Si diede l'ennesima occhiata allo specchio sistemandosi la giacca prima di aprire la porta di casa per andare a prendere la macchina e dirigersi verso il centro di Torino, dove Mario la stava aspettando per potersi incontrare nuovamente. Il luogo stabilito era quello della loro prima chiaccherata "Non mi vengono in mente altri posti, scusami ma sono una frana in queste cose!" le aveva scritto la sera precedente accettando subito senza lamentarsi della località poichè l'unica cosa che le importava era di vederlo, così una volta parcheggiato si avviò con passo svelto mentre si guardava intorno con l'intento di trovarlo ma senza scarsi risultati e sconsolata prese il telefono per sapere dove fosse finito, mentre si portava l'oggetto all'orecchio incrociò lo sguardo di una cameriera che sorridendole stese il braccio destro mimandole con le labbra "Di là.", Elisa le sorrise mimandole di rimando "Grazie." inziando a camminare nella direzione indicatole. Rimase a bocca aperta quando arrivata a destinazione si trovò davanti una piccola panchina circondata da alberi, piccoli cespugli e posta davanti a uno splendido panorama che Mario era intento a guardare appoggiato al cornicione ed Elisa si ritrovò a sorridere involontariamente: quello che le si presentava sotto gli occhi era come uno dei tanti sogni che si era ritrovata a fare e non riusciva a credere che stesse accadendo per davvero "Menomale che non ci sapevi fare." esclamò avvicinandosi a lui, svegliandolo dai suoi pensieri "Alla fine sei arrivata! pensavo ti fossi persa." disse girandosi verso di lei "Non è colpa mia se giochi a nascondino!" ribattè ridendo mentre si accomodavano sulla pachina.
"Mio fratello mi ha praticamente assillato per tutto il viaggio di ritorno! Era come se avesse bevuto 100 tazzine di caffè, è riuscito a calmarsi solo a cena quando gli ho urlato di piantarla." raccontò alzando gli occhi al cielo mentre il croato al suo fianco rideva "Se non ricordo male è grazie a lui se siete riusciti ad entrare al post partita la prima volta che ci siamo visti?" chiese mentre lei annuiva "Peccato che anche quella volta abbiamo rischiato di essere buttati fuori. Ora che ti ha incontrato non fa altro che vantarsi prendendosi tutto il merito!" sospirò "Certe volte è davvero insopportabile." constatò scuotendo la testa, mentre Mario non smetteva di sorridere "Bhe devi ammettere che in fondo ha ragione, se non avesse avuto quell'idea ora non saremo qui a parlare." "Se vogliamo metterla così il merito è anche di Blaise, se non foste venuti al bar noi due non avremmo mai iniziato a scriverci" aggiunse lei "Pensavo fosse una pessima idea." ricordò lui "Eppure l'hai fatto, per quanto non fossi convinto." disse la ragazza voltandosi completamente nella sua direzione "Avevo solo paura che il piano non funzionasse." Elisa lo guardò stranita "Avevi paura che rifiutassi il mio portafoglio?" stava cercando di rimanere il più seria possibile "Non quello ma me." disse sistemandosi nella sua stessa posizione "Avevo paura che non mi scrivessi, che non mi cercassi." si avvicinò a lei "E si, avevo davvero paura che scappassi via.", a Elisa era ormai chiaro dove volesse arrivare e per quanto lo desiderasse anche lei non poteva farlo, non ora, così utilizzando tutta la sua forza di volontà si scansò alzandosi di scatto "È meglio che vada, stasera tocca a me cucinare e ho il frigo vuoto." disse non riuscendo a guardarlo negli occhi "Se vuoi ti accompagno..." tentò Mario dopo essersi schiarito la voce "Non serve, avrai qualche impegno mediatico molto più importante" lo interrupe lei "A-allora ci si sente, ciao." lo salutò camminando il più veloce possibile lontano da lui.
Nei giorni seguenti Mario sembrava come morto, ogni volta che provava a chiamarlo il telefono era staccato e non visualizzava nessuno dei messaggi che Elisa gli scriveva, così dopo quattro giorni di silenzio la ragazza decise di andare al centro di allenamento nel tentativo di capire quello che gli fosse preso. Dopo essere rimasta seduta per un'ora abbondante decise di fare una camminata lungo il perimetro mentre pensava quali fossero i motivi del suo comportamento, eppure una cosa attirò la sua attenzione: nel telo che oscurava la visuale del campo, si era creato uno squarcio da cui si poteva vedere leggermente all'interno, proprio in quel momento passò di lì Matuidì che riconoscendola si avvicinò a lei senza farsi vedere "Hei, come mai da queste parti?" le chiese una volta arrivato di fronte a lei "Devo parlare con Mario, è da giorni che mi ignora e non so il perchè." gli ripose lei, il francese si fermò a ragionare un'attimo prima di dirle "Effettivamente in questi giorni è strano, senti facciamo così, tu torna all'entrata principale ed io nel frattempo chiedo che ti facciano entrare come mia conocente, così dopo puoi chiarirti con lui." Elisa gli sorrise e dopo averlo ringraziato tornò davanti al portone dove un'addetto della sicurezza l'accompagnò all'interno.
Aspettò mezz'ora prima di vedere i giocatori uscire dalla struttura per dirigersi alle loro auto, non prima di averle rivolto uno sguardo incuriosito, in altre circostanze l'avrebbe imbarazzata ma non ora, poichè era troppo impegnata a trovare la persona che cercava. Quando finalmente Mario uscì si bloccò per una decina di secondi quando la vide, avvicinandosi poi velocente verso di lei "Perchè sei qui?" le chiese guardandosi attorno infastidito, come se non gli piacesse che i suoi compagni lo vedessero in sua compagnia "Me lo stai chiedendo sul serio?!" lo guardò sconvola Elisa "Mi ignori da giorni, si può sapere il motivo?" chiese lei mentre il ragazzo si mordeva il labbro inferiore "Se è per il bacio, mi dispiace ma..." lui rise amaramente interrompendola "Pensi davvero che mi sia offeso per un stupido bacio negato?" la ragazza si sentì come se qualcuno avesse inziato a prendere a pugni il suo cuore, perchè a lei era costato una fatica immane tirarsi indietro a quel stupido bacio "Ti ho ignorato perchè ho capito che tutto questo non potrà mai essere reale, perchè è stato un mio errore credere di essere riuscito a farti cambiare idea, un mio fottutissimo errore!" si fermò per riprendere fiato "Perchè nessuno dei due può essere ciò che vogliamo." Elisa si sentì come se qualcuno le avesse diviso lo stomaco a metà, ed in un'attimo le apparvero tutti i momenti che avevano passato insieme, tutti i messaggi che si erano scambiati e tutte le parole che si erano detti mentre la rabbia mischiata alla delusione prendevano il sopravvento "Lascia che ti dica una cosa: per me questo è stato tutto tranne che un'errore, perchè per la prima dopo tanto tempo sono riuscita ad asprirmi con qualcuno che non conoscessi già." si fermò nel tentativo di trattenere le lacrime "Forse mi sono illusa perchè è vero che non possiamo essere ciò che vogliamo, ma tutto ciò che ho fatto era perchè non mi ero affezionata a Mandzukic ma a Mario, il ragazzo premuroso e col senso dell'umorismo. Ma se per te questo..." disse indicandoli "è un grandissimo errore è meglio finirla." Terminò lei voltandogli le spalle ed incamminandosi dalla parte opposta "Eli io..." la chiamò cercando di fermarla "Ci speravo Mario" lo interruppe voltandosi "E anche tanto, ma forse hai ragione tu: questo non può essere nient'altro che un sogno." terminò lei camminando velocemente verso la sua auto. Così dopo aver tentato di trattenere le lacrime si fermò a lato della strada appoggiando la fronte sul volante lasciandole cadere, con il cuore che ad ogni singhiozzo si rompeva sempre di più, mentre nel suo appartamento Mario faceva lo stesso appoggiato alla finestra del salotto, rendosi conto di ciò che aveva perso.
ANGOLO AUTRICE
Questo è uno dei capitoli più difficili che abbia mai scritto, spero non vi abbia fatto piangere troppo. Baci, Manu.
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We Could Be Warriors
FanfictionCosa faresti se i sogni che fai ogni giorno mentre dormi o ad occhi aperti diventassero realtà? Questo è ciò che è successo ad Elisa Rimani quando dopo una semplice partita della sua Vecchia Signora la sua vita cambiò.