Cap. 31 - La guardiana della notte

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Si strinse a Thranduil. La nuova idea di uno spettro dai denti aguzzi sotto al letto le aveva fatto scendere la pressione tutta in un colpo. Aveva addirittura freddo.

Il re avvertì la paura che dal nulla aveva aggredito di nuovo Roswehn: tutti i suoi muscoli si erano irrigiditi e tremava come uno scoiattolo appena scampato all'agguato di un falco.

Doveva aiutarla, e in fretta. Quella tensione che aveva origine misteriosa poteva farle male, e fare male anche a loro figlio. E se avesse perso il bambino? No, urgeva subito un po' di balsamo su quel fascio di nervi che si stava aggrovigliando peggio di un rotolo di lana.

"Ho preso una decisione." le sussurró, accarezzandole la nuca. "Una volta che avrai dato alla luce il piccolo, ti lasceró del tempo per riprenderti e poi lo affideremo alle cure di Morath. È stata all'altezza di allevare Legolas, non avrà problemi."

"Perché?! Io non voglio staccarmi da mio figlio!" protestó lei. "Non avrà nessuna bàlia, voglio accudirlo io."

"Lasciami finire," proseguì Thranduil. "Sarà un distacco temporaneo. Ho pianificato un viaggio. Io e te, soli. Non ti sto dando abbastanza attenzione, temo. Forse è per questo che sei confusa e vedi cose che non esistono."

Roswehn sollevó la testa per guardarlo. Si appoggió a un gomito. "Un altro viaggio? Dove?"

"Nel territorio del Lindon, ad Ovest. Lì vive una comunità di Elfi Sindar, la mia razza. Ci accoglieranno con tutti gli onori nella parte dell'Harlindon, dove vivono loro, ma se vorrai potremo visitare anche il Forlindon, dove stanziano gli Elfi Verdi. Volevi vederli no?" chiese lui.

"Dove si nascose Regan di Arnor durante la vecchiaia. No, non credo proprio di volerci andare." rispose lei. Aveva la spiacevolissima sensazione che quel capitolo terribile della sua vita si stesse riaprendo. Perché risvegliare i morti? Sono già abbastanza svegli, ti pare?

"Dimenticavo. Allora, se preferisci andremo fino ai Porti Grigi, fino alle sponde del mare. Mi manca, il mare. Lo vidi solo una volta, quando con mio padre attraversai il Mithlond." raccontó l'Elfo.

"Io non l'ho mai visto. Conosco solo l'acqua di lago." rispose Roswehn. Non credeva che Thranduil avrebbe lasciato il suo regno per farsi una vacanza con lei. Forse le stava dicendo quelle cose per tranquillizzarla, per vincere quel panico che avvertiva di sicuro anche lui e come non avrebbe potuto sentirlo? La ragazza tremava come una foglia.

"Lasceresti il tuo reame senza una guida?" gli chiese.

"Daró i pieni poteri a Legolas, Feren e Varian. Non avranno difficoltà." spiegó lui. "E io lasceró il re da parte durante il nostro viaggio. Abbandoneró qui corone, scettri, e i simboli di Eryn Galen. Saremo solo due innamorati che vedono le bellezze di questo mondo insieme. Ti piace l'idea?" le disse, baciandole la fronte. "Devo pensare a te in modo diverso. Finora sono stato duro, lo so. Mi sono anche pentito per quella storia..." mormoró, pensando al giorno in cui erano tornati da Rivendell e l'aveva spedita in una cella. "Parlare con tua madre mi ha fatto sentire in colpa."

"Non voglio più pensarci, Thranduil. È successo, e basta. Abbiamo imparato entrambi da quella faccenda, spero." ribattè lei.

"Sì. Inoltre, dovremo presto pensare a come chiamare nostro figlio. Io sto valutando diverse possibilità. Eviterei il nome di mio padre, Oropher. Lo caricherebbe di responsabilità eccessive. Sarebbe un paragone troppo arduo per lui da sostenere." disse il re.

La ragazza si chiese se non fosse quello il momento di dirgli la sua idea, riguardo alla questione. Vedi, vorrei chiamarlo Haldir. Sì lo so che non è carino dargli il nome dell'Elfo che mi ha fatto battere il cuore prima di te, ma ho deciso così e, sai, noi donne umane non siamo esattamente le creature più malleabili al mondo quando si tratta dei nostri figli.

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