Quella sera stava finendo di sistemare le ultime cose prima di chiudere il bar, si sarebbe diretta poi a casa dei suoi per assistere alla partita di Champions della Juve contro il Real Madrid, ma per quanto fosse contenta di passare del tempo con suo padre come ai vecchi tempi, le dispiaceva non essere allo Stadium a sostenere Mario. "Eli... anche se non verrai, sarai comunque al mio fianco."le aveva detto la sera prima cercando di consorarla, facendola sentire un po' meglio come solo lui riusicva a fare. Da quando lo aveva conosciuto era più sorridente, spensierata e leggera "Non ti ho mai vista così felice, sembra tu sia di nuovo un'adolescente!" le aveva fatto notare Michela la settimana prima quando si erano viste, ed aveva ragione. Non era mai stata una ragazza molto espansiva, per stringere un'amicizia e fidarsi veramente di qualcuno ci impiegva un sacco, senza contare con i ragazzi, li era davvero impossibile. Nonostante avesse avuto alcuni pretendenti, non era mai riuscita ad andare oltre ad un semplice caffè per via del suo carattere , che evidentemente non apprezzava i continui complimenti e le sviolinate, a cui rispondeva sempre con sarcasmo, facendoli scappare tutti. Poi era arrivato Mario e in un'attimo aveva stravolto tutto, le era risultato facile parlare con lui fin da subito, quasi come se si conoscessero da anni, aprendosi in quello che per lei era pochissimo tempo. Più andavano avanti e più sentiva il bisogno di stare con lui, magari con solo per dire cretinate o stuzzicarsi avicenda, era diventato una presenza abituale nella sua vita di cui aveva bisogno, perchè quel ragazzo comprensivo, a tratti impacciato, col senso dell'umorismo e premuroso gli aveva fatto amare di nuovo la vita. Chiuse la porta sospirando mentre tirava fuori il telefono dalla tasca, selezionò la chat di Mario e gli scrisse "Buona fortuna Guerriero❤", una sensazione strana le prese lo stomaco e col sorriso sulle labbra capì quello che in fondo sapeva da tempo "Mi sono innamorata di Mario Mandzukic.".
Subito dopo la cena i tre si fiondarono sul divano mentre la signora Rimani metteva in infusione la sua solita tisana serale "Mà metti sù una anche per papà, mi sa tanto che ne avrà bisogno!" esclamo Cristian senza staccare lo sguardo dalla televisione "Mhmhmh dubito, piuttosto dalla a Eli, altrimenti incomincia con la sua parlantina..." "Nevrastenica." concluse il fratello mentre la ragazza gli faceva la linguaccia, la donna non poté fare a meno di sorridere guardandoli mentre pensava che nonostante le mille difficoltà, quella era la famiglia che aveva sempre voluto. Non appena risuonò l'inno i tre calarono nel silenzio mentre sullo schermo passavano tutti i volti dei giocatori titolari "Mandzukic non doveva essere titolare?" domandò il ragazzo mentre leggevano le formazioni, trovando scritto il nome del croato tra i giocatori in panchina. "Magari preferisce metterlo dentro a partita in corso, per spezzarla." commentò suo padre guardando con la coda dell'occhio l'espressione della figlia. La partita iniziò e fin da subito si complicò dopo che al terzo minuto Ronaldo segnò l' 1 a 0, ovviamente Cristian e suo padre cominciarono subito ad analizzare di chi fosse la colpa mentre Elisa cercava di ricordargli che c'era ancora tempo, per il resto del primo tempo i bianconeri rimasero in forte difficoltà ed alla ragazza mancarono un paio di battiti quando la regia inquadrò il numero 17 seduto in panchina con lo sguardo serio. Nel secondo tempo anche le poche speranze dei tre affondarono, prima al 68' Ronaldo con una rovesciata pazzesca segnò il 2 a 0, guadagnandosi l'ovazione di tutto lo stadio, poi al 78' quando Marcelo insaccò la rete del 3 a 0, facendoli calare in silenzio di tomba.
La mattina dopo si svegliò con un gran mal di testa a causa della notte che aveva passato in bianco tra l'adrenalina della partita, la delusione della sconfitta subita e sopratutto i pensieri su Mario. Non gli aveva scritto la sera precedente perché sapeva che non era quello di cui aveva bisogno, per questo quella mattina aveva deciso di raccontare una mezza bugia a suoi dicendogli che non stava molto bene, scrisse un post-it per suo fratello dove lo avvisava che avrebbe preso lei la macchina e si diresse a Vinovo mentre il cuore le martellava nel petto. Arrivò pochi minuti dopo ed utilizzando il pass che il ragazzo le aveva dato per la partita contro il Milan, insieme a qualche scusa come "Stamattina ero tardi e non sono riuscita a trovare il mio badge!", riuscì ad entrare all'interno della struttura. Decise di rimanere nel parcheggio riservato ai giocatori visto che l'ultima cosa che voleva era perdersi come l'ultima volta, così si appoggiò con la schiena al muro aspettando che l'allenamento terminasse. "Ma sei sicuro che non ti abbia scritto?" gli domandò per l'ennesima volta Miralem mentre camminavano verso il parcheggio, il croato scosse la testa "Io non riesco a capire, non so cosa l'abbia offesa..." borbottò a testa bassa il ragazzo varcando la soglia. "Perché non glielo vai a chiedere?" gli domandò il bosniaco facendogli alzare lo sguardo verso la ragazza e dopo averlo salutato corse verso di lei stringendola forte.
"È durissima, insomma noi ci crediamo, ma siamo realistici è un'impresa" disse sconsolato appoggiandosi al cornicione "Ma non è impossibile." disse lei decisa continuando a guardare la vista di Torino davanti a lei. Mario si voltò guardandola "In casa loro nessuno ci è mai riuscito.." insistette lui "Fino ad ora." replicò la ragazza posando lo guardo su di lui, che sorrise scuotendo la testa "Che c'è?" chiese preoccupata lei "Se solo fossi testardo e forte almeno la metà di te.." mormorò mantenendo lo sguardo basso, ad Elisa gli si strinse il cuore vedendolo così demoralizzato, non era da lui. "Lo sei Mario, devi piantarla di essere così duro con te stesso." disse spostandosi davanti a lui e prendendogli il viso tra le mani, a quel gesto il ragazzo posò le sue mani sui suoi fianchi mentre nel suo stomaco tornava quella strana sensazione. "Se c'è qualcuno che può compiere un'impresa così sei tu! Bisogna continuare a lottare anche quando sembra finita." disse senza smettere di guardarlo negli occhi "Lo devi fare per te stesso, se credi in qualcosa non devi arrenderti e smettere di farlo per colpa di qualcun'altro." concluse. Il ragazzo la guardò sorridendo"Grazie." le sussurró abbracciandola. "Io ci sarò sempre per te, non dimenticartelo." lo rassicurò lei nascondendo il viso nell'incavo del suo collo "Vieni con me a Madrid!" disse lui staccandosi per poterla guardare "Ho bisogno di te." disse appoggiando una mano sulla sua guancia, "A volte un guerriero ha bisogno di qualcuno al suo fianco per combattere le battaglie più difficili, ti prego." la improrò, Elisa dovette trattenere l'istinto di baciarlo e gli gettò le braccia al collo "L'uno di fianco all'altro" sussurò. "Sempre" disse lui, mentre la sua mente metteva da parte tutti i dubbi e le paure che aveva, mostrandogli ciò che provava davvero. "Mi sono innamorato di te, Elisa Rimani." pensò mentre gli lasciava un bacio tra i capelli.
ANGOLO AUTRICE
È stata un'agoscia rivivere quella sconfitta, però finalmente i nostri due piccioncini hanno capito cosa provano l'uno per l'altro. A presto, Manu!
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We Could Be Warriors
FanfictionCosa faresti se i sogni che fai ogni giorno mentre dormi o ad occhi aperti diventassero realtà? Questo è ciò che è successo ad Elisa Rimani quando dopo una semplice partita della sua Vecchia Signora la sua vita cambiò.