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"Sii sincera, tanto non hai niente da perdere" le ripetè l'amica per la ventesima volta; dopo il loro ultimo incontro a Firenze i due non si erano più scritti facendo vivere la ragazza nell'ansia e con il telefono perennemente in mano sperando di ricevere un suo messaggio. Sapeva che i suoi comportamenti erano esagerati visto che lui per lei era completamente un' estraneo ma quando si erano scambiati quei messaggi o quella sera in cui avevano parlato faccia a faccia, le era parso che si conoscessero da una vita, come due vecchi amici che col tempo perdono i contatti per poi ritrovarsi dopo tanto. Così dopo aver cenato aveva preso il telefono con l'intenzione di terminare quel silenzio, ritrovandosi però a corto di idee su come cominciare la conversazione, decidendo così di chiamare Michela che era molto più esperta di lei su come attaccare bottone con i ragazzi "Non penso sia un buona idea sai, magari mi sono fatta un'idea sbagliata sulle sue intenzioni" dall'altro capo del telefono si sentì uno sbuffo "Ma tu questo non lo sai! Facciamo così, tu gli scrivi, se ti risponde continuate a sentirvi, altrimenti capitolo chiuso e ti godi ciò che hai vissuto" Elisa sospirò ringraziando l'amica.

Premette per l'ennesima volta il dito eliminando l'ennesimo messaggio, più provava ad essere spontanea più le sembrava di risultare banale "Okay ora basta! Questo è l'ultimo tentativo, come và, và" disse a se stessa prima di tornare a digitare "Buonasera Mr No Good" chiuse gli occhi mentre inviava il messaggio, rimanendo così fino a quando il telefono non si illuminò nella sua mano mostrandole la risposta "Mr No Good, sul serio? Comunque buonasera anche a lei cara Elisa" si trattenne dal soffocarsi col cuscino del divano "Riuscirò mai a non fare figure imbarazzanti con te?" "Ti serve solo un po' di pratica, però sei già migliorata rispetto alle prime volte" se suo fratello l'avrebbe vista in quel momento, con quel sorriso da ebete e gli occhi a cuoricino probabilmente l'avrebbe presa in giro per l'eternità, ma per sua fortuna si era chiuso in camera a studiare "E la maggior parte sono davvero divertenti" scosse la testa ridendo mentre il suo cervello le urlava "TI TROVA DIVERTENTE, TI RENDI CONTO?!" "Se me lo avesse detto qualcun'altro mi sarei offesa, ma detto da te lo prendo come un complimento" forse era stata troppo sincera "Ne sono lusingato" sentí tutto un tratto la faccia andarle a fuoco "Non sentivo quella parola da quando sono andata a trovare mio nonno" gli rispose usando il sarcasmo "Grazie per avermi dato del vecchio" scoppiò a ridere immaginandosi la sua faccia contrariata "In realtà volevo darti del saggio" non riusciva a smettere di sorridere "Per sta volta ti credo, ma per sicurezza ti rubo la citazione nel caso qualcuno me lo ridicesse" la ragazza rise di nuovo "Lo sapevo che in fondo sei una persona sarcastica, anche se non lo dai a vedere" "Lo sono con le persone che mi fanno stare bene" cercò di non perdere il controllo mentre nel suo cervello era partita una festa in cui tutti i suoi neuroni urlavano "LO FAI STARE BENE, RAGAZZA RIESCI A FAR STARE BENE MARIO MANDZUCKIC" "Ne sono lusingata" "Non ti do della vecchia perchè sono un gentiluomo e perché la scusa della saggia l'hai già usata tu" rise sperando che anche lui stesse facendo lo stesso.

Quella mattina suo fratello le aveva chiesto di prendergli un paio di cose nella piccola edicola di Vinovo, era riuscita per un pelo a completare quella commissione ed ora stava camminando stretta nel suo cappotto pensando alla sera precedente, a come si era divertita a parlare con Mario per poi addormentarsi col sorriso. Non le capitava da tanto di sentirsi così spensierata, ma se da una parte ne era felice, dall'altra aveva paura che se qualcosa fosse andato storto avrebbe sofferto, cosa che voleva assolutamente evitare. Era così persa nei suoi pensieri da non accorgersi della figura che stava camminando dalla parte opposta, così persa da andarci a sbattere contro finendo a gambe all'aria "Scusi è colpa mia non l'avevo vista." cercò di giustificarsi alzando lo sguardo verso il malcapitato, restando senza parole: davanti a lei Mario Mandzukic stava sorridendo mentre allungava un braccio verso di lei "Ma allora è proprio un vizio!" gli disse mentre l'aiutava a rialzarsi "Tutto okay?" continuò lui notando che la ragazza non aveva ancora parlato "S-sì grazie, scusami se ti sono venuta addosso." gli rispose dopo essersi ricordata di respirare "Se vuoi ti offro un caffè." si sentiva in colpa, oltre che in imbarazzo, come ogni volta che se lo ritrovava di fronte "In realtà sono io che ti ho buttato per terra, ma se proprio insisti." così i due si avviarono in silenzio.

Poggiò la tazzina gustandosi la vista dall'alto di Torino, constatando che quel posto le piaceva davvero tanto. Mario aveva insistito nel scegliere almeno il bar e quando Elisa si era girata per dirigersi verso la sua macchina lui l'aveva fermata insistendo, anche in quel caso, nel darle un passaggio "Questo posto è bellissimo, grazie di avermici portata." le disse voltandosi completamente verso di lui "Il minimo dopo averti fatta volare per terra. Sai qui vengo quando sono stressato, quando ho bisogno di stare solo o prima di una partita per concentrarmi." sorrise "Magari puoi venirci anche tu se ne hai bisogno." la ragazza si imbarazzò di nuovo mormorando un "Grazie." senza guardarlo negli occhi. Rimasero nuovamente in silenzio fino a quando lui si schiarì la gola "Solitamente faccio fatica a legare con le persone per via del mio carattere, ormai la gente è abituata a vederti sempre serio e concentrato che finisci per diventarlo davvero." alzò lo sguardo verso di lei, poi continuò "Non so perchè ma con te ho avuto la sensazione di conoscerti già." si strinse le mani, gesto che Elisa intuì come segnale di imbarazzo o agitazione, anche perchè lei lo faceva spesso "Ti sembrerò sfacciato ma vorrei sapere la tua storia, vorrei sapere chi è Elisa Rimani." la ragazza ci mise dieci secondi di orologio per realizzare ciò che gli aveva chiesto: lui voleva conoscerla, sapere più di lei. Prese un profondo respiro e cominciò "Sono nata e cresciuta a Vinovo dove vivo con mio fratello. Lavoro al bar dei miei genitori anche se il mio sogno è quello di girare il mondo, ma ho capito che la famiglia è più importante di qualsiasi altra cosa, perchè l'amore che ti da è davvero prezioso. Sono un maschiaccio, non so cosa sia la puntualità o l'ordine, sono testarda ad un livello spaventoso, ho la brutta abitudine di rispondere sempre e quando sono agitata straparlo, dicendo anche cose che non vorrei. L'ironia è la mia miglior difesa quando mi si fanno dei complimenti e proprio per colpa sua ho infranto i cuori di tanti ragazzi." sorrise "Non sono la solita ragazza ordinata, paziente e con tremila ragazzi ai suoi piedi, anzi sono così impossibile che le persone che mi sopportano si contano sulle dita di una mano." guardò Mario che per tutto il tempo era stato in silenzio ad ascoltarla "Sono un caso disperato!" continuò lei ridendo "No, sei semplicemente unica." rispose lui, regalandole uno dei suoi sorrisi migliori.

ANGOLO AUTRICE

Il capitolo era già bello pronto ieri, ma non c'è stato verso di pubblicarlo! Non so cosa sia preso a Wattpad. Detto ciò che ve ne pare del capitolo? Troppo lungo? Fatemi sapere, Manu.

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