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L'orgoglio è uno dei peggiori difetti delle persone, le rende cieche ed incapaci di perdonare gli altri ammettendo i propri errori. Erano entrambi tanto, troppo, orgogliosi e per quanto non riuscissero a smettere di pensarsi a vicenda nessuno aveva ancora abbassato quella barriera di finta indifferenza per scusarsi, per dirsi che entrambi avevano esagerato e che si mancavano tremendamende. Elisa si era resa conto due giorni dopo il loro litigio di ciò che gli aveva detto: "Avrai qualche impegno mediatico molto più importante" era l'unica cosa che non avrebbe dovuto dirgli, almeno non a lui che aveva provato a dimostrarle di non essere quel tipo di persona, ma tutte quelle parole che gli aveva lanciato contro l'avevano ferita nel profondo e riteneva giusto fosse lui il primo a scusarsi. La situazione era la stessa nella testa di Mario che per celare la sua dolorosa rabbia si era immerso a pieno negli allenamenti, tornando ad essere distaccato e serio anche quando si trovava con i suoi due amici. Quella rabbia dovuta alla frase detta dalla ragazza, magari detta con poca importanza che però era riuscita a spiazzarlo ferendolo, riversando il dolore su di lei quando se l'era trovata di fronte, dicendole cose che nemmeno pensava: "Nessuno dei due può essere ciò che vogliamo." gli aveva detto guardandola negli occhi a denti stretti, capendo solo una volta arrivato nel suo appartamento quanto non fosse vero, perchè erano riusciti ad essere quella spalla su cui appoggiarsi quando si è insicuri l'uno per l'altro ed adesso che quella sicurezza era venuta a mancare Mario era tornato a zoppiccare per la paura di cadere e non riuscire più a rialzarsi. L'orgoglio allontana portando con sé la malinconia dei momenti vissuti, delle chiacchiera, diventando sempre più forte e corrossivo come un veleno, ma per ogniuno di questi si sa, esiste un antidoto, ed in questo caso è così forte da riuscire a far effetto anche sui più tenaci: l'affetto.

Quei giorni per Elisa erano stati così pesanti che ognuno di loro le era sembrato durasse il doppio, i suoi genitori le ripetevano in continuazione se stesse bene visto il viso sempre pallido e la stanchezza continua ma lei rispondeva sempre con un sorriso, stesso copione valeva per suo fratello anche se quest'ultimo non era mai convinto delle risposte della ragazza. Aveva diminuito le porzioni di cibo durante i pasti a causa del poco appetito e del suo stomaco che sembrava si fosse ristretto, dormiva il doppio svegliandosi ancora più stanca "Eli non stai bene, piantala di mentirmi e dimmi che ti prende!" gli chiese quella sera il fratello inginocchiandosi di fronte a lei "Cri sto bene, è solo un periodo pesante non devi preoccuparti così." gli rispose per l'ennesima volta sperando che desistesse e la lasciasse in pace "Ti conosco meglio di chiunqe altro e so quando menti. Hai smesso di mangiare, dormi in continuazione ed i pochi sorrisi che fai sono falsi. Lo sai che puoi parlare con me di qualunque cosa." continuò lui, la ragazza alzò gli occhi al cielo "Non ho smesso di mangiare, ho solo meno fame e che ne sai tu di quanto dormo?" Cristian fisso gli occhi in quelli della sorella "Non sei sola okay? L'ultima volta che ti sei chiusa in te stessa sappiamo come è andata a finire, quindi par..." "Aspetta cosa?" esclamò lei alzandosi in piedi "Ti hanno detto mamma e papà di farmi questo discorso vero?" continuò lei guardandolo con le fiamme negli occhi "In realtà ne abbiamo parlato insieme, Eli so che pensi di poterlo sopportare ma..." inizò lui venendo interrotto subito "Adesso parlate persino alle mie spalle!" esclamò nuovamente alzando la voce "Perchè io non posso più ragionare autonomamente, vero?" inveì contro il ragazzo che ormai si era alzato "Eli so che pensi di essere forte, di poter affrontare tutto da sola, ma ti dimentichi di ciò che ti è successo! Sono passatti anni ma non possiamo escludere che tu possa avere una ricaduta, ci stiamo solo preoccupando per te!" Elisa sentì i suoi muscoli irrigidirsi "Non sono la ragazzina di quella volta, sono cresciuta imparando a conoscere i miei limiti e come vivere al meglio la mia vita. Pensavo che ve ne foste accorti ma evidentemente per voi sono ancora una persona emotivamente fragile ed instabile." sputò acida prima di dirigersi in camera.

Quella mattina Mario si era ripromesso che avrebbe sistemato le cose mettendo da parte l'orgoglio e chiedendole scusa sinceramente, così dopo il solito allenamento mattutino si diresse verso il bar sperando avesse un momento per parlarle, continuando a camminare estrasse il telefono dalla tasca dei pantaloni per vedere chi gli aveva scritto Da Blaise "Hei vedi di non fare casini che domenica la voglio vedere sugli spalti dello Stadium con la tua maglia addosso." il croato sorrise alzando in tempo lo sguardo evitando di andare addosso alla ragazza che stava cercando. Quasi non la riconobbe vedendola seria, con il viso pallido che faceva risaltare le occhiaie nere sotto gli occhi spenti e con la mandibola più pronunciata di quanto ricordasse "Eli..." sussurró trattenendo l'istinto di stringerla a sè "Mario..." sorrise debolmente mentre gli rispondeva "I-io sono venuto a scusarmi, quello che ti ho detto non lo pensavo, sono un cretino..." la ragazza rise interrompendo il suo flusso incontrollato di parole "Stavo vedendo a fare la stessa cosa. Meglio spostarci, così avremmo più tranquillità." così i due si allontanarono sotto i sorrisi e gli sguardi complici della signora e del signor Rimani.

Sotto consiglio di Elisa i due si fermarono sul marciapiede di fronte all'appartamento della ragazza, visto che quest'ultimo era in una zona poco frequentata a quell'ora "Quindi chi inizia con le scuse?" gli chiese incrociando le braccia al petto, il croato rimase stupito "Sul serio? Niente insulti o l'elenco di tutti i modi in cui potevo dirti quelle cose senza ferirti?" chiese sorpreso dalla calma delle ragazza "No, perchè ho sbagliato anch'io. Non avrei dovuto dirti quella frase ma ero agitata e quando lo sono straparlo, a volte facendomi uscire cose che possono ferire la persona che ho davanti a me, come nel tuo caso." disse calma sorridendogli, Mario era sempre più sconvolto e ogni volta che il suo sguardo si posava sul suo viso il senso di colpa aumentava "Non hai sbagliato, perchè ho capito quanto tu sia semplice ed umile e credimi, è una delle cose che apprezzo di più di te." concluse sorridendo "Scusami...Ero arrabbiato, deluso e ferito. Tutte quelle cose che ti ho detto non erano vere, non penso tu sia un'errore, anzi sei una delle persone più importanti che conosco; non è vero che posso fare a meno dei tuoi consigli perchè senza mi sento perso ed insicuro e mi dispiace di averti fatto soffrire così tanto perchè non te lo meritavi." si fermò per ingogliare il nodo che gli si era formato in gola "Mario..." mormorò lei appoggiando una mano sulla sua spalla "Questo non è colpa tua." disse indicando con la mano libera il suo viso "Chiedo troppo a me stessa, pretendo di riuscire ad ingogliare tutto il dolore da sola perchè ho paura di essere debole quando anche i più forti devono ammattere la sconfitta e chiedere aiuto, senza timore di essere giudicati." il croato allacciò il proprio sguardo con il suo "La tua famiglia non ti giudicherebbe mai." disse avvicinandosi a lei "Lo so." rispose sorridendo "Ma loro di certo non mi avrebbero capita come fai tu." disse prima di gettargli le braccia intorno al collo abbracciandolo, gesto che Mario ricambiò subito stringendola a se mentre appoggiava il mento sopra la sua testa "Ti voglio bene Mario." disse Elisa contro la sua spalla, facendolo sorridere "Anch'io Eli, Anch'io." 

ANGOLO AUTRICE

Scusate il ritardo ma in questi giorni non sono stata molto bene ma eccomi di nuovo qua! Ditemi che ne pensate, baci Manu.

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