Sto accompagnando Jessica a scuola con la macchina, ed è da un po' che ho gli occhi attaccati allo specchietto retrovisore. Sembra che un furgoncino nero con dei vetri oscurati ci stia seguendo e mi sono già fatta un'idea di chi possa o possano essere.
Devo trovare un modo per far scendere mia sorella e non farla seguire da nessuno...
" Jessica, ti dispiace se scendi qui e vai a piedi a scuola?"
" No, perchè?"
" C'è troppo traffico, e mi raccomando resta tra la folla e non vicino al bordo del marciapiede, okay?"
" D'accordo boss" mi fa l'occhiolino e scende tranquillamente dalla macchina, la seguo con lo sguardo e vedo con piacere che si mescola tra la folla. Nel frattempo dal furgone nessuno sembra essersi mosso. È stata solo una mia impressione o cosa?
Stiamo ancora fermi nel traffico e sembra che la mia piccola bugia sia diventata realtà, colgo quest'occasione per cercare di sbirciare, sempre dallo specchietto retrovisore, qualcosa attraverso il parabrezza oscurato del furgone nero. Lo guardo attentamente ed infine riesco a vedere una figura maschile con degli occhiali da sole in stile Matrix.
Porta una targa bianca attaccata alla tasca della camicia che sembra nera essendo che non riesco a vederne il colore. Dai lineamenti del viso oserei dire che sia un orientale oppure un filippino. Probabile mi stia sbagliando sulle caratteristiche fisiche, ma sulla provenienza sono più che certa: Fletcher.
Cerco in fretta nella rubrica il numero di Mike, anche se abbiamo litigato in questo momento è l'unico che può aiutarmi, ed una volta trovato faccio partire la chiamata.
<< Cambiato idea?>>
<< Mike, c'è un furgone nero con i finestrini oscurati che mi sta seguendo da un po'. Mi preoccupo per Jessica, l'ho fatta scendere prima di arrivare a scuola in modo tale che non la seguissero>>
<< Dove sei?>>
<< Fifth Avenue>>
<< Sai dirmi la targa?>>
<< Californiana, ST 025 NO>> attendo qualche secondo e nel frattempo faccio solo qualche centimetro in avanti con la macchina.
<< Non è riportata in nessun tabulato di informazioni californiano quella targa>>
<< Non credo Fletcher si faccia scoprire così facilmente. Sulle caratteristiche fisiche riesco a dirti poco e niente dati i vetri oscurati>>
<< Ti mando una scorta?>>
<< Non a me, a Jessica>>
<< D'accordo, ci sentiamo più tardi>> attacca
Solo Dio può sapere quanto batte forte il mio cuore e quanto io sia spaventata per ciò che possa succedere a Jessica.
Fa presto Mike, per favore!
* * *
È tutta la giornata che sto pensando alla mia piccola Jessica: cosa le faranno se la trovassero? L'avranno già presa? Cosa vogliono da lei? Perchè Fletcher mira a lei per prima?
" Kim! Si può sapere cos'hai?" chiede piuttosto furiosa Rachel.
È da un bel po' che sta parlando ma io non le presto attenzione, non sono riuscita nemmeno a pranzare tanta è la preoccupazione...
Su quella benedetta TV in mensa riportano in continuazione quel telegiornale che ormai dice sempre le stesse cose. Potrei andare a lavorarci io lì, tanto le so a memoria le notizie.
" No, niente. Sono solo un po' stanca" mento. Pare che io sia abbonata a mentire, forse non conta nemmeno più ciò che dice la mia coscienza al riguardo. Prima mi condannava in un certo senso, ma ora sembra scomparsa se non per quando parlo con Richard che qualche volta interviene... INSOMMA VUOI TOGLIERTI QUESTO RICHARD DALLA TESTA?!
" Brutte notizie oggi dalla Elementary School di New York. Ancora sotto ostaggio i bambini di tutta la scuola. Servizio di.." sento come una roccia cadermi addosso.
Lancio uno sguardo a Richard e lui fa la mia stessa cosa. Senza nemmeno parlare prendiamo lo zaino e corriamo verso l'uscita della mensa sotto gli occhi di tutti.
Io sono seduta vicino alla porta quindi faccio più in fretta, lui invece deve correre da uno degli ultimi tavoli. Corro di tutta fretta, più veloce che mai.
DOVE SONO LE SCORTE??? MIKE!!!
Sono vicino all'uscita della scuola e vedo il bidello fremarmi ma lo spingo talmente forte da farlo cadere ed esco dalla scuola. Richard è qualche cinquantina di centimetri dietro di me e anche lui corre velocissimo. Lui ha suo fratello in quella scuola ed io mia sorella.
" Veloce! Veloce!" mi esorta il ragazzo prendendo la mia mano e trascinandomi con lui in modo da correre più velocemente.
Spingiamo persone e bambini senza badarci sentendoci poi le parole, ma non mi importa affatto. Qui c'è mia sorella in gioco e nessuno tocca mia sorella!
Siamo arrivati davanti alla scuola e ci facciamo spazio tra la folla di genitori, per lo più mamme che gridano spaventate per i loro figli. La folla divide sia me che Richard così che non so dove sia finito; continuo ad andare avanti finché non arrivo davanti alla striscia gialla posta dalla polizia a indicare l'inizio della zona in cui è vietato l'accesso se non ai poliziotti. Tra tutte le macchine ed i poliziotti con le armi puntate verso la porta non riesco a vedere nè Mike nè Sam. Saranno venuti?
Vedo un gruppo di poliziotti scortare dieci uomini vestiti di nero, con quegli occhiali stile Matrix e le targhe bianche, verso le apposite macchine ed un grido si alza dalla folla di genitori.
Piano piano tirano fuori dei bambini e li danno ai rispettivi genitori, ma di Jessica nessuna traccia ancora. DOV'È? COSA TI HANNO FATTO PICCOLA MIA?
Sempre più bambini corrono verso i genitori ad abbracciarli, tutti tranne Jessica. Sto iniziando a preoccuparmi del fatto che l'abbiano fatta fuori. Sento delle lacrime minacciarmi di uscire e la folla va assottigliandosi sempre di più finche non rimaniamo io, Richard e un'altra decina di genitori. Piano piano anche gli altri genitori vanno via così che rimaniamo solo in cinque.
Jessica, per favore, fatela uscire!
" Questa bambina?" apro gli occhi di scatto e mi si illuminano gli occhi
" MIA! MIA!" grido più forte che posso e la vedo girata di spalle attaccata a Mike.
Si avvicina e me la passa in braccio delicatamente ed è adesso che la vedo piangere spaventata.
" Kim! Kim!" singhiozza.
" Sono qua piccola! Kimberly è qua!" mi inginocchio per terra tenendola sempre stretta tra le braccia mentre piange. " È tutto finito! È tutto finito! Sono qua!" le bacio la tempia e sento una lacrima rigarmi il viso. La mia Jessica è salva! È SALVA!
Avverto le sue piccola braccia stringersi di più attorno al mio collo ed io faccio lo stesso a mia volta continuando a rassicurarla del fatto che sia tutto finito e che io ora sia qui. Piange sempre più forte e capisco che le hanno detto o fatto qualcosa che l'ha fatta spaventare.
" Sono qui! Sono qui!" le ripeto senza sosta, dondolandomi avanti ed indietro cercando di farla calmare.
I genitori sono andati tutti via e siamo rimasti solo io, Ricard, i due bambini e la polizia.
" Kimberly" mi tocca la spalla qualcuno ed io alzo la testa. Riconosco all'istante gli occhi verdi di Mike e mi alzo da terra prendendo Jessica in braccio. " Ora capisci in che guaio ti stai mettendo? Chiudi tutto o andrà avanti! Vuoi che tua sorella venga uccisa o che le venga fatto del male? SMETTILA! Per favore, ammetti che la situazione ti sta sfuggendo di mano e che stai rischiando grosso una volta per tutte. Se non ti volessi bene non te lo direi, quindi fallo per me!" mi prega ma io mi volto dall'altra parte e mi dirigo verso Richard sentendo Mike sbuffare. Sa la risposta e non cambio idea; anzi proprio dopo questa cosa sono ancora più decisa a tenere il caso in modo da poter far fuori Fletcher.
" Ehi, come sta Jessica?" mi chide Richard tenendo in braccio anche lui suo fratello che però sembra essersi tranquillizzato.
" È ancora spaventata. Chissà cosa le avranno detto o fatto"
" Perchè? Perchè hanno preso di mira proprio questa scuola?" sapessi perchè...
* * *
Siamo tornati a scuola con Jessica che continua a piangere e singhiozzare. Non ha MAI pianto così il che conferma che le abbiano fatto qualcosa.
Appena entriamo gli alunni si avvicinano tutti quanti verso noi due chiedendoci cosa sia successo e Jessica nasconde la testa tra il mio collo e la clavicola. Qualche secondo dopo gli alunni si dividono in due e si avvicinano la preside con i professori di canto e di teatro.
" Avete lasciato la scuola senza permesso e lei signorina Blaze ha per giunta spinto un collaboratore scolastico facendolo cadere" ci sgrida la preside
" Certo, perchè secondo lei sarei rimasta lì a vedere dalla mensa mentre la scuola di mia sorella era in ostaggio da dei criminali?! Cosa le passa per la testa?!" contrabatto
" Non usi quel tono con me! Altrimenti mi costringe a cacciarla dalla scuola" mi addita ed io prendo un respiro profondo prima di iniziare a parlare e rischiare davvero di essere espulsa dalla scuola.
" Mi scusi, ma ci faccia tenere solo per oggi i bambini con noi. La supplico"
" Non è permesso"
" I miei non sono a casa ed io sono l'unica che può tenerla. Ce li faccia tenere, per favore" continuo a pregarla finchè non vedo i due professori con lei guardare me e Richard con sguardo compassionevole.
" Glieli faccia tenere!" gli consiglia il professore di canto. In questo momento potrei fargli una statua, davvero.
" E va bene, ma solo per questa volta. E se si fanno male la responsabilità cade su di voi. Il signorino Cooper è ormai maggiorenne e a lei manca poco." ci concede la preside ed entrambi la ringraziamo.
Tiro un sospiro di sollievo una volta che tutti e tre si allontanano.
" Kimberly! Come sta Jessica?" chiedono preoccupate Corynn e Rachel
" È ancora spaventata. Dai andiamo a fare lezione se non vogliamo che il prof di matematica ci tagli la testa" le incito e ci allontaniamo.
Saliamo fino al quinto piano con l'ascensore e ci dirigiamo verso il mio armadietto dove le ragazze mi prendono il libro di matematica.
Una volta in classe sento la parte destra del collo andare a fuoco e penso immediatamente a Jessica che ha ancora la testa attaccata al mio collo.
" Vado un secondo in bagno ragazze. Faccio veloce" e corro fino al bagno delle femmine.
Mi avvicino al lavandino, prendo un fazzoletto e lo bagno sotto acqua completamente fredda. Con il dorso della mano tocco la fronte a Jessica e percepisco calore il che significa che le stia salendo la febbre. Metto il fazzoletto bagnato sulla fronte della piccola e torno in classe. La professoressa per fortuna non è ancora qui.
Mi avvio verso il banco della fila centrale tra Rachel e Corynn e noto che nella fila alla mia sinistra ci sono Richard e Jason che chiacchierano a bassa voce per non far svegliare... Brian!
Speriamo che in queste ultime due ore la febbre si abbassi a Jessica. Poi domani e dopo domani saremo entrambe libere così potrò starle accanto tutto il tempo.
La professoressa/ Il professore entra e guarda male sia me che Richard e poi chiude la porta sbattendola e credo l'abbia fatto apposta per far svegliare i bambini. Chris a quanto pare ha il sonno leggero e si sveglia di scatto, la mia dorme peggio di un ghiro e guardandola mi spunta un sorriso. È troppo tenera quando dorme...
" Oggi ragazzi, compito!" grida apposta, lo so perchè lei non grida mai e mi sale il nervoso. Poi scusa il compito?!
Ci consegna i fogli e vedo che il mio tratta di teoria... Fantastico! E chi ha studiato matematica? Non posso consegnare il foglio in bianco!
" Siete fortunati che vi conceda entrambe le ore! Buon lavoro!" grida nuovamente e in me cresce l'istinto di tirarle uno schiaffo in modo da zittirla.
* * *
È passata un'ora dall'inizio del compito e su 35 domande io ho risposto solo a 5! Nemmeno Jessica sarebbe tanto lenta quanto me... Beata lei che è brava in matematica, PER ORA!
Sento Jessica muoversi, il che significa che si stia per svegliare: la guardo in faccia e all'istante apre gli occhi. Vispa e sveglia più di quanto non lo sia stata io il giorno del mio primo spettacolo teatrale.
" Mi fa male la testa" mi informa a bassa voce
" Ti è salita un po' di febbre piccola, è normale" annuisce alla mia risposta e si poggia nuovamente sulla mia spalla guardando il foglio.
" Questo l'hai studiato l'anno scorso. Cerca di ricordarti" mi incita ed io la guardo stupita. " Come lo so? Sei stata tutto il pomeriggio a ripetermi tutta la teoria. Riuscirei ancora a ripetertela a memoria" dice innocentemente. Strano, ma vero. Ho ripetuto non so quante pagine di teoria di matematica ad una bambina di sette anni che non ci capiva nulla, controllava solo se dicevo correttamente formule e definizioni.
" Posso metterti alla prova?" GRAZIE DIO PER AVERMI DATO UNA SORELLA COME LEI!
Incrocia le braccia sul banco facendo finta di guardare, poi indica piano piano le risposte. È scientificamente impossibile una cosa del genere! Ma a me fa comodo in questo momento...
In una ventina di minuti ho finito il compito grazie alla memoria più forte del ferro di mia sorella. Quanto la posso adorare?
" Grazie, sei una piccola genia" la bacio sulla guancia. Poi mi ricordo di toccarle la fronte e sembra che la febbre stia aumentando anzichè diminuire.
" Dovrei andare in bagno" mi avverte ed io alzo la mano sperando che la prof mi veda.
" Blaze" mi chiama, se riesce a vedere senza guardarmi avrà visto mia sorella suggerirmi, no?
" Potrei andare in bagno?"
" Il compito, l'ha finito?" mi chiede porgendo la mano, stando a indicare che vuole che glielo porti.
" Sì!" affermo e mi fa segno di poter andare, così consegno il foglio e porto Jessica in bagno.
Avrei un po' di tempo prima di rientrare in classe, il compito l'ho finito e non vedo perchè scappare. Così accompagno Jessica in bagno e dopo ci facciamo una passeggiata per la scuola in modo da far divertire, in un certo senso, la piccolina.
" Signorina Blaze?" chiede una voce maschile, e assomiglia tanto a quella del prof di canto.
" Sì?" mi volto come se nulla fosse
" Le sembra il caso di fare un giro della scuola? Venga a fare qualcosa di utile" mi invita e sto iniziando a dubitare del fatto che mi stia portando dalla preside non appena ci dirigiamo verso il teatro.
" Ehm... Posso chiederle cosa dobbiamo fare esattamente?"
" Il test di matematica lo ha finito, quindi non si preoccupi" se lo dice lui.
Apre la porta del teatro e accende le luci. È vuoto esattamente come la mia testa in questo momento. Non capisco comunque cosa voglia... Accigliata mi giro verso il professore che mi fissa.
" Non ha ancora capito?" chiede incredulo probabilmente a causa della mia espressione " È il posto che dovrà condividere con Richard non solo durante lo spettacolo, anche oggi pomeriggio" ora capisco...
" E mi conviene iniziare ora, giusto?"
" Ci è arrivata, dietro le quinte sta tutto ciò che le può servire per pulire"
La preside... Mio dio quanto vorrei che le venisse non so quale influenza in modo che non venga a scuola per un po'. Pagherei chiunque fosse in grado di farla ammalare. So che non si augura il male, ma lei è un'eccezione!
" Sempre meglio che essere espulsa, no?" fa notare mia sorella, e direi che oggi mi è di grande aiuto la piccola.
" PROFESSORE!" grido rincorrendolo e portandomi appresso Jessica " Ho mia sorella con la febbre, e le sta salendo. Non può farci pulire lunedì tutto quanto dopo aver finito le prove?"
Prima di rispondere mi guarda negli occhi severamente e poi si abbassa sulle punte dei piedi e tocca la fronte di mia sorella per provare la verità. Poi si rialza e finalmente emette parola.
" Solo per questa volta signorina Blaze, e avvisi Cooper" SI! Ce l'ho fatta!
" Certo che oggi ti faccio particolarmente comodo, vero Kim?" ed io annuisco abbracciandola finchè non sento qualcuno schiarirsi apposta la voce. Alzo la testa e vedo Richard...
" Ah, non dobbiamo più pulire oggi. Lo facciamo lunedì dopo le prove perchè ho mia sorella malata" spiego in due parole
" Grazie comunque. Intendo per oggi che hai convinto la preside a farci tenere i ragazzini" mi ringrazia grattandosi la testa. Si sente male a dirmi grazie?
" Ci mancherebbe altro" mi passa il mio zaino e sentiamo la campanella suonare il che significa che un'altra settimana è finita e nel modo sbagliato oserei dire. " Ah, e vieni alle prove sapendo a memoria tutte le tue parti. Non voglio perdere tempo" mi giro dall'altra parte e me ne pento perchè non ho nemmeno visto la sua reazione. ADESSO PERCHÉ TI INTERESSA LA SUA REAZIONE?!?!?!
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Hate To Love {COMPLETATO}
AçãoIn un mondo pullulante di criminali e criminalità, sono i più astuti ed i più coraggiosi a vincere. Cosa fareste se, per aiutare un amico accusato ed arrestato ingiustamente, vi offriste volontari per risolvere un caso inerente ad uno dei criminali...