10. Mai fidarsi di nessuno.

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Alla fine, era bastato che parlassi con Stiles per convincerlo a seguire i consigli – o meglio dire ordini? – di suo padre, ed acconsentire a restare a casa almeno per un po’ di tempo. All’inizio l’aveva fatto con riluttanza, certo, ma comunque non si era più ribellato e proprio da come gli avevo proposto io, era anche riuscito a godersi quell’inaspettata pausa da scuola al meglio.

Non che fosse poi molto piacevole restare segregati in casa, ma comunque le visite frequenti di Scott riuscivano a farci pesare di meno il tutto. Eravamo riusciti a passare delle serate divertenti, tutti insieme a casa Stilinski, e come se non bastasse non c’eravamo persi poi molto del programma scolastico dal momento che Allison e Lydia si erano preoccupate di passarci i compiti più o meno tutti i giorni.

Tutti erano al corrente del motivo che spingesse me e Stiles a saltare scuola, ma nessuno si era preoccupato per la situazione quanto noi. I nostri amici avevano continuato a frequentare il liceo normalmente, e non sapevo se ciò fosse un bene o un male. In ogni caso, dal momento che non era successo loro nulla di negativo, forse era meglio non pensarci.

Avevamo trascorso meno di sette giorni, a casa, eppure ci eravamo ormai abituati già così tanto a quel nuovo ‘‘stile di vita’’, che quando il giovedì dopo Stephen ci annunciò che venerdì avremmo rimesso piede a scuola – solo perché accompagnati – per me fu come la distruzione di un bel sogno, e per Stiles altrettanto, dal momento che l’avevo visto trattenere a malapena uno sbuffo infastidito.

Repressi un sorriso, nel ripensarci, continuando a camminare a passo lento verso la classe di biologia. Dire che amassi tutte le materie scientifiche era dire poco. Certo, preferivo la chimica alla biologia, ma comunque aver saputo di dover riprendere scuola con quella classe mi aveva resa felicissima. Io e Stiles, stranamente, eravamo riusciti ad arrivare in anticipo, quel giorno, tanto che la prima campanella era suonata da poco quando io già mi stavo dirigendo in classe.

Non avevo idea di dove fosse Allison, e seppur dovessi fare biologia con lei, non riuscivo a preoccuparmi di cercarla. Scott e Stiles erano a fare lacrosse insieme a Jackson: il giorno dopo avrebbero avuto la loro prima partita dell’anno, ed è inutile dire quanto Scott fosse nervoso al riguardo. Non sapevo nemmeno dove fosse Lydia. Ero, perciò, completamente sola. E non che fosse una novità.

Sospirai debolmente mentre componevo la combinazione del mio armadietto. Subito dopo il suono della prima campanella, il corridoio principale della Beacon Hills High School si era svuotato, riempito solo da un silenzio innaturale e soprattutto agghiacciante. Mi guardai intorno sospettosa. C’era qualcosa lì, o meglio dire qualcuno?

«Sempre la solita paranoica. Vai così, Harry», sussurrai, parlando da sola come mio solito, afferrando il testo di biologia prima di chiudere l’armadietto con un tonfo.

Ne approfittai ancora una volta per dare un’occhiata in giro, limitandomi a scuotere la testa rassegnata quando capii di essere completamente sola. Non c’era nessuno lì con me: quelle che avevo addosso erano solo brutte sensazioni. Come tanti piccoli diavoletti sempre lì pronti a spaventarmi.

Ripresi a camminare verso la classe di biologia, purtroppo ancora per nulla tranquilla. Certo, avrei potuto cercare di chiamare qualcuno e chiedere aiuto, ma in un certo senso sapevo che nessuno sarebbe venuto a ‘‘salvarmi’’. Ne ero certa. Perciò mi limitai ad avanzare velocemente verso la classe, stringendo tra le mani il libro di biologia.

Improvvisamente, il suono assordante della seconda campanella del giorno – quella che annunciava l’inizio delle lezioni – ruppe il silenzio, facendomi sobbalzare esageratamente a causa dello spavento. Nell’esatto momento in cui mi ritrovai di fronte alla classe di biologia, la Beacon Hills High School si riempì nuovamente di gente, e non mi sentii più sola. Ma…

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