thirty-eight

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La situazione non sembrava migliorare.

Certo, Hoseok faceva di tutto per provare al suo piccolo che non lo tradiva affatto, ma Jimin continuava comunque a sentirsi strano.

Non ne poteva più di quella situazione, e quindi decise di contattare Yoongi, siccome tempo fa lo aveva praticamente obbligato a prendere il suo numero.

Hoseok quel pomeriggio disse che aveva da fare insieme alla madre, quindi poteva prendersi tutta la tranquillità del mondo.

"Jimin, ciao." arrivò finalmente il maggiore nel bar dove erano stati anche in passato "cosa posso fare per te?"

Il biondo stette un buon minuto in silenzio, a torturarsi le mani, per poi alzare lo sguardo e guardare il ragazzo moro.

"Ricordi come ci siamo conosciuti?"

¤

Erano ore che ormai Jimin vagava per la città, senza sapere dove andare di preciso.

"Ricordi come ci siamo conosciuti?"

"Ci stavo spudoratamente provando con te e ti ho costretto a venire in questo posto con me" ridacchiò Yoongi, mentre sorseggiava l'ice-coffee che aveva ordinato da poco.

"Hyung, i dettagli."

"ma che domande sono? comunque...eri tipo tutto solo davanti alla scuola e mi sono buttato!"

"Tutto solo?"

"Tutto solo."

¤

Il ragazzo era tremante, -nonostante la stagione era ormai calda- prese il telefono e digitò il numero della persona più importante che aveva.

"Jimin?" rispose dopo due squilli.

"Jiminie? mi senti? pronto?"

Delle lacrime stavano già scorrendo sul viso del piccolo, che aveva ormai preso a singhiozzare.

"D-dove c-cazzo se-sei?"

"Jimin? che hai? sto tornando a casa! dove s-" la chiamata era stata chiusa, e il minore senza neanche accorgersene era già nella casa del proprio ragazzo, con le lacrime ormai secche sulle guance.

Si sentì poi improvvisamente avvolgere da delle confortevoli e familiari braccia.

"Jimin santo cielo cos'è successo?"

e lì non resistette più.

"Dovrei chiederlo io a te!" urlò, con le lacrime che presero di nuovo a scendere, poi si passò le mani tra i capelli "dannazione non capisco se sto uscendo pazzo io o cosa"

"Che cavolo è successo Jimin?!"

"Ho incontrato Yoongi!"

"Tu-"

"Che significa?" continuò, con le lacrime che non volevano cessare, e aveva iniziato a prendere a pugni il petto del ragazzo. Ormai la voce se ne stava andando.

"Mi dispiace, Dio se mi dispiace."

"Dimmi che è solo un brutto sogno!" trovò la forza di urlare, affacciandosi su Hoseok.

"Jimin, lo è."

A quelle parole sgranò gli occhi, e stava per aprir bocca, ma venne interrotto.

"Non sapevo come sarebbe finita questa storia, e non mi importava perché cazzo Jimin, mi fa bene solo il pronunciare il tuo nome: mi fa sentire libero da ogni cosa, leggero come una piuma, con te, mi sento emozionato come quando un bambino va per la prima volta a Disneyland, ed egoista, come quando un bambino non vuole far vedere e toccare il suo pupazzo preferito a nessuno." anche all'arancione ormai, le lacrime avevano iniziato a scendere prepotenti, e i singhiozzi che non volevano saperne di stare al loro posto per fare una frase senza balbettare.

"Che significa...Hoseok che significa tutto questo?" continuava ad urlare senza neanche accorgersene, continuando a stare attaccato al fidanzato.

"Lo scoprirai appena ti sveglierai..."

"Cosa?!"

"Ti chiedo solo di perdonarmi."

Forse stava letteralmente soffocando il maggiore con quelle sue esili braccia, ma non stava capendo nulla e non voleva lasciarlo.

Ma Hoseok, trovò il coraggio di staccarlo abbastanza per guardarlo negli occhi, e gli sorrise, nel modo più dolce che potesse esistere, e gli asciugò le lacrime.

"No no no no no no n-"

"È il momento di risvegliarsi principessa" disse sempre con dolcezza per poi sussurrargli "I'm your hope, and your angel"

Buio.






































































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604 parole minchia
NO NO NO NO NON MI LASCIARE AMORE MIO TI AMO AFFERRA LA MIA MANO

comunque forse devo scrivere più spesso cose drammatiche😎

fantasy, hopeminDove le storie prendono vita. Scoprilo ora