Arrivo a scuola tutta felice, ancora curiosa dell'espressione che farà quel pazzoide di Richard quando mi vedrà... mi riconoscerà? Resterà a bocca aperta?
Rido al solo pensiero...
Eppure, non chiedetemi perchè, ho un brutto presentimento, come se qualcosa di vermante brutto mi stia per succedere. È una cosa che mi è capitata poche volte nella vita. Per la precisione solo due: quando ho dovuto abbandonare mio nonno, la persona più cara a me prima che arrivasse mia sorella e di cui non ho avuto più notizie e mi manca come non mai, ed oggi.
È qualcosa tipo sesto senso e funziona sempre perfettamente, anche quando si tratta di interrogazioni o altre piccole sciocchezze, è raro che mi sbagli. Da un lato mi spaventa, ma dall'altro mi affascina perchè è una cosa di cui molti se ne vantano ma in realtà solo a pochi "funziona". È curioso come la natura scherzi con la mente di certe persone, le fa essere convinte di essere qualcuno che non sono.
Ed oggi si ripresenta quella brutta sensazione che mi divora corpo, mente ed anima e che ho provato prima che salutassi mio nonno per quella che, a mia insaputa, è stata l'ultima volta. E ora che ci penso, questo spiega il perchè di quei continui abbracci e di quegli occhi velati di lacrime. Inizialmente pensavo che fosse per colpa della nonna che nuovamente aveva tirato il nonno in una di quelle sue scomode conversazioni su sentimenti negativi e opprimenti riguardanti lei che erano causati dal nonno, ma erano insensati; subito dopo aveva degli sacatti d'ira per colpa dell'indifferenza di mio nonno che ormai si era arreso e la ascoltava, anche se ne sono poco sicura che lo facesse veramente, in silenzio. Questa è una caratteristica che ho preso da lui. In realtà io e nonno siamo praticamente uguali, in tutto e per tutto, addirittura fisicamente: sono mio nonno versione femminile.
Nonno era un uomo alto, con degli occhi verde acqua spettacolari contornati da un verde molto chiaro, i capelli erano biondi ed aveva un fisico estremamente atletico.
Mi manca molto... si chiamava Christofer Blaze, ed avevo uno stretto rapporto con lui, talmente stretto che era l'unica persona con cui mi confidavo per quanto potessi fare da piccola. Sapeva anche di quanto io iniziassi già da allora ad odiare i miei genitori, ma lui ogni volta mi ricordo la delicatezza con cui mi asciugava le lacrime dai miei occhi azzurro oceano e mi diceva che i miei genitori stessero facendo tutto ciò per me. Eppure, quell'ultima volta che l'ho visto, prima di essere strappata via dalle sue braccia dai miei genitori, lessi nei suoi occhi lo stesso odio che provavo io nei loro confronti... da cosa lo capii? Non cercò di convincermi del contrario come faceva le altre volte. Mi guardava come se fossi l'unica cosa interessante da guardare in quella casa ed in quel giorno.
Al solo pensiero mi scende una lacrima che mi affretto ad asciugare prima che altri possano vedermi e scendo dalla macchina entrando a scuola con ancora quel brutto presentimento che mi assale: il presentimento di perdere qualcuno a me molto caro.
A tutte le persone a me care, anche se sono poche, avevo pensato, letteralmente a tutte ma non a lui...
Richard...
Le orecchie ovattate non mi permettono di decifrare abbastanza bene il tonfo del mio zaino che cade sul pavimento attirando l'attenzione di tutti su di me: li fisso e basta.
Sento solo il mio cuore accelerare i battiti e le mani stringersi in due pugni talmente forti che ho le nocche bianche. Giuro potrei spaccare il mondo intero e sbriciolarlo come un biscotto. Caccio via le lacrime che minacciano di traboccare dagli occhi.
Richard stava baciando Juditte...
JUDITTE!!!
Tra tutte le miliardi di ragazze nel mondo proprio LEI?!?! No davvero sarei anche riuscita a capacitarmene se lui volesse soltanto usarmi e sarebbe poi corso nelle braccia di un'altra, prima o poi... ma QUALSIASI altra ragazza, davvero, ma NON LEI!!!
Al tonfo del mio zaino Juditte si stacca e si gira verso di me con quella sua faccia da non specifichiamo cosa, da prendere a schiaffi, in stile dispettoso. Richard invece mi guarda a bocca aperta, come fosse stupito di ciò che fosse successo... ma a me non frega nessuno!!! Lo so che sta fingendo e DIO SE LO SO!!!
" Kimberly... non è com-"
" SO PERFETTAMENTE QUELLO CHE HO VISTO!!! DI LORO MI FIDO ANCORA..." affermo con severità e freddezza indicando i miei occhi.
Guardo entrambi gli idioti in cagnesco, ma la "brava" ragazza con uno sguardo assassino. Sarei in grado di prendere la pistola dal mio zaino e vedere la sua vita sfuggirle dagli occhi.
" Ohhhhh, poverina! Guardatela! La povera piccola Kimberly sta per mettersi a piangere?! Vieni qui che ti consolo" e la scema si avvicina a braccia aperte.
Bene, ora posso romperle entrambe le braccia e strozzarla...
" Questo è ciò che si riceve prendendo ciò che è MIO!" sussurra nel mio orecchio sulla puta dei piedi.
Chiudo gli occhi e la sento ridacchiare in modo civettuolo, quella risata che tanto odio. La sento, sta prendendo possesso di me e vuole sfogarsi con qualcosa di più soddisfacente che un misero sacco da boxe: la rabbia...
Non riesco più a trattenermi e scatto: la prendo per i capelli legati in una coda alta e la tiro verso di me così forte che se avessi fatto un po' più forza credo le avrei staccato tutti i capelli. La avvicino alla mia faccia, lei è spaventata e cerca di allentare la mia presa attorno ai suoi capelli, ma io le tolgo le mani dalle mie e, con tutta la forza che ho, le tiro uno schiaffo. Le esce un grido di lamento, ma non ci bado.
La sua faccia ormai è marchiata dal segno rosso carminio della mia mano... ho paura che stia uscendo la vera Kimberly, quella che non volevo qualcuno vedesse... hanno trovato il mio punto debole: Richard. Quel maledetto ragazzo!!!
Proprio nel momento in cui stavo per tirarle un altro schiaffo che probabilmente, rispetto all'altro, le avrebbe lasciato un livido, sento qualcuno immobilizzarmi, e non può essere uno qualunque, solo uno addestrato. Un grido di frustrazione e lieve dolore esce dalla mia bocca.
Apro gli occhi, prima stretti a causa del dolore, e vedo Sam guardarmi con occhi sbarrati.
" Kimberly..." sussurra spaventato, poi si schiarisce la gola " vieni con me!" Mi tira su e cerca di calmarmi notando il mio stato che incuterebbe paura persino alla persona più insensibile sulla faccia della terra. Mormora frasi nel mio orecchio che non ascolto veramente, avendo solo orecchie per i lamenti esagerati di Juditte. Quest'ultima è riversa sul pavimento mentre si accarezza la testa, i cui capelli lunghi erano stretti nelle mie feroci mani pochi secondi prima, piangendo e facendo scenata davanti a tutti, preside compresa.
" Ma smettila di fare la mezza morente che se avessi voluto ti avrei uccisa da un pezzo, dovresti solo ringraziarmi della misericordia che ha avuto Dio nei tuoi confronti venendoti a salvare!!!" esclamo infastidita dal suo comportamento fasullo che cerca solo di attirare l'attenzione.
Nel frattempo Sam continua a tenermi stretta per i gomiti e stringe la presa cercando di farmi zittire; con la coda dell'occhio invece vedo Corynn, Rachel, Jason e per mia sfortuna anche Richard guardarmi impauriti e preoccupati.
Una volta resosi conto che se rimanessi ancora un po' qui la situazione peggiorerebbe, Sam mi porta fuori con la mano stretta al mio gomito sotto lo sguardo di tutti. È in uniforme, il che significa fosse in servizio... ma che ci faceva qui a scuola? Nessuno può averlo chiamato perchè ci sarebbe voluto del tempo finchè fosse arrivato, il che significa che stesse già qui. Ma perchè?!
In testa girano come trottole migliaia di domande, ma nessuna risposta riesce a fermarle...
Sam mi porta nella macchina della polizia con uno sguardo di disapprovazione e di delusione che viene ricambiato da parte mia con uno rabbioso.
" Posso sapere cosa ti è preso?" Mi chiede rompendo il silenzio, difiniamolo così, nel mezzo del traffico newyorkese.
Non rispondo, volto il mio sguardo verso il finestrino. Quando sono arrabbiata non parlo, cado in una specie di mutismo selettivo che di selettivo non c'è nulla in quanto non parlo con nessuno. Mi trasformo in una ragazza asociale che la trovi ovunque ma solo vicino alle finestre che guarda un punto indefinito davanti a sè meditando su niente di preciso. Dipende dalle situazioni.
Volete sapere cosa stavo pensando in quel momento?
VENDETTA.
Mentre tiravi Juditte per i capelli mi è tornata alla mente l'immagine di Fletcher e di ciò che avevo letto sul dossier: una figlia...
Juditte Fletcher? Vi fa suonare qualche campanello? Se sì, allora siete sulla giusta strada: Juditte è la figlia di Fletcher. E Fletcher mi faceva pedinare da quella stupida nanetta e cosa fare per buttarmi giù di morale, toccando il mio punto debole? Togliermi Richard.
Perchè vendetta vi starete chiedendo? Perchè lui è la causa di tutto, la feccia dell'umanità che ha rovinato la vita del mio amico, di suo fratello e ora la mia togliendomi una delle poche persone a cui tengo.
E ciò che mi dà più fastidio è che Richard stesse ricambiando il bacio... CHE SCHIFO!!!
Mi fa ribrezzo il pensiero che io abbia baciato e mi sia fidata di un ragazzo tanto viscido quanto Richard, ciò a dimostrazione che la mia tesi iniziale su di lui era vera.
" Meno male che io ero lì, altrimenti avresti finito con l'ammazzarla" sospira Sam ed io lo guardo male
" Quello era il mio intento" ribatto senza scrupoli.
" Se vuoi farti arrestare fa pure, se sei pronta a lasciare il tuo lavoro avevi la strada spianata e hai ancora la possibilità di farlo, ma poi non venire da me piangendo misericordia e perdono"
" Forse sarebbe meglio se mettessimo un bel punto fermo a questa mia vita da schifo. Cos'altro può andarmi peggio?"
" Che ti demoralizzi e lasci togliere ossigeno per altri a Fletcher e company"
Lo guardo cercando di capire i suoi motivi, e lo fa perchè ha veramente speranza in me; sa che se voglio posso farlo fuori, ma non posso se sono demoralizzata. Questa è stata la pecca di tutti quelli prima di me: si sono lasciati demoralizzare da lui e ci sono rimasti fregati, ma io sono più furba ed astuta di lui e non mi lascio demoralizzare per uno stupido come Richard!!!
No, sono troppo orgogliosa e, forse sì, anche testarda per farlo!!!
***
Sam mi ha riportata a casa promettendomi di chiamare Jason in modo da chiedrgli di andare a prendere Jess e riportarmela a casa.
Mi ritrovo nel silenzio di questa grande casa seduta sul davanzale della mia finestra abracciandomi le gambe. Guardo fuori e vedo due piccoli passerotti inseguirsi e cinguettare felicemente. Peccato per loro che in fondo all'orizzonte arrivi una nuvola carica di tempesta, pronta a svuotarsi qui a New York. Quella sarei io in questo momento... voglio solo piangere. Eppure non ci riesco, è da 8 anni che non ci riesco: da quando ho abbandonato il mio amato nonno.
Poi mi viene in mente la faccia di quel deficiente di Richard mentre baciava la sua ex, o meglio, la sua "nuova" ragazza. Che c'è? Non ero abbastanza per lui? Non ero ai suoi livelli? Ovvio! L'ho persino detto io all'inizio dell'anno. Ma cosa mi è saltato in mente che mi ha fatto cambiare idea?!?!?!
Sono una grande idiota!!!
Voglio dire, l'avevo capito sin dal primo momento che lui non era un bravo ragazzo come Corynn e Rachel me l'avevano descritto... Tutt'altro; è il ragazzo più egocentrico ed egoista che abbia mai conosciuto, uno sfruttatore di prima categoria!
Per non parlare poi degli scadenti modi che usa Fletcher per spiarmi... questo è stato davvero un colpo basso.
GUERRA VUOLE? CHE GUERRA SIA ALLORA!!!
Si preparino tutti quanti perchè la fine del mondo è stata anticipata.
Ho bisogno di qualcuno che mi trovi la sua esatta posizione e che mi dia delle precise informazioni su dove attaccare e come farlo... e so già chi potrebbe farlo.
Tra una settimana attaccherò e sarò più feroce che mai. Non la passerà liscia...
Inizia a preparare il testamento e chiama le pompe funebri per la tua bara caro Fletcher, perchè la morte ti sta bussando alla porta: ti farò capire cosa significa perdere le cose a te più care e nel tuo caso la tua stessa vita.
***
" Kim! Siamo arrivati!" grida Jason e Jessica sale in camera sua alquanto stanca. Bene, vuol dire che crollerà immediatamente e potrò parlare tranquillamente con Jason.
" Senti Kim, mi dispiace per..." lo interrompo zittendolo
" Juditte è la figlia di Fletcher, che quest'ultimo ha usato per spiarmi e per credere di indebolirmi baciando Richard" spiego
" Wow! Che farai adesso, allora?"
" È qui che entri in gioco tu, caro Jason"
" Ti ascolto"
" Dovrai entrare nella gang, o come la vuoi chiamare tu, di Fletcher per una sola settimana, o meglio sei giorni, in modo tale da darmi tutte le informazioni così che posso attaccarlo"
" Per una settimana?!" annuisco
" Lo senti questo rumore?" indico un punto indefinito e lui presta attenzione negando con la testa " È il ticchettio della vita di Fletcher, e sta per fermarsi" spiego con un sorriso maligno.
Sembra molto sadico come pensiero ma succede questo quando ci si mette contro di me, sono sempre stata molto vendicativa e giustiziera sin da quando ero piccola e non smetterò di esserlo fin quando non ti troverò Feltcher. E quando lo farò non ti lascerò nememno dire le tue ultime parole. E prima ti farò assistere con i tuoi stessi occhi al fuggire della vita di tua figlia dai suoi stessi occhi...
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Hate To Love {COMPLETATO}
AçãoIn un mondo pullulante di criminali e criminalità, sono i più astuti ed i più coraggiosi a vincere. Cosa fareste se, per aiutare un amico accusato ed arrestato ingiustamente, vi offriste volontari per risolvere un caso inerente ad uno dei criminali...