Chapter 3

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Mi sveglio la mattina verso le otto siccome le lezioni iniziano alle nove. Mi lavo e mi vesto ed esco dalla mia camera finendo di prepararmi con la mia solita fretta, tanto che in poco tempo io e mia sorella siamo già in macchina pronte per dirigerci ognuna verso le proprie scuole. Sento crescere in me la solita ansia che mi assale ad ogni cambio di scuola e come se non bastasse inizia la fase dei miei "dubbi esistenziali": come mi troverò? Mi piacerà la scuola? Troverò degli amici? Riuscirò a mantenere lo stesso segreto che mantengo da anni ormai, anche con i miei genitori?
Cerco di tranquillizzarmi mettendo le mie inseparabili cuffie e ascolto un po' di musica, anche se non la ascolto per davvero, infatti non fantastico con la mente per ogni canzone come faccio sempre, piuttosto guardo in un punto indefinito senza pensare a nulla di preciso. Guardo solo.
Con mio grande orrore noto che siamo arrivati alla scuola di mia sorella, la Elementary School of New York, una delle scuole più prestigiose, e se c'è un qualcosa che non ci manca sono i soldi. E come spenderli se non iscrivendo le proprio figlie a questo tipo di scuole?
" Non si preoccupi signorina, fra cinque minuti arriviamo alla sua scuola!" mi assicura, se così si può dire, il nostro autista.
" Mi raccomando Kimberly! La scuola di tua sorella è poco distante dalla tua, quindi da oggi in poi la verrai a prendere tu, eccezioni escluse!" si raccomanda mio padre.
Eccezioni che non ci saranno mai, penso tra me e me dato che con il lavoro non ci possono essere eccezioni nel caso dei miei; e a pensarci non so nemmeno che lavoro facciano, non gliel'ho mai chiesto e so solo che occupa tutta la loro giornata.
Arriviamo purtroppo davanti alla mia scuola, la NYC Academy of Music, Dance & Drama, conosciuta come la AMDD, ed inizio a preoccuparmi seriamente... Proprio all'ultimo anno ci dovevamo trasferire?
Scendo accompagnata da mio padre che deve firmare documenti e quant'altro, mentre per mia sorella ci penserà mia madre.
Entro a scuola e già mi sento gli sguardi di parecchi addosso. Ovviamente se viene una ragazza nuova accompagnata da un padre vestito in giacca e cravatta sembra sempre che siano arrivati gli alieni a conquistare il mondo. Vogliono un autografo?!
Dov'è il classico menefreghismo delle città? È rimasto ancora a letto? Dio mio se non odio le persone che ti fissano!
" Se non mi sbaglio mi avevano detto che la presidenza era all'ultimo piano" dice mio padre disorientato.
" Scusami, la presidenza dov'è?" chiedo gentilmente ad un ragazzo che non appena si gira... Accipicchia se è carino: alto, occhi verde acqua, pelle olivastra e capelli castani, portati rasati ai lati con il ciuffo al centro; davvero carino.
" Perchè sei cieca che non sei in grado di leggere?" chiede con un sorriso beffardo stampato in faccia indicandomi un foglietto su cui pensava ci fosse una piantina della scuola.
" Grazie per avermela fatta notare, peccato che tu non abbia notato che questo è il piano di evaquazione! Sei nuovo anche tu per caso?" ribatto con il suo stesso sorrisino beffardo.
Se prima i suoi amici ridevano per la sua ' battuta' nei miei confronti ora ridono per la mia risposta e la stupidità del loro amico che si crede: sarà il classico ragazzo carino della scuola che pensa di essere Dio sceso in terra solo perchè molte ragazze, ancora più stupide di lui, gli vanno dietro sbavando e stendendosi come tappeti sotto i suoi piedi.
" Vabbè, non puoi controllare altrove? Chi cerca trova!"
" Scusate" fermo due ragazze una mora occhi castano chiarissimo, l'altra rossa occhi verdi " mi sapreste per caso dire come si arriva in presidenza?"
" Certo, sali fino all'ultimo piano, vai al corridoio di destra e ci dovrebbe essere un'etichetta dorata attaccata alla porta con su scritto presidenza!" mi spiega gentilmente la rossa.
" Grazie mille"
" Sei nuova, vero? Non ti ho mai vista qui!" chiede la mora
" Ehm, sì! Vado ora, grazie ancora!" rispondo e con mio padre ci avviamo.
Notiamo con nostra grande felicità che c'è l'ascensore, almeno non dovremmo fare chissà quante scale! Ma l'ascensore non sono l'unica cosa che noto: le uniformi... Sono sicuramente molto più comode ed adatte al clima attuale rispetto a quelle in Canada. Camicette a maniche corte bianche con gonna e cravatta nera per le ragazze, per i ragazzi sono le classiche uniformi con una camicia bianca, che in molti noto portano arrotolata fino al gomito, accompagnata da cravatta e pantaloni neri anche per loro.
Arriviamo davanti alla porta della preside ed ecco che sento di nuovo tutti gli sguardi addosso...
Mio padre bussa con tutta l'eleganza e la compostezza di un tipico uomo d'affari ed attendiamo il permesso di entrare che dopo poco arriva. Mio padre apre la porta ed educatamente fa passare prima me.
Entriamo e troviamo una giovane signora, forse sui trentacinque-quarant'anni ad un computer.
" Oh, voi siete il signore e la signorina Blaze, giusto?" chiede
" Sì, è esatto, siamo venuti qui per ritirare l'orario di mia figlia, l'uniforme e le chiavi del suo armadietto" afferma con tono professionale mio padre.
" Sì, vede sono lì sulla scrivania alla sua destra ed i libri sono nell'armadietto" indica la preside e poi mi guarda attentamente. " Che scuola ha frequentato finora signorina?"
" La Royal Academy of Arts di Toronto" rispondo
" E cosa l'ha portata a cambiare città e venire qui a frequentare l'ultimo anno?"
" Il lavoro dei miei genitori"
" E che lavoro fanno?" eccola, la domanda dove dovrei dire il lavoro dei miei, ma dato che non lo so ...
" Lavoriamo per l'azienda Google" risponde immediatamente mio padre. Ora lo so, e spero di non dimenticarmene evitando delle brutte figure con la gente. Ma, d'altronde, non sono turbata nell'averlo scoperto solo ora, io non so nulla di loro come loro non sanno sulla di me.
Sono così felice che i miei non sappiano che io, già da due anni ormai, lavoro per la CIA. Da quando avevo sedici anni che indago su piccoli casi che mi vengono affidati e dall'anno prossimo sarò un membro effettivo della CIA, come un agente sotto copertura professionista.
" E tu come ti sei predisposta a questo cambiamento?" vedo mio padre tesissimo accanto a me.
" Cos'è un test di ammissione?" chiedo garbatamente.
" È qualcosa che faccio a tutti i nuovi per ' squadrarli' diciamo così!"
" Ah, capisco!" sono troppo brava a fingere, ci sarà un motivo se la mia vecchia scuola si chiamava Royal Academy e non semplicemente Toronto Academy. " Veramente non appena ho saputo del nostro imminente trasferimento qui a New York ero troppo emozionata e non vedevo l'ora che quelle lunghe nove ore e mezza chiuse in macchina finissero così da poter vedere un po' della grande mela!" spiego fingendomi estasiata, come mi hanno insegnato a Toronto.
" Perfetto! Potete andare ora! Buona giornata!"
" Grazie ed altrettanto a lei!" auguriamo in coro io e mio pardre.
" Ottima attrice, ma ora vai a cambiarti in fretta che devo andare!" mi incita mio padre, che a quanto pare ha capito stessi mentendo. Mi stanno meravigliando i miei che sanno alcune cose di me, e sto scoprendo tutto solo in questi ultimi giorni...
Mi chiudo nel primo bagno femminile che trovo e mi cambio, noto che abbiamo la camicetta a maniche corte per l'estate ed una camicia a maniche lunghe con una giacca nera per l'inverno.
Esco sentendomi ancora gli occhi addosso; ma che si conoscono tutti quanti gli alunni che si accorgono dei nuovi?
Mio padre mi saluta con un gesto distratto e si allontana con lo sguardo concentrato sul suo cellulare. Non riesce proprio a scollarsi da quel dannato aggeggio?!
Alle nove e dieci inizia la prima lezione ed ho canto alla prima ora, classe C7. Aiuto! Come ci arrivo?
" Ehi, ciao!" mi sento salutare da una voce femminile già sentita, mi giro e trovo le stesse ragazze di prima.
" Ah, ciao! Scusate ancora, ma non so dove sia la C7"
" Vieni con noi, anche noi andiamo lì!" mi esorta la mora.
" Io comunque sono Rachel" si presenta la rossa
" Ed io Corynn" dice la mora.
" Io sono Kimberly, invece!" rispondo con tanto di sorriso. Sembrano due ragazze davvero simpatiche loro due, già mi piacciono. Hanno avuto una buona prima impressione su di me. Cosa per pochi, insomma.
" Eccoci qua Kimberly!" esordisce la rossa ed entrano in classe. " Non entri?"
" Devo andare a prendere il libro" mi ricordo di scatto.
" Ti accompagno io, tu Corynn prendi i tre posti di dietro che Kimberly si siede con noi" comanda Rachel all'amica. "Allora il tuo armadietto è il 777, quindi nel corridoio centrale" mi spiega ed insieme ci dirigiamo lì.
" Eccolo!" esclamo avendo letto in piccolo il numero 777.
" Brava! Che occhio! Il libro è questo qui, poi a pranzo che abbiamo un'ora libera io e Corynn ti... come dire? Diciamo che ti 'presenteremo' il libro di ciascuna delle materie!"
" D'accordo! Grazie davvero!"
" Figurati, dai andiamo in classe!"
Arrivate in classe ci accomodiamo vicino a Corynn che ha preso posto nella fila di destra vicino al muro: io al centro, Rachel alla mia destra e Corynn alla mia sinistra.
Entra un professore alto e calvo ben vestito con soltanto il libro, a quanto pare usano molto la L.I.M che sta in classe.
" Ragazzi, buongiorno!" ci alziamo tutti in piedi e ricambiamo il buongiorno " Tu... Tu sei la nuova giusto?" chiede il professore indicandomi e squadrandomi da testa a piedi con uno sguardo freddo.
" Sì, sono Kimberly Blaze!" rispondo guardandolo dritto negli occhi.
" Ah, sisi! Sei la canadese di Toronto!"
" Girano molto in fretta le voci!" faccio notare.
" Bene, possiamo iniziare la lezione: venite alla cattedra uno ad uno e voglio sentire come riscaldate la voce, poi voglio che mi fate un acuto, un grave e poi vi farò qualche domanda di teoria. Iniziamo signorin..." si ferma guardando la porta che si apre senza che nessuno abbia bussato "Signorino Cooper! Spero che possiate giustificare il vostro ritardo!" lo rimprovera il professore.
" Oh, lui! È Richard: il più bello della scuola, il classico bad boy!" mi spiega Rachel ed io guardo il ragazzo.
" Oddio mio, anche lui!" dico scocciata a bassa voce
" Ah, sì! Tu ci hai già parlato" si ricorda Corynn.
" Purtroppo sì!" mi sento già a mio agio con loro, ma l'apparenza inganna, cerca di ricordartelo Kim!
" Mancavo al bagno di scuola!" risponde pensando di far ridere, almeno io non lo faccio.
" A posto Cooper!" grida il prof e ridacchiando il ragazzo si siede davanti a Rachel essendo quello l'unico posto libero e si gira dando le spalle al muro.
" Guarda chi si rivede!" bisbiglia lui rivolto a me.
" Spero che almeno il bagno sia stato felice di rivederti, ma ne dubito!" ribatto secca e lo vedo sorridere.
So soltanto che quando si ha una cattiva impressione di una persona difficilmente ci si sbaglia.
" Che cosa vuole che facciamo?" mi chiede guardandomi intensamente.
" Se segui capisci senza che io te lo dica!" rispondo acida e ride di nuovo.
Vanno uno ad uno alla cattedra a partire dalla fila di sinistra e poi arriva finalmente il turno della nostra fila. Finora hanno tutti delle belle voci ma riscaldano la voce in modo diverso da come lo faccio io, fanno altri esercizi.
Arriva il turno di Richard e svogliatamente si alza dalla cattedra e dopo il riscaldamento sento la sua voce: a dir poco fantastica, una tonalità tra il tenore ed il baritono.
" Ottimo Cooper! A posto! Venga signorina Wright!" fa un cenno a Rachel e Richard torna a posto soddisfatto.
Anche lei ha una voce magnifica, un mezzosoprano.
" Vediamo ora di che pasta sei fatta!" mi sfida Richard.
" Ottimo anche a lei signorina Wright! Venga Signorina Blaze!" mi incita il prof.
" Professore, io uso esercizi diversi per riscaldare la voce!" spiego gentilmente.
" Fa nulla, sentiamo! Si possono sempre imparare cose nuove dagli altri" commenta
Faccio tutto ciò che mi ha richiesto e lo vedo leggere dei documenti.
" Che scuola ha frequentato signorina Blaze?" chiede accigliato
" La Royal Academy of Arts di Toronto" rispondo.
" Infatti, era evidente... Eccellente! Un bel soprano! È inutile ti faccia le domande leggo che hai un' eccellente preparazione, quindi può andare a posto! Venga signorina Thompson!"
Torno a posto e sento Rachel darmi una piccola gomitata per ricevere la mia attenzione, che ottiene subito.
" Hai frequentato per davvero la Royal Academy?" chiede sbalordita, ma sinceramente non vedo nulla di cui stupirsi.
" Sì, come mai?" chiedo
" È una delle scuole più prestigiose al mondo in cui imparare canto, danza e teatro! E chiedi come mai sia meravigliata?" risponde Richard con tono ovvio.
" E all'ultimo anno hai cambiato scuola?" chiede Rachel.
" È per il lavoro dei miei! Ma alla fine anche questa è una scuola prestigiosa!" rispondo
" Non ai livelli della Royal Academy, però..."
Continuo a seguire Corynn e capisco all'istante che anche lei è un mezzosoprano.
Davvero delle belle voci in questa classe, soprattutto le ragazze, tutte abbastanza acute.
Nell'altra ora restiamo nell'aula di musica dove il prof ci spiega ciò che dovremmo cantare allo spettacolo teatrale di quest'anno, e rimango alquanto sorpresa dal fatto che qui facciano un solo spettacolo in un anno; a Toronto ne facevamo tre della stessa durata, uno per ogni tremestre.
Toronto... Solo al pensiero mi viene un tuffo al cuore!

Hate To Love {COMPLETATO}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora