Capitolo 17

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Christian's pov

Sono in preda alla disperazione e al rancore verso me stesso per aver lasciato fuggire Valeria. Mi fa male quello che è successo, il suo sguardo, i suoi occhi così colmi di tristezza. Chiudo una mano a pugno e la sbatto violentemente contro il tavolo in mogano del mio ufficio.

Il colpo è così duro che le mie nocche sono rosse e iniziano a sanguinare. Me lo merito.

Sono incazzato con me stesso perché non sto facendo niente, sto solo rimanendo qui a incazzarmi e a prendere a pugni la scrivania come un imbecille.

Devo fare qualcosa. La amo. E non lascerò che la perda di nuovo.

In quel momento entra Roxy, con una falsa espressione dispiaciuta dipinta in viso. La guardo confuso e irritato dalla sua presenza allo stesso tempo.

"Chris, amore ma cosa hai fatto alla mano? Sei così dispiaciuto per la tua segretaria? Lasciala perdere, tanto non la rivedrai mai più, torna a Roma-dice, poi si copre la bocca con le mani spalancando gli occhi.

"Ops, non avrei dovuto dirlo.''

Che bastarda.

"Cosa hai detto?"-chiedo, cercando di mantenere la calma.

"No, niente. Non avrei dovuto dirlo."

"Che cosa hai detto?"-urlo allora io.

"Valeria torna a Roma?!"

"Chris..."

"Come cazzo è che torna a Roma?"-sbraito.

"Sì, amore. Finalmente è tornata a casa sua, così ci lascerà in pace. Meno male che ha deciso così."-dice, ma un sorriso le scappa pronunciando queste parole.

Stronza!

"Che cazzo hai fatto?"-urlo e non me ne frega niente se sembro un forsennato e sto attirando molto probabilmente l'attenzione di tutti.

"Io? Niente, tesoro. Me lo ha detto lei che voleva tornare a casa e io la capisco, poverina. Ci siamo incontrate per caso e..."-non la lascio finire.

"Roxy, cosa cazzo hai fatto! Non chiamarmi amore, tesoro o altre cazzate che ti vengono in mente, perché noi non stiamo più insieme. Hai capito? Ti ho lasciata."

Poi mi volto ed esco. L'avrò anche trattata male, ma se l'è meritato. Eccome.

Devo sbrigarmi ad arrivare in aereoporto. Però so che è troppo tardi. Chiedo a mio padre di bloccare almeno in parte i voli per Roma. Se può farlo. Chiamo un taxi e mi faccio portare all'aereoporto. Prenderò il primo volo.

Quando arrivo là, la fortuna è dalla mia parte: un volo per Roma parte tra quindici minuti. Devo affrettarmi. Sono un uomo ricco, perciò posso utilizzare il mio cognome per lo scopo di prendere un posto su quel maledetto aereo.

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