Chiuse la porta alle sue spalle mentre appoggiava il borsone sul divano ed in un'attimo Leni gli saltò addosso riempendolo di feste, "Hei bello." mormorò lui accarezzandogli la testa, era sempre stato la sua unica compagnia, l'unica presenza che riempiva il suo appartamento e la sua quotidianità, fino a prima che conoscesse lei. Le parole che gli aveva urlato l'avevano ferito rendolo incapace di rispondere, solo una volta che la sua immagine era sparita dietro la porta il suo cervello aveva ricominciato a funzionare, rendendosi conto del grosso malinteso che si era creato. Aveva provato a richiamarla la sera stessa per spiegarle che quelle parole non erano riferite a lei e mai lo sarebbero state, ma il telefono aveva sempre suonato a vuoto, facendolo stare ancora più male. Ormai la conosceva e sapeva che le ci voleva del tempo per calmarsi e riaquistare lucidità, un po' come succedeva a lui, ma c'era un particolare che Mario aveva notato che lo rendeva così irrequieto e preoccupato per la ragazza. Non era la prima volta che litigavano alzando i toni l'uno con l'altra, ma Domenica aveva visto nei suoi occhi qualcosa di diverso, come se non fossero davvero i suoi, portandolo a chiedersi se fosse davvero la ragazza per cui aveva perso la testa. Si chiese per l'ennisima volta come stesse ed il pensiero che potesse stare male lo fece sospirare, "Non posso andare avanti così." mormorò mentre Leni lo guardava, il croato si voltò verso di lui "Le devo parlare." decise avviandosi verso la porta, "A costo di beccarmi un pugno in faccia." disse prima di chiudersi la porta alle spalle.
Poggiò l'ultimo bicchiere sul ripiano per poi asciugarsi le mani con uno straccio, era stata una mattinata senza grande movimento, ma Elisa si sentiva come se un camion le fosse passato sopra in sesta, si sentiva stanca fisicamente e distrutta emotivamente. La sera precendente l'aveva passata a piangere ed a maledire la sua ingenuità, col passare delle ore la tristezza e la rabbia avevano lasciato spazio alla delusione, al rammarico ed a un'altra sensazione che non si riusciva a spiegare. Era come se avesse un peso dentro se stessa che la tirava verso il basso, rendendole difficile fare o pensare qualsiasi cosa, una sensazione che parte di lei già conosceva ma che veniva annullata dall'altra, che ripeteva che era tutta colpa del cambio di stagione e della sua delusione. "Tesoro, io e papà andiamo a pranzo. Vuoi venire con noi?" sua madre le si avvicinò posandole una mano sulla spalla, la ragazza si risvegliò dai suoi pensieri scuotendo la testa, "Sto benissimo così, tranquilli." annuì cercando di convincerli, la coppia si guardò prima di salutarla ed uscire. Una volta rimasta sola sistemò le ultime cose, chiuse il locale e si avviò verso la macchina sospirando, ma si bloccò non appena vide una figura familiare davanti a lei.
"Ho bisogno di parlarti." incominciò Mario facendole sfuggire una risata amara, "Ci siamo già detti tutto alcuni giorni fa Mario." mormorò lei abbassando lo sguardo, "Hai parlato solo tu, non mi hai dato nemmeno il tempo di spiegare!" continuò lui avvicinandosi a lei, rendendosi conto che c'era davvero qualcosa che non andava: il viso pallido e magro, le spalle curve, la voce piatta e gli occhi circondati da profonde occhiaie e spenti, capì che la ragazza di cui si era innamorato perdutamente si stava arrendendo ad un qualcosa di troppo grande per lei, scomparendo piano piano. "Hai ragione, ho sbagliato ad urlarti tutte quelle cose, ma credimi non mi devi spiegare niente." ammise lei alzando finalmente lo sguardo. Il ragazzo sospirò "Perchè devi fare così?", Elisa lo guardò confusa e lui riprese "Perchè devi sempre allontanare tutti quando hai bisogno di aiuto?", la ragazza lo guardò con lo stesso sguardo di quel giorno, "Io sto benissimo, non devi più sforzarti a preoccuparti per me." disse superandolo mentre al cuore del croato si aggiungeva un'altra crepa, si voltò un'ultima volta incapace di trattenere una domanda che lo tormentava da giorni, "Quelle cose che hai detto su di me..." inziò mentre lei si fermava involontariamente "...erano solo frutto della rabbia e del momento o le pensi davvero?", gli occhi le si annebbiarono poiché una parte di lei avrebbe voluto voltarsi e urlagli di sì, facendolo scomparire una volta per tutte dalla sua vita, ma l'altra sarebbe scoppiatta a piangere chiedendogli scusa per tutto, mentre stretta tra le sue braccia le confessava che non avrebbe mai potuto pensare quelle cose di lui. Una lacrima le scese lungo il viso mentre si voltava un'ultima volta verso di lui, prima di incamminarsi nella direzione opposta.
Ripose la tovaglia nel suo apposito cassetto mentre suo fratello finiva di mettere i piatti nella lavastoviglie, quella sera era stato lui a parlare per più tempo durante la cena, raccontandole di come andavano i suoi corsi e del fatto che per la prima volta in vita sua era uno dei migliori nel corso, per tutto il tempo aveva indossato un sorriso finto perché la sua mente non vedeva l'ora di andare a dormire per potersi finalmente riposare, lontano da tutti e tutto. Pensava di essersela cavata fino a quando Cristian non prese posto vicino a lei sul divano spegnendo la TV, "Che c'è che non va?" domandò retorico incrociando le gambe mentre la sorella se le stringeva al petto, "Se ti dico che non ho niente non te ne vai, vero?" disse lei facendolo sorridere, "Si tratta di Mario?" domandò spiazzandola "Come fai a..." balbettò venendo subito interrota "Pensavi che non avessi notato niente? Eli viviamo insieme e poi non sono così stupido.", la ragazza arrossì mentre lui continuò "Avete litigato?" a quella domanda ripose con un sospirò annuendo silenziosamente, "Mi vuoi raccontare perchè?" domandò prima che la sorella prese un profondo respiro inziando a dirgli tutto. "E lui che ti ha detto?" domandò Cristian alla fine "Niente, cioè ha provato a darmi spiegazioni, anche stamattina ma io non ne ho voluto sapere.", confessò abbassando lo sguardo mentre suo fratello scuoteva la testa, "Magari è stato solo un malinteso.." disse guardandola "Dovresti smetterla di dare tutto per oro colato, fermarti un'attimo e riflettere." suggerì lui ricevendo però, uno sguardo di ghiaccio da parte della sorella. "Quindi ora è colpa mia perchè sono stata superficiale?" domandò stizzita la ragazza incenerendolo con lo sguardo, "Io non sto dando la colpa a nessuno, anche perchè non conosco completamente la vostra storia..." cercò di difendersi il fratello minore ma questo la fece innervosire ancora di più, "Appunto tu non sai niente!" lo interrupe lei alzandosi dal divano, "Non sai quello che c'è stato tra di noi, le frasi che ci siamo detti!" continuò alzando il tono della voce, "E soprattutto tu non sai niente di cosa ho provato, quindi i tuoi discorsi sull'amore, sul perdono e sulla comprensione rifilali a qualcun'altro perchè con me non funzionano." terminò andando in camera sua e sbattendo la porta dietro di se. Si buttò sul letto nascondendo la faccia nel cuscino mentre i ricordi di tutto quello che erano stati le attraversavano la mente, soffocò un singhiozzo mentre il peso che aveva nel petto si spostava nella sua testa, obbligandola a dimenticarlo una volta per tutte.
ANGOLO AUTRICE
Lo so anche questo capitolo è da depressione, lo so che mi state odiando ma ricordatevi che io vi voglio sempre bene. A presto, Manu.
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We Could Be Warriors
FanfictionCosa faresti se i sogni che fai ogni giorno mentre dormi o ad occhi aperti diventassero realtà? Questo è ciò che è successo ad Elisa Rimani quando dopo una semplice partita della sua Vecchia Signora la sua vita cambiò.