Erano passati due giorni dalla partita, due giorni in cui Elisa era sempre di buon umore come se vivesse in una bolla piena di felicità che faceva sembrare tutto più allegro e spensierato. Aveva bisogno però, di condividere questa sua gioia inesauribile con qualcuno che sarebbe potuto stare ore a sentirla fantasticare su ciò che le era successo senza chiuderle la bocca con il nastro adesivo, l'unica persona in grado di sopportare quella tortura era la sua migliore amica Michela e così avevano deciso di pranzare insieme prima che Elisa ritornasse al lavoro. La puntualità non era il suo forte, ogni volta che si impegnava ad essere puntuale capitava qualcosa; la coda per strada, le chiavi di casa e della macchina che ovviamente sparivano quando ne aveva bisogno, il cappotto che non aveva mai un posto fisso poichè veniva lanciato dove capitava a fine giornata, costringendola la mattina dopo ad intrapendere una caccia al tesoro di circa venti minuti; che la faceva ritardare. Questo succedeva così spesso che sia per la sua famiglia, sia per Michela era diventata un'abitudine aspettare la ragazza per dieci minuti in più ogni volta che avevano un' appuntamento. Come da abitudine anche quel giorno Elisa era in ritardo e la coda che si era creata in direzione di Torino non la stava di certo aiutando, in altre circostanze si sarebbe messa a sbuffare lanciando imprecazioni contro gli altri autisti ma grazie alla sua bolla di positività e spensieratezza rimase tranquilla aspettando che le auto si muovessero.
Quando la ragazza raggiunse il ristorante, con ventidue minuti di ritardo, trovò la sua amica all'entrata "Ti giuro non è colpa mia, c'era traffico.." la mora sorrise squotendo la testa "Ti potrai far perdonare pagandomi il pranzo! Dai entriamo che mi è venuta ancora più fame aspettandoti". Le due si accomodarono e dopo aver ordinato Michela invitò Elisa a raccontarle cosa le era successo domenica "Ho visto le foto su Instagram, sono proprio curiosa di sapere come hai avuto quell'autografo" la ragazza non se lo fece ripetere due volte ed iniziò a dirle come aveva fatto. Dopo una ventina di minuti abbondanti la ragazza riuscì a terminare il suo racconto "Dio tuo fratello conosce proprio tutti" esclamò la mora "Ormai non esco più con lui, ogni due metri incontra qualcuno che deve assolutamente salutare per poi starci a parlare per mezz'ora!" suo fratello era il classico ragazzo espansivo che stringeva subito amicizia con tutti, praticamente l'esatto opposto di lei; Michela continuò a commentare "Si era ricordato di te? Pazzesco" sorrise al ricordo di come era rimasto stupito nel rivederla e alla sua dedica che aveva appeso sul muro della sua stanza "Non credevo che l'avrebbe fatto, insomma chissà quante ragazza gli dedicano dei gesti carini.." "..Senza contare quante super top model e ragazze famose gli corrino dietro in Italia e in Croazia" terminò l'altra guadagnandosi un'occhiataccia da parte della ragazza seduta di fronte a lei "Grazie per avermi ricordato quanto la mia vita sia così monotona e che rimarrò zitella fino alla fine dei miei giorni" l'altra scoppiò a ridere, erano sempre state così loro due: Lei quella realista che con il suo sarcasmo riusciva a riportare sulla Terra Elisa quando volava in po' troppo con la fantasia, iniziando a farsi i suoi soliti film mentali "Ora stai esagerando dai! Se proprio vedi che la situazione è così tragica puoi comprarti un cane ma non gatto, altrimenti rischi di avere due semafori rossi al posto degli occhi!" "Ma piantala!" esclamò la sua amica prima che entrambe scoppiassero a ridere.
Prima di tornare al lavoro decise di concedersi una passeggiata per il centro di Torino. La città e il suo paese non erano molto distanti ma a causa del lavoro non riusciva a venirci molto spesso, per questo ogni volta che aveva l'occasione di trovarsi lì cercava di rimanerci il più possibile. Quando giunse l'ora di tornare a Vinovo si incamminò verso la sua macchina con le cuffie nelle orecchie e le note di Walking The Wire degli Imagine Dargons a farle compagnia. Alcuni minuti dopo fu superata da una coppia di ragazzi ed alzando lo sguardo verso la direzzione in cui stavano andando notò un gruppo di persone posizionate a semicerchio, incuriosita si avvicinò anche lei per cercare di capire chi ci fosse al centro. Alzandosi in punta di piedi riuscì a scorgere un'uomo di spalle non riuscendo comunque a capire chi fosse, fino a quando questo si girò verso di lei mostrandogli il volto del numero 17 della Juventus. Quando però Elisa notò che Mario si era mosso per avvicinarsi a lei, girò i tacchi camminando il più velocemente possibile verso la sua macchina. Quando il semaforo davanti a lei divenne rosso si obbligò a calmarsi e a ragionare su ciò che le era appena capitato: Lo aveva guardato negli occhi e quando lui aveva cercando di avvicinarsi lei era scappata a gambe levate come una cretina, così Elisa appoggiò la fronte sul volante col solo desiderio di prendersi a pugni da sola.
Mario era seduto sul divano di casa sua con il telecomado tra le mani cercando qualcosa di interessante da vedere mentre al suo fianco Blaise Matuidi si rigirava tra le mani un portafoglio " Mon frere, sei proprio sicuro di non aver visto a chi è caduto?" il croato spense la televisione e porse la completa attenzione all'amico seduto al suo fianco "Non lo so Blaise, c'era parecchia gente" anche perchè dopo averla vista scappare via così non era riuscito a fare niente se non a pensare il perchè di quella reazione, era da stupidi preoccuparsi per una ragazza che nemmeno conosceva a non riusciva a non farlo "Bhe ci sarà la carta d'identità dentro" fece il francese mentre lo apriva, Mario però lo bloccò prima che potesse riuscire nel suo intento "Non possiamo farlo! Non sarebbe legale!" Blaise non sembrò cambiare idea "Possiamo vedere il suo nome, cercarla su Instagram o Facebook e avvisarla! E molto più comodo!" l'altro sospirò "D'accordo facciamolo". Bastarono pochi minuti per scoprire a chi appartenesse l'oggetto "Non ci credo" mormorò Mandzukic mentre fissava una foto scattata due giorni fa allo stadio in cui camparivano lui e lei, la ragazza del cuore "Blaise dobbiamo andare a darglielo di persona" disse deciso spostando lo sguardo sul francese "Penso lavori a Vinovo, Claudio un giorno dopo gli allenamenti mi ha chiesto di andare in un bar che era gestito da un signore tifoso della Juve e col suo stesso cognome" sorrise "Se vuoi ti ci accompagno domani" Mario sorrise a sua volta mentre una nuova sicurezza cresceva in lui "Basta che sia il prima possibile".
ANGOLO AUTRICE
Questo capitolo è stato un vero e proprio parto! Vi avviso che gli aggiornamenti riprenderanno dopo il 5 agosto perché parto per le vacanze. Baci, Manu❤
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We Could Be Warriors
FanfictionCosa faresti se i sogni che fai ogni giorno mentre dormi o ad occhi aperti diventassero realtà? Questo è ciò che è successo ad Elisa Rimani quando dopo una semplice partita della sua Vecchia Signora la sua vita cambiò.