Chapter 29

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" Dovresti venire con me" consigliai a Christofer mentre lo aiutavo con le stoviglie
" Rischierei che lui mi trovi e mi faccia fuori"
" Ho una collezione di armi a casa mia, ed ho il sonno leggero quindi al minimo rumore tiro fuori la pistola che ho sotto il letto e controllo per tutta casa, immaginati quindi quante volte lo faccio durante la notte. Staresti al sicuro"
" Lo so, mi fido di te, è di Fletcher che non mi fido. Ha delle spie ventiquattr'ore su ventiquattro molto diligenti nel loro lavoro, quindi scoprirebbe se sono ritornato o meno" mi spiega gentilmente
" È solo che credo avrei davvero bisogno del tuo aiuto e della tua presenza in generale, non so mi fai uno strano effetto" terminai sorridendo e sorpresa dalle mie stesse parole, ma mi preoccupai quando con la coda dell'occhio vidi Christofer fissarmi come se fosse entusiasta. Che si senta lusingato dalle mie parole?
" Ed i tuoi?" sospirai alla sua domanda
" Ecco... è un tasto assai dolente. Diciamo che non sono mai presenti e che per mia sorella io ricopro il ruolo di madre e di padre oltre che di sorella, sono il suo unico punto di riferimento. I miei genitori lavorano sempre e tornano la sera tardi per poi tornare sui loro computer la mattina presto, quindi davvero non sono un problema, non si sono preoccupati nemmeno dell'amico che ospito a casa" faccio spallucce
" Mhh, capisco" annuisce semplicemente lui " Amico, eh?!" sorride maliziosamente
" Sisi, Jason è solo un amico che sto aiutando, anche perchè è il migliore amico del mio rag..." mi blocco non appena mi rendo conto di ciò che stavo per dire. Non ho mai pensato a Richard come il mio ragazzo, eppure mi è venuto talmente naturale nonostante ora come ora lo vorrei morto mentre nella mia testa continua a girare come una trottola l'immagine di Juditte attaccata alle sue labbra che erano di mia proprietà di solito. " È solo un amico" sorrido forzatamente
" Hai un ragazzo?" chiese quasi stupito
" Non saprei, non ci siamo mai definiti così, poi dopo quello che è successo non credo voglia ancora essere associata a lui"
" Cos'è successo?"
" Abbiamo in comune anche la curiosità a quanto vedo" sorride alla mia risposta
" Puoi sempre avvalerti della facoltà di non rispondere o posso chiamarti un avvocato" controbatte scherzosamente
" Nono, diciamo solo che ho avuto una brutta sorpresa"
" Fammi indovinare, stavate da tanto insieme ma l'hai ritrovato a baciarsi con un'altra" afferma tranquillo come se già lo sapesse mentre io rimango sbalordita " Dalla tua faccia direi che ho ragione e ora probabilmente ti chiedi come sia possibile, semplice intuito" alza le spalle con nonchalance
" W-wow" ridacchio " te l'hanno insegnato alla CIA? No, perchè sarebbe fantastico"
" No cara, è il solito che succede. Ma credo che forse gli dovresti permettere di spiegare" sorrido amaramente alla sua frase ingenua
" Era la figlia di Fletcher quella" mi volto per vedere la sua faccia sconvolta
" Magari faceva parte del piano suo per portarti via le persone a te care"
" Non credo, diciamo che a causa di una scommessa sono dovuti stare insieme per due o tre settimane, non ricordo di preciso. Chissà magari mi hanno mentito le mie amiche quando dicevano che non aveva mai baciato nessuna" sospiro frustrata
" O magari no, c'è solo un modo per scoprirlo" esordisce porgendomi il mio cellulare " Se non è stato lui ti darà delle spiegazioni, altrimenti... beh sai come va"
Titubante prendo il cellulare e ricerco lentamente ed ancora poco convinta il suo numero in rubrica. Guardo Christofer in cerca di conferma e con un gesto della mano mi sprona a chiamarlo per poi incrociare le braccia al petto seguendo i miei movimenti con attenzione.
Il telefono fa cinque squilli ed ancora nessuna risposta, guardo l'orologio e mentre qui sono le otto di sera, in America dovrebbero essere le nove del mattino, e lui dovrebbe essere sveglio se è mattiniero come dicono. Poi ad un tratto ormai senza speranze lui rifiuta la chiamata. Sposto il telefono dall'orecchio per poi portarlo davanti agli occhi sgranati per assicurarmi che non abbia immaginato nulla.
" Ha rifiutato la chiamata"
" Riprova"
Prendo un respiro profondo e richiamo.
Poi, d'un tratto, mi ricordo di quello che mi disse Jason al telefono appena arrivata qui.
" L' amico che sta a casa mia ha detto che è dall'altro giorno che non si fa vivo e non risponde alle chiamate del nostro gruppo" spiego
" Magari si sta disperando per te"
" Non è il tipo" sorridiamo entrambi " Sai cosa? Se veramente vuole darmi delle spiegazioni mi avrebbe già chiamata miliardi di volte, evidentemente si era stancato di me e non ha voluto dirmelo. Alla fine non mi importa" concludo fingendomi indifferente quando in realtà ho una stretta allo stomaco che a momenti potrei lacerarmi l'esofago
" Se lo dici tu, ma sappi che se menti a te stessa fa più male" mi guarda un attimo negli occhi e non posso fare a meno di meravigliarmi nuovamente per la sua capacità di capirmi senza problemi, nessuno ci era mai riuscito. " Buona notte Kimberly" fa un cenno con la mano posando l'asciugapiatti sul piano della cucina per poi dirigersi in camera sua di sopra
" Notte" ricambio il saluto per poi raggiungere la mia camera non appena finisco di pulire il lavandino.
Come fa a capirmi senza sforzarsi? È inconcepibile! È come se per lui fossi un libro aperto...
* * *
Sono sull'aereo del ritorno e sono più pronta che mai a sterminare una volta per tutte il nome Fletcher dal mondo insieme a tutti i suoi seguaci, sento già l'adrenalina scorrermi nel sangue. Sono sopra le nuvole dell'Oriente pronta per tornare in Occidente dalla mia Jessy piccola ed indifesa, pronta a proteggerla anche se so che ora come ora non potrei evitare che Fletcher la prenda in ostaggio, esattamente come tutti gli altri, ma è il rischio che sono pronta a correre pur di togliere la vita a quel mostro assieme alla figlia. Già, la figlia... vorrei tanto poterle rompere l'osso del collo, ma credo che alimenterei solamente la rabbia del caro papino protettivo, e questo peggiorerebbe solo la già delicata situazione.
" A che pensi?"
Sì, ammetto che le mie doti di convinzione della gente sono notevoli e non sapevo di averle fino a stamattina, quando dopo ragionamenti logici e promesse sono riuscita nel mio intento. Non credo di meritarmi un'applauso, di più, magari solo la parola fine a questo caso. E guarda un po' come gira la ruota ritorniamo al fatto che ho bisogno di lui per mettere quella parola al fascicolo di importanza numero 2 per poi finalmente bruciarlo se non frantumarlo a pezzi, credo che l'ultima opzione sia più soddisfacente della prima.
Mi giro verso di lui e studio per l'ennesima volta il suo viso, a partire dai suoi occhi così profondi e così freddi da farti venire i brividi. Sono sempre più convinta che la tesi sull'avere dei sosia nel mondo sia veritiera. Gli assomiglia talmente tanto...
" Pensavo al da farsi" confesso alzando le spalle con non curanza
" E che il mio aiuto ti è indispensabile, ripetendo le tue parole di stamani"
" Non sai davvero che favore mi stia facendo oggi, Christofer" gli sorrido grata
" Ammetto che sei molto brava a convincere le persone, Kimberly"
" Oh, avanti per quanto altro tempo sarai ancora così freddo nei miei confronti?" incrocio esausta della situazione le braccia al petto e giro il busto verso di lui
" Fin quando non tornerò intero a casa mia"
" Lo sai che dopo ciò casa tua sarà nuovamente in America insieme a noi? E sai chi intendo per noi" gli rammento con le sopracciglia alzate per poi vederlo sospirare e chiudere gli occhi per qualche secondo
" Pensiamo a farmi uscire intero intanto" afferma provocandomi una risatina " E ridi anche?!" mi guarda sconvolto dalla mia reazione
" Scusa, ma sei così buffo quando sei in ansia. Fin'ora ti ho visto sempre serio"
" Beh, finchè non scenderò da questo coso volante non credo riuscirò a non avere ansia"
" Hai paura degli aerei?!" ora sono io quella sconvolta
" Tutti hanno paura di qualcosa, non esiste persona senza paura al mondo" mi guarda serio
" Purtroppo hai ragione" sospiro
La mia paura è quella di perdere non tanto la mia vita quanto quella delle persone che amo: Jessy, Rachel, Corynn, Jason, Travis, Sam, il capo e Rich... e il capo.
Incredibile che io pensi ancora a lui!!
" Capita spesso che pensi ad alta voce?" mi fa notare Christofer con un ghigno in viso
" L'ho fatto di nuovo, scusami"
" Capita spesso quindi... e capita anche spesso che pensi a Richard evidentemente"
" Non ti ci mettere anche tu, ti supplico"
" Ah! L'amore!"
" Smettila!"
" Ammettilo"
" Non amo chi tradisce la mia fiducia"
" A meno che non sia un certo moro, con gli occhi verde acqua, di nome Richard Cooper, nato il 27 dicembre del 1997 a New York, frequenta il quinto anno alla NYU of Music, Dance & Theatre e bocciato una sola volta per le troppe assenze ingiustificate. Evidentemente ama marinare la scuola il ragazzo. Ha un fratellino di nome Brian Cooper, nato il 5 settembre del 2009 che frequenta NY Elementary School insieme a tua sorella e..." lo fermo tappandogli la bocca
" Okay, okay, okay... come mai sai tutte queste cose?!" chiedo stupefatta
" Devo sapere con che gente ha a che fare la mia socia" mi strizza l'occhio con un sorriso sfacciato stampato in volto mentre io sospiro rassegnata che sappia più lui della mia vita che io stessa " Ammetto che sono bravo a fare ricerche" si vanta
" Dormi che mi sa l'aereo ti abbia dato troppo su di giri"
" Probabile. Grazie comunque di avermi aiutato a ricordare dove mi trovo ed avermi fatto ufficialmente perdere il sonno"
" Ahhhhh! Dolce vendetta" chiudo gli occhi con un sorriso trionfante cercando di addormentarmi
* * *
Alla fine Christofer è riuscito ad addormentarsi mentre io no, così rassegnata continuo a sentire musica dalle mie amate cuffie con il viso costantemente appiccicato al finestrino ammirando l'alba da sopra le nuvole mattiniere. È uno spettacolo a cui ho spesso assistito, a Toronto nel periodo in cui soffrivo di insonnia facevo le mie camminate notturne e assistevo continuamente al sorgere del sole. Oserei dire sia anche meglio del tramonto, perchè è il momento della giornata in cui tu sei tra la fine della notte e l'inizio del giorno nel silenzio e nella pace più totali e te lo godi con la consapevolezza che sono poche le persone con cui stai condividendo quello spettacolo in quanto il resto del mondo o non vi è ancora arrivato o dorme beatamente, come dovrebbe essere di norma.
Poi arriva, le nostre note, la nostra canzone... il nostro primo bacio. Chiudo istintivamente gli occhi ed immediatamente mi appaiono i suoi pozzi verde acqua nei quali mi ci perdo anche nei sogni ormai. È impossibile levarmelo dalla testa e per quanto io possa sforzarmi a provarci sembra che peggiori solo le cose, il che porta ad odiare me stessa ancora di più per essermi fidata di lui e per aver pensato che a lui davvero importasse di me. Ma come mi è saltato in mente?!
Poi i suoi occhi in poco tempo si trasformano nel nostro bacio e subito dopo nel bacio con Juditte. E appena questa scena mi si ripresenta davanti sento un'infinità di coltelli trafiggermi il cuore e migliaia di corde stingere il mio stomaco, per non parlare delle lacrime che sembrano voler assaporare l'aria fresca. Ma non lacrime di rabbia o nervosismo, ma lacrime di tristezza e delusione che si ripresentano dopo anni, e per meglio precisare da dopo la mia separazione forzata da mio nonno avrò pianto forse per due giorni interi fin quando non ho sentito il mio corpo disidratarsi per tutte quelle gocce salate e mai più, o così pensavo fin'ora. E come per magia sento la prima lacrima tracciare un lieve segno sulla mia gote per poi essere seguita a ruote dalle altre: solo lacrime, niente singhiozzi o quant'altro.
E mentre piango mi maledico mentalmente per essere così vulnerabile e fragile per un ragazzo che non mi merita e che non ha fatto altro che mentirmi e sfruttarmi per chissà quale assurdo motivo. Per poter vantarsi di essere stato il mio primo bacio o il mio primo ragazzo? Ma no, come poteva saperlo? D'altronde da quanto mi hanno riferito tutti quanti anche io sono stata il suo primo bacio e la sua prima VERA ragazza, tralasciando la finta relazione con la gallina strozzata.
E rieccomi qui, a piangere per lui e a pensare a quali motivazioni abbia avuto per aver baciato Juditte... Riuscirò mai a togliermelo dalla testa?!
" Bella l'alba?" chiede l'uomo che mi siede accanto. Incredibile come in tre giorni lui sia riuscito a trovare un posto tra le persone a me care senza sforzi. Annuisco soltanto non volendo farmi sentire e vedere fragile davanti a lui.
" Kimberly, girati!" ordina improvvisamente, e da qui capisco che ora non ho più via di scampo, la sua voce era chiaramente severa il che vuol dire che rifiuterebbe che io disobedissi al suo comando. Così mi volto verso di lui.
I suoi occhi si trasformano in un verde più acceso e vedo brillare quella luce che tanto odio delle persone: la pietà.
" Non ho bisogno della tua pietà, okay?!" ribatto scontrosa voltando nuovamente il mio capo verso il finestrino
" Non ho pietà di te, ma della tua testardaggine"
" Cosa intendi?" aggrotto le sopracciglia
" Finchè non ammetti a te stessa che lo ami ancora da morire il dolore aumenterà sempre più perchè si scontra con l'orgoglio"
Ed eccomi qua a dargli nuovamente ragione. È possibile che in tre giorni una persona riesca a conoscerti meglio di chiunque altro? No, è impossibile...
" Quando arriverà il giorno in cui avrai torto darò una grande festa" affermo sorridendo appena mentre lui ghigna di gusto
Forse se lo ammetto a me stessa riesco ad affievolire il dolore... Ma perchè dovrei ammettere qualcosa che non provo?! Perchè è così, no? Io non lo amo più, vero?
" Io amo me stessa e non ho bisogno di nessun'altro per sentirmi amata" ribatto cercando di autoconvincermi di ciò che sto dicendo quando improvvisamente lo sento ridere
" Eh già... Avevo capito fossi testarda, ma non così tanto"
" Ci risiamo" porto una mano alla fronte delusa " La mia si chiama determinazione, non testardaggine"
" C'è una lieve differenza tra le due: sei determinata nel tuo lavoro, ma in quanto a sentimenti sei testarda. Spesso chi è determinato è anche testardo, ma la tua testardaggine per fortuna potrebbe essere tenuta a freno se inizi ad arrenderti alla realtà, in questo caso che ami ancora il moretto" sorrido per il suo nomignolo
" Definirlo moretto è un eufemismo... è uno stangone" ridiamo insieme
" Pensi davvero che io sia testarda?" chiedo dopo un po'
" Perchè? Ti turba?" domanda accigliato guardandomi alzare le spalle fingendo indofferenza " Ti ascolto" sospiro alla sua capacità di capirmi senza sforzo
Dopo alcuni minuti di silenzio, in cui lui non smetteva di fissarmi, mi decido ad aprir bocca: " Il mio ormai ex migliore amico è convinto che io abbia accettato il caso perchè sono testarda e che la mia testardaggine farà ritrovare tutti i cadaveri delle persone a cui tengo, e pensa un po' è riuscito a convincere anche le altre mie ex migliori amiche"
Dopo aver finito il mio riassunto dell'accaduto mi giro e mi perdo negli occhi verde-azzurro di Christoffer che guardano i miei azzurri come se stessero cercando di leggermi dentro. Eppure non è per nulla inquietante...
" Questo tuo migliore amico non mi convince. Comunque in questo caso non è testardaggine ma, come ho detto prima, è determinazione. Questo è il tuo lavoro e rischi ogni giorno che una persona a te cara muoia a causa dei ciò, quindi non dar retta alle sue parole, se non ti sostiene nelle tue scelte non è un vero amico. Ci stanno i consigli e gli avvertimenti come fanno il capo e Sam e chiunque altro, ma non bisogna scoraggiare qualcuno a fare il suo lavoro"
" Eppure dicono che gli amici che ti dicono la verità siano buoni amici"
" Certo, è vero. Ma questo è il tuo lavoro Kim e la verità già la sai, ed ora più che mai hai bisogno della forza e del coraggio che ti possono dare i tuoi amici. In fondo tu non lo stai facendo per una motivazione futile o sbaglio?"
" È per Jason che lo faccio, ha affrontato e sta affrontando troppo per qualcosa di cui lui non ha colpe"
" Bene, il tuo è uno scopo nobile e per questo vai lodata. Sii forte per tutti" mi stringe leggermente il braccio come a darmi forza e coraggio di cui ora ho bisogno più che mai.

Hate To Love {COMPLETATO}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora