non mi vuole.
Quando Finn si libera, dopo aver congedato e ringraziato tutti, entra immediatamente nel mio ufficio.
È spavaldo, come al solito, ma ha negli occhi una luce determinata che non riesco a spiegarmi. Questo non è un buon segno. A pochi passi dalla mia scrivania prende la parola: "Ah vedo che ti sei ricordato di avere un lavoro? Peccato che non hai la minima idea di cosa ti aspetta!"
Questo tono non mi piace e non riesco ad essere accondiscendente: "Finn, cambia tono perché non è aria!"
A queste mie parole poggia il palmo delle mani alla scrivania, socchiude gli occhi rendendoli quasi due fessure e mi risponde: "Da quando devo sottostare alle tue regole? Qui, io sono il capo e non il tuo amichetto. È chiaro o no il concetto?"
Adesso è tutto estremamente chiaro e non riesco a trattenermi: "Sei venuto con il piede di guerra?"
È ora di giocare a carte scoperte e lui, certamente, non è il tipo da tirarsi indietro.
Infatti mi risponde: "Certo che si, se non raggiungi gli obbiettivi per cui ci siamo fatti il culo per tutti questi mesi! Dove sono le e-mail che dovevi mandarmi? I contratti da leggere e firmare non sono ancora sulla mia scrivania!"
Mentre mi parla fingo di scrivere sulla tastiera, non voglio fargli capire che le sue parole mi feriscono perché so che sono vere e questo rende tutto ancora più difficile.
Mi conosce, sa perfettamente che per me accantonare il lavoro non è un comportamento abituale. Ma a lui non importa, è deciso ad umiliarmi e lo fa dannatamente bene. Infatti continua a dirmi: "Quando ti parlo sei pregato di guardarmi in faccia! Non far finta di scrivere al pc. Adesso ti è magicamente tornata la voglia di lavorare? Non ti crede nessuno!"
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Elusive Seduction
RomanceRichard Smith, economista statunitense, torna a casa dopo aver passato una serata in un locale a luci rosse, "Elusive Seduction". Ossessionato da una donna di cui ha intravisto solo un tatuaggio, chiederà aiuto ad una psicologa che cercherà di disto...