Capitolo 11

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Tord PDV

Quando (T/N) andò a casa, raggiunsi Tom.
"Io e te dobbiamo parlare...da comunista a testimone di geova"
"Smettila di chiamarmi in quel modo"
"Ehi, rilassati...la ragazza ti ha dato alla testa?"
"Non. La. Toccare."
"Mica è tua..."
"Senti, non sono in vena di parlare con te..."
"Ha! Classico stupido Tom" detto questo lo presi per un braccio e lo tirai con forza verso il retro della casa.

"Lasciami! Ti ho detto di lasciarmi! Non voglio parlare con te!"
"Invece parlerai, piccolo idiota!"
Quando fummo sul retro lo lasciai, spingendolo contro il muro.
Tom sbatté la testa e cadde.
"Ha! Più debole di quanto pensassi!"
"Sta zitto, comunista!" urlò lui.

Ah, quanto vorrei una pistola in questo momento!! Tenerne una in mano mi fa sentire calmo e al sicuro, oltre che potente e inarrestabile.

"No, è meglio che stia zitto tu!"
Lo so che lo terrorizzavo in parte quando ero arrabbiato, specialmente dopo l'ultima volta che ci siamo picchiati.
"Non mi fai paura."
Ha! Che bugiardo! Classico e stupido.
Lo presi per la felpa e lo immobilizzai contro al muro "Fai ancora l'eroe, femminuccia?"
Cercava di rimanere calmo, ma lo conoscevo fin troppo per cascarci: lo so che era spaventato come un bambino dell'asilo.
"Lo so che hai paura! Quindi finiscila!" urlai.
"Ti ho già detto che non ho paura di te, maniaco!"

Stavolta ero fuori di me. Sul serio.
Già aveva baciato (T/N), in più faceva la vittima con lei e mi faceva passare per Satana in persona.
Poi ora faceva l'eroe e diceva di non aver paura per non passare per debole ed intimorirmi.
Se c'è una cosa che odio più di Tom sono gli ipocriti. E quando lo è lui...meglio starmi lontano.

Lo fissai a lungo nei suoi dannatissimi occhi neri. Ormai il Tord controllato era stato sostituito da una macchina per uccidere.
Non ci vidi più.

"Sai cosa sei, Thomas?"

Tom PDV

A quella domanda rabbrividì.
Mi chiamava Thomas solo quando era veramente arrabbiato.
Sapevo che mi avrebbe fatto del male...ne ero più che sicuro...

"S-si, T-Tord...?" balbettai io.
Ero talmente terrorizzato che non riuscivo quasi a parlare.
Stavolta nessuno poteva aiutarmi.
Come se non bastasse, iniziò a piovere. La pioggia negli attimi di suspance che precedevano la risposta di Tord si faceva sempre più fitta e pesante: un temporale, pensai.
Non vedevo nulla a causa di essa: l'unica cosa che distinguevo tra la pioggia era il volto del norvegese.

Era arrabbiato, si vedeva. Ma non normalmente.
Questa volta i suoi occhi erano completamente spalancati e le pupille erano ridotte alla minima grandezza.
Aveva un'espressione neutrale apparte per essi.
Era tutto bagnato a causa della pioggia.
Ora non avevo più speranze: eravamo soli. Io. Lui. Per colpa del forte rumore della pioggia nessuno poteva sentirmi. Nemmeno Edd e Matt.
Ero spacciato.

"Sei un coniglio, Thomas..."

Subito dopo un forte colpo allo stomaco e un'altro in faccia mi fecero cadere a terra, liberandomi dalla presa del norvegese.
Non erano colpi normali, i soliti da rissa...erano molto più forti.

"Già stanco?" disse. La sua voce straordinariamente calma e distaccata innescò in me un terrore mai provato.

Subito dopo quella frase, sentì un'altro colpo allo stomaco, probabilmente un calcio.
Poi mi rialzò a forza, dandomi un pugno sul naso e uno sull'occhio sinistro.

Caddi a terra. Scendeva sangue dal mio naso, forse rotto, e sentivo colpi ripetuti da tutte le parti.
Iniziai anche a sputare sangue per via dei colpi ripetuti.
Lo supplicavo di smettere, ma sembrava solo peggiorare la situazione.
Provai a rialzarmi, ma caddi ancora.
Sentivo la forza mancarmi. Sempre di più.

Tord PDV

Mi allontanai e tutto fu di nuovo lucido.

Fu orribile.

Tom era lì a terra, ricoperto di lividi e di sangue. Mi ero lasciato trasportare ancora. Volevo solo dargli una lezione, ma non così...non in questo modo...
Per fortuna era ancora vivo. Lo sentivo supplicare di smettere, di lasciarlo in pace, mentre piangeva.
Lei mi odierà per questo lo so. Edd mi odierà. Matt mi odierà. Tutti.
È successo molte volte che arrivassi a questo, ma finora solo con nemici della Red Army e altri delinquenti, mai con Tom.

Lui smise di parlare.

"Tom...?"
Nessuna risposta.
"Tom!?"
Ancora silenzio.
Corsi verso di lui.
Aveva gli occhi chiusi.
Speravo avesse perso conoscenza.
"Thomas rispondi!!"
Cercai di svegliarlo.
Nulla.
Andai nel panico.
E se l'avessi ucciso?
No non potevo.
Non lui.
Non così.
Non qui.
Non ora.
"TOM! TOOOOM!"
Nulla.
Continuavo a chiamarlo ma nulla.
Cercai di rianimarlo.
Nulla.
Iniziai a piangere come un bambino di 3 anni.
Ti prego.
Svegliati.
Tom.
Forza.
Svegliati.
Tom...

È colpa mia.
Solo mia.

"...Tord...?"
Guardai verso di lui.
Era vivo.
Ancora vivo!
"Tord...io-" "MI DISPIACE! NON VOLEVO! SCUSA!" lo strinsi forte.
"Lasciami!...non respiro..."
"Oh" lo lasciai andare.
"Mi sono lasciato trasportare...scusami! Scusami!"
Lo presi in braccio e lo portai dentro casa.
Lo feci sdraiare sul divano.
"Scusami..."
"..."
"Tom?"
"...coglione..."
Invece di arrabbiarmi, risi.
Classico stupido Tom. Era ritornato.

In quel momento scese Edd dalle scale.
Oh.
Cazzo.
Sono morto.

"Ehi ragazzi!" venne verso di noi.
Vide Tom.
"Cosa diamine è successo!? Tom stai bene?"
Corse verso di lui.
"È colpa mia...mi dispiace..."
Edd mi guardò scandalizzato.
"Tu...gli hai fatto questo...a lui?"
"Edd mi dis-" "COME HAI POTUTO!? COS'HAI NELLA TESTA!?"
"Edd no!" guardai Tom "L'ho...provocato io...ho esagerato...e non era mia intenzione..."
Lo sguardo di Edd era alquanto stupito. E anche il mio.
"Per questa volta non chiamo la polizia e non ti sbatto fuori, ringrazia Tom!"
Era arrabbiato il caro Edd, ma lo conosco, gli passerà...
"Grazie di avermi difeso, Testimone di Geova!"
"Prego comunista..."

A/N

Ciao fan di Eddsworld!
Avete pianto per Tom o siete stati di metallo solido come il robottino di Tordishu?

Volevo solo dirvi di tenere presente le due caratteristiche di Tom (provocare) e Tord (a volte incapace di controllarsi) perché nell'AU che scriverò avranno molta importanza, forse anche in questa storiella.

Detto questo, spero vi sia piaciuto il capitolo.
Ciaooos!

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