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Quella domenica pomeriggio Elisa si stava recando verso lo stadio, passò i controlli e dopo aver trovato il suo posto si sedette guardandosi intorno. Si levò il giubotto e si perse nel suo mondo come era suo solito, fino a quando due vocine non la riportarono alla realtà, "Ciao." si voltò trovandosi davanti due bambini che la guardavano sorridenti, uno aveva i capelli castani e due occhioni verdi, mentre l'altro era di pelle scura e anche lui aveva due occhioni nocciola, ma quello che attirò di più l'attenzione della ragazza furono i lienamenti del viso dei due piccoli che gli davano la sensazione di averli già incontrati, "Ciao." gli rispose educatamente lei sorridendogli. Il piccolo con i capelli castani che a quanto sembrava era quello più sfacciato dei due, aprì la bocca per parlare ma fu interrotto da una voce alle sue spalle, "Oh ragazzi! Vi abbiamo trovato finalmente!" disse una donna ai due piccoli mentre posava le mani sui fianchi per riprendere fiato, "Quante volte vi abbiamo detto che non dovete sparire così?" aggiunse un'altra donna che era arrrivata alle spalle della prima "Mais c'è l'amica di papà!" protestò il piccolo dalla pelle scura "Volevamo salutarla!" aggiunse l'altro, le due donne si voltarono verso Elisa che aveva assistito a tutto in religioso silenzio, le due tornarono a guardarsi prima che una di loro prese i piccoli in disparte.

"Io sono Josepha, la compagna di Miralem." si presentò porgendole la mano, la ragazza la strinse sorridendo timidamente e si presentò anche lei, nel frattempo le aveva raggiunte anche l'altra "Isabelle, sono la moglie di Blaise." disse con un fortissimo accento francese mentre Elisa ripeteva l'azione che aveva compiuto poco prima. "Scusa per prima, ma quei due qaundo sono insieme sono due tornadi." sospirò sorridente la bionda. "Tranquille non mi hanno per niente disturbato, anche perchè ero impegnata a capire dove li avessi già visti.", le rassicurò la più piccola "Sono identici ai loro papà, senza nulla togliere a voi eh!" balbettò rendendosi conto della gafe che aveva appena commesso facendole ridere. "Approposito di papà." cominciò Isabelle voltandosi verso di lei "Ci hanno parlato molto di te!", Elisa iniziò ad avere caldo "Ah davvero?" chiese fingendosi sorpresa "Certo! Soprattutto Mario!" aggiunse Josepha, "Quindi siete una coppia?" domandò schietta la francese mentre la diretta interessata si sentiva la faccia esplodere, "No...Cioè quasi...Ci stiamo frequentando ecco.." balbettò lei sentendosi tremendamente a disagio, quella domanda gli faceva sempre quell'effetto, visto che era colpa sua e della sua tremenda insicurezza se loro due non si erano ancora fidanzati. Le ragazze terminarono la conversazione quando le squadre fecero il loro ingresso ed Elisa concentrò tutta la sua attenzione sul croato. Per tutto il primo tempo la Juventus attaccò senza però riuscire a passare in vantaggio, ma al 45' riuscirono a segnare la rete dell' 1 a 0 facendo esplodere lo stadio, le tre festeggiarono e la più piccola si voltò per guardare quello che ormai era diventato il suo numero 17 correre sotto la curva, il ragazzo si voltò verso di lei e guardandola si portò la mano sul cuore accennando un piccolo inchino, la vista di Elisa si offuscò a causa delle lacrime che minacciavano di cadere, "Ti ha appena dedicato il goal!" le disse la compagna di Pjanic appoggiando una mano sulla sua spalla. Annuì incapace di emettere alcun suono mentre il cuore le scoppiava di gioia.

La partita terminò con la vittoria della squadra di casa per 3 a 0. Dopo il fischio finale il gruppetto si avviò verso gli spogliatoi per salutare i giocatori, Elisa camminava tenendo per mano i due piccoli che l'avevano già etichettata come 'zia Eli', ma non appena scorseso i loro padri le lasciarono le mano per correre nella loro direzione, i due ragazzi li presero in braccio stringendoli mentre le altre tre si avvicinavano, i due giocatori salutarono prima le loro compagne con un bacio poi si avvicinarono alla più piccola abbracciandola, "E a me un'abbraccio non me lo dai?" chiese una voce alle sue spalle, Elisa si staccò da Blaise e corse tra le braccia di Mario, il quale la strinse forte a se lasciandole un bacio tra i capelli, "Grazie." gli disse allontanandosi leggermente per poterlo vedere negli occhi, il croato sorrise "Sei tu che mi porti fortuna, era il minimo che potessi fare." le disse fecendola arrossire, "Mi dispace interrompere il vostro momento da piccioncini ma che ne dite se andiamo tutti a casa mia per festeggiare?" propose Blaise trovando il consenso di tutti, "Tu vai, ti raggiungo subito." disse lei staccandosi "Va tutto bene?" gli domandò il ragazzo, Elisa annuì rassicurandolo che doveva solo avvisare il fratello. Mario si avviò verso il parcheggio e subito gli chiesero dove fosse. "Sta avvisando suo fratello." li tranquillizò lui, Isabelle gli si avvicinò "Siete davvero belli insieme." gli confessò lei fecendolo sorridere e la ringraziò, "Non so cosa mi stia succedendo." ammise sospirando "Per il vecchio me questo era superfluo, si ripeteva sempre che aveva altre priorità.", nel frattempo la ragazza li aveva raggiunti ma si fermò non appena lo sentì parlare, "Che tutto questo non portava a niente di buono, perchè le relazioni sono solo distrazioni, spostano tutta la tua energia su una cosa che è sempre destinata a finire. Senza parlare poi del gossip che si portano dietro, vieni considerato solo per la tua storia amorosa invece che per le tue prestazioni. C'ho provato ma l'ho fatto sempre per non deludere lei, per farla contenta nonostante a me non fosse mai interessato niente.". Sentì un fitta di dolore spaventosa, quasi come se qualcuno le avesse strappato il cuore in due con le proprie mani, si girò e corse via ormai incapace di poter ascoltare una sola parola in più. "Ma con lei è diverso Isa, sento che per la prima volta non ho paura, penso che sia finalmente la volta buona." la bionda gli posò una mano sulla spalla "Si vede Mario, si vede.".

Sospirò mentre tirava fuori le chiavi dalla tasca della giacca ma si fermò non appena sentì il rumore di una portiera chiudersi, "Dimmi che non te la sei fatta tutta a piedi." la ragazza si voltò verso di lui "Non sono così pazza." gli rispose col tono più acido possibile, il croato lo notò e si avvicinò a lei "Che ti è preso? Perchè te ne sei andata così?" le domandò cercando di prenderle il polso, ma la ragazza si scansò fulminandolo con lo sguardo "Non ci provare, non provare a fare finta che te ne importi qualcosa." sentiva che presto sarebbe esplosa, come quella volta a Vinovo quando avevano litigato per la prima volta. Mario iniziò a parlare ma non lo ascoltò, la sua testa si era fermata a un particolare che non aveva notato al tempo, quando prima di parlare si era guardato intorno come per assicurarsi che nessuno li vedesse, perchè rimanere nascosto era ciò che aveva voluto, ma non per proteggere lei o la loro conoscenza, lo aveva fatto solo per salvaguardare la sua immagine. Fu in quel momentò che la porta che aveva cercato di rendere incalfibile crollò, liberando la parte peggiore di lei, la quale ovviamente si scagliò contro il ragazzo. "Sono stata stupida a pensare che fossi diverso dagli altri, a cercare del buono in te." lo avrebbe distrutto, lo sapeva perfettamente, ma non riusciva a fermarsi "Che non fossi un montato, meschino e narcisista. Mi sono illusa che finalmente avrei trovato qualcuno capace di non tradirmi, ma mi sono sbagliata per l'ennesima volta.", Mario ora la guardava con lo sguardo duro "Mi stai dando del falso?" era una cosa che lo faceva infuriare, essere ettichettato così. "Ho solo aperto gli occhi vedendo chi sei davvero. Sono io che non ho capito prima come stavano davvero le cose quindi tranquillo, non è colpa tua, sempre che te ne importi qualcosa.", aprì il cancelletto del condominio "E sai qual è la cosa più assurda? Che un comportamento del genere me lo sarei aspettato da tutti, ma non da te.", entrò nel complesso e poi nel condominio senza mai guardarlo, mentre il mostro si allargava sempre di più dentro di lei.

ANGOLO AUTRICE

Sono tornata con un capitolo lunghissimo e tristissimo, mi ha spaccato il cuore anche a me scriverlo, ma non può essere sempre tutto rose e fiori no? A presto, Manu.

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