La Banks aveva ragione.
Aveva ragione su tutto.
La donna che quella notte ho accarezzato, leccato, posseduto, la donna con cui ho sperimentato una passione mai provata prima, la donna per cui ho perso la testa mi odia.
Peggio ancora, non le importa nulla di me. Ho stravolto la mia intera esistenza a causa di quella maledetta notte e lei, invece? Cosa diavolo le ho fatto? Per lei non valgo nulla, nemmeno un secondo giro!
Ma non posso crederci, non voglio crederci. Non può essere davvero questa la realtà.
Io l'ho sentita!
Ho sentito quella donna gemere sotto i miei assalti, ho sentito quella donna urlare di piacere per me e con me.
La donna dell'Elusive non può avermi dimenticato. Juliet non può avermi dimenticato. Perché quella streghetta dispettosa e conturbante è lei, è la mia ossessione. È Juliet!
Non posso essere stato solo un'avventura!
Quella notte non può essere stata solo il frutto di un caso fortuito.
Come non può essere stato un caso che Juliet abbia ripetuto la stessa frase che ha ipotizzato la Banks, durante una delle nostre sedute. Quella frase sussurrata è tutta tranne che una coincidenza.
Quella frase è incisa sulla sua schiena e il fatto che la dottoressa mi abbia suggerito proprio la frase di Oscar Wilde lascia presagire che ci sia molto di più sotto la cenere.
Ma devo ammettere che di tutta questa faccenda adesso non mi importa nulla.
Non me ne frega un cazzo di cosa possano aver architettato quelle due arpie bionde!
Voglio solo sapere cosa pensa Juliet!
Cazzo è davvero Juliet!
Perché? Mi odia davvero, quindi?
Perché non è mai uscita allo scoperto? Perché non me l'ha detto?
Eppure sapeva fin dal primo momento la mia identità ma non ha mai fatto nulla per evitarmi. Perché?
Cosa mi nascondi, Juliet?
Non so più nemmeno quanto tempo è passato da quando sei scappata su quel maledetto taxi: se ore, minuti o semplicemente pochi secondi.
Sono stravolto!
Ad un tratto sento una mano posarsi con fermezza sulla mia spalla, chi può essere?
Juliet? Sei tornata finalmente da me?
Mi giro di scatto e vedo George fissarmi sconvolto. È vero, è qui dal primo momento. È venuto a prendermi con l'auto. Non sono più padrone nemmeno delle mie azioni.
"Signore la sto aspettando" mi dice quasi balbettando. Non devo essere di certo un bello spettacolo.
Mi porto una mano alla testa, sono completamente fradicio a causa della pioggia.
Intanto George mi ripara con un ombrello e continua a dirmi, con voce più sicura: "È pronto signore? Non le fa bene rimanere sotto la pioggia. È meglio andare via adesso!"
Non so nemmeno perché ma sulle mie labbra fa capolino un sorriso triste. Annuendo con il capo, dico: "Si, George hai ragione, non c'è più nulla da fare qui. Andiamo!"
Mi accompagna all'auto e come al solito apre la portiera per me.
Vedo che mi guarda senza sapere bene cosa dire. Ora non me la sento di rassicurarlo. Sono svuotato e non riesco a non far trasparire le mie emozioni. È più forte di me.
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Elusive Seduction
RomanceRichard Smith, economista statunitense, torna a casa dopo aver passato una serata in un locale a luci rosse, "Elusive Seduction". Ossessionato da una donna di cui ha intravisto solo un tatuaggio, chiederà aiuto ad una psicologa che cercherà di disto...