Capitolo 18

753 27 1
                                    

Valeria's pov

Sono passati pochi minuti da quando l'aereo è decollato. Con un po' di ritardo, ma è decollato. Fuori dal finestrino si vedono solo nuvole ormai. Sbircio alla mia sinistra, verso la signora che mi sta accanto. Sta leggendo una rivista.

Mi metto comoda e cerco di dormire, almeno così il tempo passerà velocemente. Chiudo gli occhi, ma non riesco a rilassarmi. Il volto di Christian mi appare stringendomi il cuore in una morsa dolorosa.

"Dovresti provare a rilassarti sei tutta rigida."-mi parla, ma è nella mia mente.

Oh, certo, se te ne vai dalla mia mente e mi lasci in pace, posso rilassarmi e dormire.

"E dovresti togliere quelle cuffie dalle orecchie."

Non ci penso proprio, quelle mi servono a rilassarmi e a distrarmi. Ma non funziona un granché.

"So che non stai dormendo."-dice la voce.

E grazie, sei nella mia mente.

"Perciò smettila di ignorarmi e fare finta di dormire."

Cosa? Oh, merda.

La voce non è nella mia mente. Ecco perché era così reale, vicina.

Lui è qui. Apro gli occhi di scatto e mi volto. Oh, merda.

Eccolo qui, vicino a me. Su...su..aspetta, stiamo sullo stesso aereo?

"Che cavolo ci fai qui?"-dico.

"Non potevo lasciarti andare. Io...tengo a te."

"Ma...stiamo sullo stesso aereo e...stai venendo a Roma? Con me?!"-il mio tono di voce rasenta l'isteria.

Sono pazza. Una pazza isterica su un aereo, con accanto un...un...un ragazzo bellissimo. Moro, con due occhi azzurro mare.

"Dov'è la signora che era qui?"-chiedo cercando di essere calma.

"Le ho gentilmente chiesto di spostarsi, sai le ho detto che dovevo risolvere faccende urgenti."

Boccheggiai. Dovevo sicuramente sembrare una pazza. Inoltre, ora dovevo assomigliare anche a un pesce.

"Perché sei qui?"-chiedo lentamente, scandendo le parole.

"Perché ti amo. E non voglio perderti un'altra volta."-anche lui scandisce con calma le parole.

Sì certo come no.

"Ah-ah"-mugugno.

Lui mi guarda serio.

"Non sto scherzando. So che sono stato uno stronzo, un bastardo e tutto quello che vuoi, ma...io ti amo. E ti chiedo scusa per quello che ti ho fatto passare, non pensavo quattro anni fa. Mi sono lasciato trascinare da Roxy."

Cosa?!

"Che hai detto? Da Roxy? Che vuol dire? La conoscevi già?"

Poi un lampo di consapevolezza passa nella mia testa.

"Tu stavi con lei già da prima. Quando mi hai lasciata...tu stavi già insieme a lei.

Tu...tu hai usato la scusa orribile che dovevi andare a vivere in Inghilterra con tuo padre e la sua nuova compagna, ma la realtà è che tu stavi con lei. Mi fai schifo. Mi hai mentito."

"Vale, io..."

"No!"-lo interrompo alzando la voce.

Tutti si girano dalla nostra parte, ma non mi importa.

"Non mi toccare!"-dico spostandomi di scatto verso il finestrino quando cerca di prendermi una mano.

Le lacrime iniziano a fare pressione.

Posso sembrare una ragazza esagerata- data la mia reazione- a tutte le persone che ora ci fissano su quel maledetto aereo.

La hostess annuncia che stiamo per atterrare.

"Vale, ti prego. Mi dispiace. Perdonami."-mi supplica. Credo sia sincero. Ma se è venuto qui, sullo stesso aereo per venire a Roma...per me, allora è sincero. E mi ama. Respiro profondamente. Inspiro. Espiro. Mi calmo.

Lui mi guarda. Allunga una mano e mi asgiuga con il pollice una lacrima dallo zigomo. Io non mi sposto.

"Ti amo anch'io."-dico.

Resta con me.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora