Cap. 22 - Re e Principi

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Una piccola coorte di Elfi cavalcava compatta lungo le stradine boschive che conducevano alla grande via attraverso le Montagne Nebbiose. Una donna era con loro. Distrutta dalla stanchezza dopo un'intera giornata a cavallo senza alcuna sosta, e avvilita.

Thranduil guidava il piccolo gruppo. Nemmeno una volta si era girato a guardarla.

Roswehn avvertiva un dolore insopportabile al bacino per la posizione seduta che stava tenendo da molte ore, mal di testa, e debolezza per non aver potuto mangiare altro che qualche frutto strappato di nascosto da alcuni alberi, mentre i cavalli avanzavano. Aveva provato a chiedere all'Elfo che la scortava di fermarsi, perché doveva almeno dormire un po', ma lui le aveva risposto: "Il re intende arrivare a Eryn Galen in meno di tre giorni. Non possiamo fermarci. Ti concedo solo piccole soste per le tue...esigenze. Se vuoi riposare, appoggiati alla mia schiena."

La donna temeva soprattutto per la piccola vita dentro di lei. Quell'incessante dondolío dell'animale rischiava di nuocere alla sua creaturina.

"Devo parlare con Thranduil. Per favore, portami da lui." implorò lei, a un certo punto. Stava per perdere i sensi, lo sentiva. Gli Elfi potevano anche evitare di dormire per una settimana, e cibarsi solo di radici, ma lei no.
"Non è possibile. Meglio per te se stai tranquilla." rispose seccamente il soldato. "Dico davvero Roswehn."

"Thranduil! Fermati!" urló allora la ragazza. "Mi devi ascoltare!"

Vide il re girarsi e dire qualcosa a un altro soldato, che si avvicinò con il suo cavallo subito dopo. Si rivolse all'Elfo che accompagnava la ragazza.

"Il nostro re dice che se non sei in grado di tenere a bada la donna, dovrò farlo io." E indicò una spessa corda attorcigliata che teneva appesa alla sella.

Roswehn non poteva crederci. Thranduil che avrebbe dato ordine di legarla? Come fosse stata una prigioniera?

"Ma cosa sta succedendo, qualcuno me lo vuole dire?" iniziò a piagnucolare, esasperata.

"Piangi?" chiese l'Elfo davanti a lei. "Qualunque cosa tu abbia fatto, dovevi pensarci prima. Lord Thranduil è in collera con te."

"Non ho fatto niente! Tutto questo è assurdo...e poi...non sto bene." si lamentò. Iniziava a vederci doppio.
"Salterò giù dal cavallo se non ti fermi, lo giuro."

"Non te lo consiglio. Ti faresti male, e poi probabilmente il re ti lascerebbe dove sei. Noi proseguiremmo e tu saresti sola, sperduta, affamata e con una caviglia rotta." commentò l'Elfo soldato.

"Sono incinta." disse Roswehn.

L'Elfo fermò il cavallo all'istante. Si giró, con gli occhi sbarrati. "Cosa hai detto?"

"Che aspetto un bambino. Il tuo re è il
padre. Ti consiglio di farmi scendere, perché se mi succedesse qualcosa, se dovessi perderlo, dovrai rispondere di avere ucciso un principe."
L'Elfo si guardò intorno confuso, e subito chiamò: "Varian!"

Arrivò il luogotenente di Thranduil, un severo Elfo che Roswehn conosceva bene. Era un sottoposto di Feren, ma nonostante fosse di grado inferiore al suo era molto più autoritario.
Il soldato riferí in elfico al suo superiore: questi, dopo aver lanciato un'occhiata stupefatta all'umana, si precipitò da Thranduil.

Non dovevi saperlo cosí, pensò lei amaramente.

Si fermò tutta la compagnia.

"Ti prego, fammi scendere." mormorò ancora al soldato, che stavolta l'aiutó. Roswehn andó a sedersi su una roccia, le mani mestamente in grembo, la testa china. Si sentiva sconfitta.

Una rosa nel boscoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora