Cap. 5 - A casa

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"Fatemela vedere...voglio vederla...quella disgraziata!" urló Edith, piombando come un uragano a casa Monrose.  Bard aveva  accompagnato Roswehn al piccolo edificio in cui suo padre e sua madre vivevano: i due quasi erano svenuti quando si erano trovati la figlia sulla porta d'ingresso.

Hannes, dopo un lunghissimo momento di confusione, l'aveva abbracciata e tenuta stretta a sé, talmente stretta che la ragazza aveva quasi rischiato di soffocare. Sua madre era scoppiata in lacrime, come Roswehn aveva previsto, ma erano lacrime di gioia, e di incredulità. I due coniugi l'avevano coperta di baci, abbracci, e fino all'arrivo di Edith, le erano stati sempre attaccati, emozionati di riaverla lì.

Bard era rimasto ospite da loro, Hannes lo aveva invitato a cena come ringraziamento per aver riportato la figlia. La burbera fioraia di Dale era stata informata del ritorno di Roswehn da alcuni cittadini che l'avevano vista entrare in città a cavallo.

"Eccoti, vagabonda che non sei altro! Quanto sono stata in pena per te!" le urló con una rabbia che era solo apparente... ma non poté trattenere la commozione, e anche lei l'abbracció con slancio.

"Ma che avete tutti quanti?" chiese la giovane donna, tentando di non farsi stringere troppo dalle braccia carnose di Edith, mentre Yohlande apparecchiava la grande tavola. "Sono stata lontano da qui solamente due mesi! Ricordate che avrei dovuto stare via un anno intero."

"Sono le notizie arrivate su di te che ci hanno sconvolto, Roswehn." le disse suo padre. "Quelle tue due lettere ci hanno fatto piombare nella paura e nell'angoscia. Non te l'eri immaginato?"

"Non capisco il motivo. Sono stata bene dagli Elfi, è stata un'esperienza meravigliosa." Rispose la ragazza, evitando accuratamente di accennare al resto. Al Lórien, ad Arnor, e a quel che era capitato lì.

"Di quelle creature parleremo più tardi. Oh se ne parleremo! Voglio sapere che ti hanno fatto!" ringhió Edith. "E se mi dirai che una di quelle bestie ti ha anche solo sfiorata con un dito, andrò in quel bosco a fargliela vedere io!"

"Non parlar così di loro, non sono animali, per favore! Ho molti amici in quella comunità. E Bard," si rivolse al suo sovrano, che ascoltava un po' divertito, un po' preoccupato. "... ti sarai accorto che hanno iniziato a pagare la nostra merce un prezzo più elevato. È stata una proposta che ho fatto io al re, e ha accettato. Spero sarai contento di questo." riveló Roswehn, con una punta di orgoglio.

"Sì, mi è stato riferito. Resta da capire, in che modo tu l'abbia convinto..." rispose Bard. A quelle parole, i genitori di Roswehn, ed Edith che in quel momento stava aiutando Yohlande a portare le cose in tavola, si voltarono a guardarla. Piombó il silenzio.

"Credo che tutti voi abbiate letto la mia seconda pergamena. Sapete bene qual è la situazione." disse la giovane, con calma. Ma non poteva nascondere l'imbarazzo, evidente dal rossore del suo viso.

"Già. Quella situazione. Non voglio rovinare la cena, perciò affronteremo più tardi l'argomento. Ma sta pur tranquilla che ne parleremo a fondo." rispose Hannes. Il suo volto era diventato improvvisamente di pietra. Roswehn non abbassó lo sguardo di fronte all'ostilità evidente negli occhi del padre.  Era determinata a difendere il suo amore per il re degli elfi. Non avrebbe lasciato che nessuno, nemmeno i suoi genitori, lo mettessero in discussione. Era la cosa più preziosa che avesse mai avuto.

"Quale questione?" chiese Edith mentre portava alla bocca un cucchiaio dell'ottimo farro saltato di Yohlande, la sua prima portata.

"Ah dimenticavo, la nostra fioraia ancora non sa..." mormoró Bard, alzando gli occhi al cielo.

Edith giró uno sguardo interrogativo su tutti. "Cioè, vi dispiacerebbe informarmi?"

"Io e Thranduil ci amiamo." annunció  Roswehn, secca.

Una rosa nel boscoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora