Chapter 31

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Nel buio sento migliaia di passi che corrono verso la porta per vedere cosa succede e se necessario pronti ad attaccare; nel frattempo quei pochi rimasti dentro si sono accerchiati attorno a me con le armi puntate alla porta. Ma non sono io quella da proteggere.
" Christofer!" lo chiamo " Dove sei? Ragazzi dov'è?" chiedo preoccupata, non deve succedergli nulla. Non me lo perdonerei mai, rimarrei con questo peso sulla coscienza a vita. Gli avevo promesso che l'avrei protetto senza riserve.
" Sono qui" mi tocca una spalla ed immediatamente sento il cuore decelerare e per accertarmi non sia uscito dalla gabbia toracica porto una mano al petto.
Hanno coperto anche lui, siamo entrambi al sicuro, almeno si spera.
Si sentono dei vocii e comandanti dare ordini del tipo " Unità 4 e 7 alle porte laterali", " Voglio dieci uomini a coprire il capo" e cose simili.
" Voglio un'unità nell'ufficio principale immediatamente. Ci sono due possibili bersagli da proteggere a costo della vostra stessa vita" riconosco la voce di Sam che sta praticamente gridando in mezzo alla confusione di militari che si spostano da un lato all'altro dell'edificio ed altri sergenti che danno altri ordini. Nel giro di trenta secondi sento una moltidudine di passi avvicinarsi alla nostra porta e coloro che ci circondano caricano le armi pronti a sparare.
" Agenti Blaze! Siete entrambi qui?" chiede una voce maschile
" Sì, abbiamo già sette uomini che ci coprono" risponde seduta stante Christofer.
Si abbassano tutte le armi e sento la stessa voce di prima ordinare agli altri di appostarsi alcuni vicino noi ed il resto alla porta e sulle scale che portano al piano superiore, il piano dove si trova l'ufficio del capo.
Pochi secondi dopo le luci si riaccendono insieme ai computer, ma sono sicura non sia stato un incidente, ma qualcosa di voluto. Non può saltare la corrente dal nulla, ci dev'essere stato un motivo scatenante.
Il proiettore inizia a mandare qualche segnale, così mi giro a guardare e collego subito.
" Nascondetevi tutti, voglio solo una decina di persone con me" ordino e così fanno.
I microfoni iniziano a fare interferenza e l'immagine del proiettore inizia a stabilizzarsi piano piano. Guardo coloro che sono rimasti con me e noto che Christofer non si è nascosto. Ma non faccio in tempo ad avvisarlo che una voce mi paralizza congelandomi il sangue nelle vene...
" Kimberly Blaze! Finalmente ci vediamo in faccia" sorride beffardo
" George! Come stai?" guarda intorno a me, lo sapevo avrebbe controllato con chi e con quanti stessi. " Cerchi qualcuno?"
" Oh! Ma guarda, chi non muore si rivede!" pronunciate da lui fanno paura queste parole, ma ancora di più se rivolte a qualcuno che stando qui rischia di morire per davvero.
" Tienilo fuori! È me che vuoi, non lui!" scatto immediatamente e lui scoppia in una risata fragorosa
" Ed è qui che ti sbagli ragazzina, tu e lui siete uniti dallo stesso filo" che vuol dire?! " Dal tuo sguardo intuisco non te l'abbiano detto.... " sogghigna " Ah! Povera piccola Kimberly" lui continua a guardarmi ed io continuo a non capire di cosa stia parlando " Kimberly, ti presento tuo nonno Christoffer"
Dire che rimango spiazzata non basterebbe per descrivere il mio stato d'animo in questo momento. Il mio nonno, il mio caro nonno. Qui con me, è sempre stato con me in questi ultimi giorni e non mi ha detto nulla. Ero io la persona che Fletcher minacciava di uccidere se lui fosse tornato. Ecco di che filo parlava...
Tutte quelle somiglianze e quelle familiarità. Come ho fatto a non riconoscerlo?! E in che guaio l'ho cacciato?!
Cerco di non dare a vedere il mio stato di shock e rimango impassibile davanti alla notizia. Penseranno sarò la persona piu insensibile sulla faccia della Terra, ma non è ora di piangere il ritorno di una persona.
" Davvero Kimberly?! Rimani impassibile?!" chiede stupefatto dal mio atteggiamento persino la persona più crudele del pianeta, figuriamoci allora tutti coloro che stanno qui che immagine si sono fatti di me in questo momento.
" Che cosa ti fa pensare che io non lo sapessi, George?" chiedo fingendo di ridere della sua stupidità
" George è solo per amici e parenti" risponde tagliente
" Ma dai, sappiamo così tante cose l'uno dell'altra che possiamo considerarci amici praticamente da una vita" lo stuzzico
" Tra amici non ci si sfida, però" ribatte riferendosi chiaramente al mio coinvolgimento in questo caso
" Chi ha parlato di sfida? Io e te stiamo solo giocando, come fanno dei veri amici" controbatto sprezzante
" Attenta Kimberly! Mai sottovalutare il proprio nemico..." mi avverte
" Infatti, non lo sto sottovalutando, piuttosto direi valutando" lo guardo dritto negli occhi e lui fa altrettanto per pochi secondi ancora.
Non sa come rispondere, così ride, mi concede questa sua ultima risata di cuore prima di chiudere ogni contatto. Prendo un respiro profondo non appena sento dei piedi camminare verso di me all'unisono e so già di chi si tratta.
" Agente Blaze! È percaso uscita pazza?!" il capo
" Kimberly! Ma come ti è saltato in mente?!" e Sam.
Mi giro, ma non verso di loro, non li ho nemmeno ascoltati. Ho occhi solo per quell'uomo all'angolo, che mi guarda preoccupato da quei suoi pozzi azzurri, emana timore ed ansia da tutti i pori della sua pelle. Lo percepisco. Ha paura della mia reazione, sicuramente non voleva che lo scoprissi in questo modo. A questo punto tutte le persone presenti nella stanza fissano me e lui con degli sguardi preoccupati, non sanno nemmeno loro se per il timore di una mia sfuriata o per non avermi detto nulla.
Ma a discapito dei film mentali che si sono fatti corro verso l'uomo difronte a me e mi fermo a pochi centimetri da lui. Avverto il suo respiro pesante ed affannato, come se avesse appena finito di correre una maratona per vincere contro Usain Bolt. Mi guarda ancora impaurito ed io faccio lo stesso, ma evidentemente questa volta non riesce a capire le mie intenzioni. Lo guardo ancora per qualche istante e poi lo abbraccio con tutta la forza che ho lasciandolo di stucco, ma nemmeno passano un paio di secondi che lui ricambia con la mia stessa forza.
Ho ritrovato il mio amato nonno! Quello da cui mi hanno separata! Quello che bramavo di reincontrare! Quello per cui ho pianto svariate notti! Quello che mi ha insegnato a non arrendermi mai! Quello che ha dominato il mio cuore per tutto il tempo che siamo stati lontani l'uno dall'altro! Quello che mi ha dato la forza ed il coraggio di affrontare la mia vita! Quello che mi ha esortato a portare a termine la missione! E quello che ora non lascerò andare mai più!
" Perchè non me l'hai detto subito?" gli domando sciogliendo di poco l'abbraccio, quel tanto che basta per guardarlo negli occhi. In contemporanea il capo ordina a tutti di uscire per lasciarci un po' soli. Christoffer aspetta di essere soli per rispondermi e poi sospira.
" Se te lo avessi detto appena incontrati non mi avresti mai creduto, io e te abbiamo bisogno di fidarci di una persona prima di credere a ciò che dice. Siamo uguali in fin dei conti" sorride mentre fa spallucce e poi mi accarezza premurosamente i capelli. Io mi lascio coccolare poggiandomi al suo petto e permettendogli di abbracciarmi ancora una volta.
" Mi sei mancato tanto" affermo sentendo le lacrime rigarmi ripetutamente le guance e accidentalmente mi scappa un singhiozzo.
" Potrei dire lo stesso, ma mentirei se te lo dicessi" scatto a guardarlo negli occhi e lui si appresta ad asciugarmi le lacrime con i pollici " è indescrivibile la mancanza che ho provato nei tuoi confronti, non c'è alcun termine in grado di darne la giusta misura"
Inutile dire che piango ancora di più e lui prontamente mi stringe dinuovo tra le sue braccia, ed io mi sento finalmente a casa dopo tanto tempo. Lo stringo anche io ma ho consumato gran parte delle mie forze piangendo di gioia per aver ritrovato mio nonno.
" Sai, i miei amici sarebbero voluti andare in Svezia quest'anno in vacanza, ed io ero felice perchè finalmente sarei potuta venire a cercarti, ma la missione me lo ha impedito. Ma mi sbagliavo, è stato proprio grazie ad essa che ho potuto riunirmi dinuovo a te" racconto
" Allora prima di buttarlo in prigione dovrai ringraziare Fletcher" ghigna ed io lo imito.
Restiamo per qualche minuto così, nel più totale silenzio della stanza a goderci l'uno l'abbraccio dell'altra. Improvvisamente mi ritornano un sacco di ricordi alla mente e ritorna nitido quello del nostro addio, e l'ultima lacrima solca il mio viso.
" Promettimi che non ci lasceremo mai più" lo supplico
" Non te lo prometto, te lo giuro" e d'istinto sorrido a trentadue denti
" Ti voglio bene" dico con la voce camuffata dalla sua maglietta "nonno" aggiungo infine. Avverto le sue braccia fare una pressione maggiore rispetto a prima.
" Anche io piccola, anche io"
* * *
Il tempo di tornare in noi ed abbiamo raggiunto gli altri nel piano dell'ufficio del capo. Qui ci immergiamo nella confusione più totale: militari che corrono da una parte all'altra controllando la sorveglianza ed assicurandosi, nonostante non sia successo nulla, che tutti stiano bene; altri agenti sono incollati ai monitor dei computer ricontrollando tutti i sistemi di baypassaggio che possono essere stati attuati ed assicurandosi che i sistemi informatici siano al sicuro da virus esterni e pericolosi.
Nel frattempo ci ha raggiunto anche il DISS, non so cosa ci facciano qui o chi li abbia chiamati, ma sono sicura fossero venuti per altro, non per quanto appena accaduto. Non sarebbero mai arrivati in tempo per questo black out voluto da Fletcher. Volto lo sguardo verso la finestra che dà sullo spiazziale dei parcheggi e noto altri suv neri occupare i posti liberi, e da essi scendono altri agenti con auricolare all'orecchio ed un completo nero, chi non è del campo non riuscirebbe a vedere la differenza tra loro e noi della CIA.
" Chi sono gli agenti che escono dai suv?" domanda mio nonno avvicinandosi all'orecchio in maniera tale da assicurarsi che nessuno ci senta, cosa impossibile data l'incessante confusione che regna in questo momento in caserma.
" Sono del DISS" gli replico per poi voltarmi verso di lui, e dalla sua faccia intuisco fosse partito per la Cina prima che istituissero il DISS " Dipartimento Interno Sicurezza Statale, è una sezione dell'esercito istituita nel 2010" spiego brevemente
" Cosa ci fanno qui?"
" Non ne ho la più pallida idea" rispondo sinceramente " Ma c'è solo un modo per scoprirlo" inizio ad avviarmi verso il direttore del DISS, Liam Rogers
Sam guarda prima Liam e poi me sperando in una mia spiegazione che gli nego facendo spallucce, ne so quanto se non meno di lui. Ho come l'impressione che qui l'unico a sapere il motivo del loro arrivo sia il capo, così cambio direzione e cammino verso quest'ultimo.
" Agenti Blaze, si può sapere come ci è arrivato qui il DISS?" chiede curioso e forse anche un tantino furioso il capo
" Non li ha chiamati lei?!" a questo punto mi domando per davvero se siano agenti del DISS o spie di Fletcher.
Tasto la schiena alla ricerca della prorompenza della mia pistola, ed una volta trovata faccio cenno ai due sergenti che si trovano nelle nostre vicinanze di acquietare tutti e un minuto dopo tutto torna in silenzio ed al suo posto. Finalmente tutti iniziano ad accorgersi della presenza del DISS in caserma.
Mi dirigo verso Liam Rogers affiancata dal capo, che ne vuole sapere tanto quanto me di questo loro arrivo improvviso.
" Liam Rogers" saluta con un cenno della mano il capo " Non mi aspettavo il vostro arrivo, a cosa devo questa visita?" ma il direttore del DISS guarda gli agenti alle nostre spalle e la stessa cosa faccio anche io assicurandomi che mio nonno sia rimasto tra la folla, e per fortuna così ha fatto.
" Chi è l'agente Blaze tra di voi?" chiede ad alta voce, sono qui per lui, ma non permetterò che lo trovino e lo portino via, ci devono solo provare e dovranno istituire un nuovo DISS.
" Mi dica" incrocio le braccia al petto aspettando che apra bocca
Ma, contro le mie aspettative, Liam Rogers mi sorpassa con una spallata senza degnarmi nemmeno di uno sguardo. Ne ero certa fossero qui per lui e non per me. Seguo i suoi movimenti con lo sguardo. Con la coda dell' occhio vedo il capo guardarmi preoccupato, ma non so se per le mie intenzioni o per mio nonno.
Immediatamente tiro fuori la pistola e la punto alla nuca del direttore del DISS che alza le mani in segno di resa.
" Punto primo, il capo non l'ha invitata ad entrare; punto secondo, può essere il direttore della sezione dell'esercito più importante dello stato, ma l'educazione penso gliel'abbiano insegnata anche a lei, quindi è pregato di mostrare il dovuto rispetto al capo della CIA; e punto terzo" abbasso la sicura e poso l'indice sul grilletto " le ho detto che sono io l'agente Blaze" marco le parole con tono minaccioso.
Il direttore del DISS si gira verso di me e sorride oserei dire quasi compiaciuto se non divertito dal mio comportamento.
" Mi avevano accennato del tuo caratterino, ma mi permetta di dirle che è veramente emozionante vederlo di persona" la sua risposta mi lascia interdetta, ma non lo do a vedere " Mai pensato di arruolarsi nell'esercito?"
" E lei ha mai pensato nell'arco di questi minuti di rispondere alla domanda del capo?" controbatto sfacciatamente per ricevere un'altro dei suoi sorrisini e per poi vederlo voltarsi verso il capo
" Cerco l'agente Christofer Blaze" risponde con le mani ancora alzate
Il capo mi guarda e mi esorta ad abbassare la pistola, ed io, anche se controvoglia, ubbidisco e riposiziono la mia pistola tra il pantalone e la mia schiena e lascio che il metallo freddo dell'arma venga a contatto con il calore della mia pelle.
" Per quale motivo?" non poteva semplicemente negare la sua presenza?!
" Vogliamo solo assicurarci che sia al sicuro e, se la nipote ce lo permette, vorremo potergli chiedere il motivo del suo arrivo" completa la frase spostando lo sguardo su di me.
Alza le sporacciglia aspettando che io gli dia il permesso. È esattamente come me: sicuro di sè e senza timore di chi gli sta difronte. Mi piace questo Liam Rogers. Lo guardo accennando ad un mezzo sorriso e poi mi volto verso il capo con le orecchie ben aperte per ascoltare la sua risposta.
" Tornate tutti a lavoro" si rivolge agli altri agenti che immediatamente riprendono qualsiasi cosa stessero facendo e poi posa nuovamente il suo sguardo su Liam " Il mio ufficio è alla vostra destra" enfatizza il concetto indicando la strada con la mano. Liam strafottente Rogers sorride e fa cenno ai suoi uomini di seguirlo e così fanno. Io resto accanto al capo e ci raggiungono sia Sam che mio nonno.
" Datti una calmata Kim" mi rimprovera Sam
" Quello vuole mio nonno, e quando il DISS cerca una persona sono guai. Permetti che ne sappia qualcosa?" ribatto nervosamente
" Sam, tu assicurati che i sistemi informatici siano privi di virus e cerca di far rintracciare il luogo da cui è avvenuta la videochiamata. Christofer, lei viene con me. E per quanto riguarda lei signorina Blaze, lei si assicuri che gli uomini del DISS siano disarmati" questi sono gli ordini del capo ed immediatamente facciamo come ci è stato detto senza farcelo ripetere una seconda volta.
Certo avrei preferito entrare con mio nonno in ufficio, avrei voluto sapere cosa vogliono da lui e come hanno fatto a sapere del suo arrivo. Avranno qualche spia anche loro? Ma anche se così fosse, ci siamo assicurati che nessuno ci abbia visti quando siamo scesi dall'aereo ed abbiamo usato false identità per uscire dall'aeroporto. Almeno che qualcuno non mi abbia seguito fino in Cina e poi sia tornato con noi sull'aereo per il ritorno. Possibile non me ne sia accorta? O possono aver intercettato la nostra chiamata ed hanno aspettato che tornassimo per venire a cercarci. Ormai non mi meraviglio più di nulla, so di cosa è capace il DISS.
Ricordo ancora quei due giorni passati tra tutti quei militari che mi guardavano da testa a piedi come fossi una criminale... Forse è da allora che è iniziata la mia passione per il servizio militare.
Come dimenticarsi quei giorni, mi spunta ancora un sorriso quando ci ripenso. Stavo facendo i miei soliti servizietti da piccola stalker in un parco, quando questi uomini in nero e con gli auricolari si avvicinarano a me. Così iniziai ad allontanarmi quatta quatta nella speranza di raggiungere un posto in cui nascondermi e quindi seminarli. Ma allora non avevo ancora le capacità che ho adesso grazie a quanto ho imparato dalla CIA, non avevo che quattordici anni, e così mi sono riusciti a prendere e mi hanno portato dal DISS canadese. Fui interrogata dal direttore in persona, Colin Hunt, un quarantenne dall'aspetto tutt'altro che minaccioso. Gli risi in faccia quando mi chiese il perchè stessi spiando quel ragazzino, che non era nient'altro che uno dei tanti ragazzi che stava con Emily ma se ne andava in giro a fare il galletto con le altre. Gli risposi che non era uno spacciatore che mi doveva dei soldi per l'erba che gli avevo dato per spaccio, quindi non c'era da preoccuparsi. Mi mostrò tutte le foto che mi avevano scattato mentre mi arrampicavo sugli alberi oppure mentre stavo pedinando qualcuno. Mi spiegò che in Canada, come in qualsiasi altra parte del mondo, quello che stavo facendo era violazione della privacy e potevo rischiare o di pagare il risarcimento alla persona che stalkeravo o alla sua famiglia, oppure una denuncia e quindi il carcere. " Arrestatemi allora, credo che i soldi li terrò per comprarmi una nuova macchina fotografica" ammiccai e gli porsi i polsi. Mi tennero in caserma per due giorni, i miei erano in viaggio di lavoro e con mia sorella non so cos'abbiano fatto, ma era comunque troppo piccola per ricordarsene o rendersene conto. E in quei due giorni ho picchiato più persone di quante non ne abbia picchiate in due anni di servizio alla CIA. Che poi erano tutti ragazzine della mia stessa età che mi provocavano, ma quella che veniva punita ero io per colpa della mia irascibilità. Comunque devo ammettere che è grazie a loro se la CIA mi ha scovato tra le tante persone che vivono in America...
Nel frattempo ho raggiunto la massa uniforme di uomini in nero e con gli auricolari.
" Divitetevi in due file! Mi è stato ordinato di assicurarmi che siate disarmati, e mostratemi i vostri documenti" ordino ad alta voce per farmi sentire e rimango sorpresa dalla loro obbedienza, pansavo non averebbero prestato ascolto ad una ragazza come me.
Forse aver minacciato il loro capo è servito a guadagnarmi il loro rispetto...

Hate To Love {COMPLETATO}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora