Come da programma quel pomeriggio i due si incontrarono e dopo essersi salutati si erano incamminati verso il luogo scelto da Mario "Quindi dove stiamo andando?" chiese lei camminando al suo fianco "Lo vedrai" rispose lui sorridendole. Dopo diversi minuti arrivarono in un parco ma evidentemente non era la loro meta visto che lui non accennò a fermarsi, solo pochi metri dopo arrestò la sua camminata girandosi verso di lei "Spero ti piaccia" Elisa era senza parole: erano sempre all'interno del parco ma la zona era delimitata da alberi di vario genere lasciando intravedere però le montagne torinesi ancora imbiancate "Mario è...." cominciò ma la interruppe "Lo so non è certo il periodo ideale per andare al parco ma detto sinceramente non sapevo di portarti." disse lui grattandosi il retro della nuca, facedola ridere "Se mi avessi lasciata finire ti avrei detto che qui è bellissimo e puoi stare tranquillo, non sono una che soffre il freddo." per un momento le sembrò di scorgere un'attimo di imbarazzo sul viso del ragazzo e sempre sorridendo si sedette sul telo che aveva appena steso, seguita a ruota da lui.
Dopo alcuni minuti di silenzio Mario iniziò a parlare "Scusa se è passato tanto tempo dall'ultima volta che abbiamo parlato faccia a faccia ma più la stagione va avanti, più non riesco ad avere un minuto per staccare." Elisa annuì "Tranquillo ti capisco, in questo periodo anch'io mi sono ritrovata sommersa di impegni." continuò sospirando "Il lavoro al bar, le mille commissioni da fare e come se non bastasse tra poco mio fratello ha la sessione di esami, il che significa sopportare le sue crisi isteriche e sistemare tutte le cose che lascia in giro." si girò verso di lei "Cristian no?" lei annuì "Credimi essere una sorella maggiore è una delle cose più difficili al mondo, oltre al fatto che quando combinano dei guai la colpa è sempre tua." i due scoppiarono a ridere fino a quando Mario non riprese la parola "Mai quanto esserlo di una ragazza, li sì è davvero un'inferno." Elisa rimase stupita "Hai una sorella? Non ne avevo mai sentito parlare." "Preferisco non parlare della mia vita privata in pubblico, mi sento in dovere di proteggerli." disse lui serio prima di tornare a sorriderle "Non hai la più pallida idea di cosa significhi vedere tua sorella portarsi a casa i vari fidanzati per farli conoscere alla famiglia, o quando ci provano in pubblico con lei e tu devi trattenerti dal spaccargli il naso." lei si girò guardandolo maliziosamente "Qualcuno quì era un fratello iperprotettivo." con uno scatto si voltò verso la ragazza guardandola imbarazzato "Non ero per nulla iperprotettivo!" come risposta lo guardò con il sorriso sotto i baffi, quasi come a dirgli "Ne sei sicuro?" "Okay forse leggermente." le rispose prima di sospirare facendo ridere la ragazza di fianco a lui. Visti da fuori sembravano due vecchi amici che quotidianamente si vedevano per parlare di ciò che succedeva nelle loro vite e che finivano per ridere come due bambini, a Elisa era mancato potersi rilassare godendosi anche una semplice chiaccherata così come a Mario, quelle settimane lo avevano portato al limite e parlare con lei era il miglior calmante che avesse mai conosciuto. Raramente era riuscito a trovare quella caratteristica nelle persone che lo circondavano, eppure la spiegazione di ciò era davvero semplice: tra tutti i suoi mille difetti caratteriali Elisa aveva un pregio che li compensava tutti ed era quello di riuscire ad ascoltare chi le stava vicino, cercando di aiutarli dando consigli e conforto. Faceva fatica ad aprirsi con le persone, parlare delle sue debolezze e paure era una delle cose che gli venivano più difficili ma non con lei, in quel poco tempo era riuscito a capire che quando era in sua compagnia poteva essere semplicemente Mario senza usare nessun filtro.
Era così intenta ad ammirare il paesaggio intorno a lei da dimenticarsi di essere in compagnia, erano da svariati minuti che non proferivano parola ed Elisa era seriamente preoccupata che il ragazzo di fianco a lei si fosse addormentato, così posò lo sguardo su di lui trovandolo serio in volto ed intento a guardare un punto non preciso di fronte a lui. Involontariamente si ritrovò a scrutare il profilo del croato con le sue ciglia, la barba che inizava a crescere sulla mascella spigolosa e i zigomi leggermente sporgenti, si rese conto che non era carino rimanere a fissarlo come un critico osserva un'opera d'arte ma proprio mentre iniziava a spostare la sua attenzione altrove lui si girò cogliendola infragante, in un'attimo sentì la faccia andarle a fuoco e nonostante cercasse di staccare gli occhi dai suoi non ci riusciva, solo dopo essersi persa per un paio di minuti dentro quei occhi color nocciola riuscì ad iniziare una conversazione nel tentativo di alleviare il suo imbarazzo "Sei in ansia per mercoledì?" le chiese mentre si schiariva la voce "Più che ansia è voglia di giocarla. Quando sai che ti aspettano partite così importanti non fai altro che pensare al miglior modo di vincerla." rispose lui tornando a guardare davanti a se, proprio non riusciva a capacitarsi come facessero a non sentire tutta quella tensione una volta entrati in campo "Mi ricordo che quando facevo danza da ragazzina non vedevo l'ora arrivasse il saggio di fine anno, quando però finalmente arrivava il momento di salire sul palco avevo una paura bestia, ma riuscivo a combatterla perché sapevo che seduti in mezzo a tutta quella gente c'erano le persone che mi avevano sempre appoggiato, che credevano in me." Mario le sorrise "è un pensiero bellissimo." anche lei fece lo stesso "Se hai paura di non reggere la pressione, indipendentemente da qualunque partita sia, ricordati che seduti sugli spalti e sui divani dentro le case ci sono tifosi che credono e crederanno sempre in te, anche il migliore guerriero ha bisogno del suo esercito."
Stava guardando il sole tramontare dietro le montagne mentre le strade di Torino le frecciavano davanti, Mario aveva insistito, come sempre, nel riportarla a casa. Dopo diversi minuti Elisa lo fece accostare ad alcuni metri di distanza da casa sua per non destare i sospetti del fratello, così scese mentre il croato faceva il giro della macchina per raggiungerla "Bhe grazie per questo pomeriggio, mi serviva davvero tanto." disse sorridendogli "Grazie a te per aver accettato con così poco preavviso." rispose lui facendo lo stesso prima di tornare serio, facendo preoccupare Elisa "Grazie per le parole di prima, nessuno mi aveva mai incoraggiato così." la ragazza si sentì le guance prendere fuoco, così cercò di alleviare l'imbarazzo "Di certo è diverso dal solito C'è da fare prima di tutto i complimenti ai ragazzi." Mario scoppiò a ridere mentre lei si copri il viso con la mano "Ti prego dimmi che non mi è uscito veramente." mormorò sconsolata "Tranquilla non lo dirò ad Allegri." sbiancò nuovamente mentre lui ricominciava a ridere. Si fermarono a guardarsi poi Elisa agì d'impulso abbracciando Mario di slancio che dopo un momento di esitazione ricambiò "Potrai stare tranquillo.." disse mentre si staccava da lui "Ci sarò anch'io nel tuo esercito." gli sorrise un'ultima volta prima di voltarsi e incamminarsi verso casa.
ANGOLO AUTRICE
Eccoci quaaa con un'altro capitolo super lungo. Scusate il ritardo ma Domenica era sommersa di compiti (ma che novità) quindi per rimediare ho messo alcune scene pucciose. Ditemi che ne pensate, Manu.
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We Could Be Warriors
FanficCosa faresti se i sogni che fai ogni giorno mentre dormi o ad occhi aperti diventassero realtà? Questo è ciò che è successo ad Elisa Rimani quando dopo una semplice partita della sua Vecchia Signora la sua vita cambiò.