Capitolo 18

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Naomi

"Qualunque cosa accada non ti innamorare mai di me." Mi disse.

Quelle parole mi lasciarono senza fiato. C'eravamo appena baciati cazzo! Finalmente le nostre labbra si erano sfiorate, anzi avevano fatto ben altro... si erano scontrate con violenza sprigionando nel mio corpo sensazioni mai provate prima; le nostre lingue avevamo giocato a rincorrersi come se si appartenessero da una vita, come se era destino che si incontrassero.

Il mio primo bacio! Il mio primo vero bacio! perché di baci a stampo ne avevo dati tanti, ma questo non era un misero bacio, uno qualunque... no! questo era il mio primo vero bacio. E lo avevo condiviso con il mio fratellastro,MERDA!

E lui, mi aveva allontanata con con una semplice frase! Chiedendomi di non innamorarmi di lui! Volerlo e non amarlo? Impossibile

"C-cosa??" Gli dissi io scioccata.

"Cosa,cosa?" Mi rispose con un'aria divertita.

"Cosa... cosa cazzo ti passa per la testa!" Sbottai io. "Come puoi pretendere che io, dopo quello che mi hai detto alla festa, e dopo questo, non mi innamori di te!?!? Come puoi pretendere che io dimentichi tutto quello che è appena successo, e faccia finta di nulla!?!?
Io non sono come quelle troie delle tue amichette che ti porti a letto alla velocità della luce e che poi non ti fili più.
Io non sono Jessica che per una scopata pagherebbe oro e che non prova alcun sentimento nei confronti di chi si limona.
IO NON SONO LA TUA BAMBOLINA CAZZO!"

Dissi tutto d'un fiato. Le lacrime volevano uscire. Volevano scaraventarsi giù dai miei occhi e andare a solcare le mie pallide guance. Ma io non glielo permettevo. Non potevo mostrarmi agli occhi di Jason tanto vulnerabile. Non potevo mostrarmi più di quanto non avessi già fatto. Non potevo e basta.

Mi strofinai le mani contro il viso per cercare di mandarle via, e mi scontrai violentemente contro i suoi occhi. Non provava alcun emozione. Era spento. Probabilmente le mie parole lo avevano toccato nel profondo e lo avevano ferito. Ma anche le sue mi avevano ferito. Mi avevano fatto del male. Ed era come se ogni volta che incrociavo il suo sguardo la ferita si riaprisse e ricominciasse a sanguinare...

Io per lui ero una bambolina. Mi usava quando più ne aveva voglia. E poi per interi giorni non mi rivolgeva neanche la parola. Ero sotto il suo controllo... anche se contro la mia volontà, non potevo far altro che essere sotto il suo controllo. I suoi occhi verdi, il suo sorriso, il suo fisico, tutto di lui mi controllava e mi affascinava .

Ero stanca. Ero stanca di tutto. Volevo risposte, volevo cose concrete, non semplici parole da dire quando più fanno effetto. Voglio sentirmi dire 'io ci tengo a te, Naomi io tengo a te".

"Mi dispiace." Le sue parole squarciarono il silenzio che si era creato. Quelle parole, quelle parole che pensa che possano risolvere tutto. Si sbaglia di grosso se crede che mi lascerò incantare ancora una volta.
Quelle due semplici parole non servono più a nulla. Le sue scuse non hanno più importanza, non basteranno per ricominciare tutto da capo.
Voglio sapere. Tutto.

"Maila. Maila era il suo nome" iniziò Jason.
"Maila era la mia ragazza... era il mio punto di riferimento. Era la luce che illuminava le notti più buie. Era l'arcobaleno dopo giorni interi di pioggia. Era il mio sorriso ogni giorno. Era tutto. Tutto per me." Riprese fiato...
"Una sera mi avevano invitato ad una festa. Era una festa da urlo, c'era la musica a palla, luci, fumo e molto alcol. Quella sera avevo appena litigato con i miei e volevo dimenticarmi tutto..." una lacrima gli rigò la guancia. La sua voce divenne flebile e piena di singhiozzi. Mi stava rivelando i suoi segreti. Si stava aprendo con me, e penso che nessun altro abbia mai visto piangere Jason. "Quella sera ci andai dentro di brutto... dieci, venti, trenta bicchieri.
Ero un'altra persona. Non riuscivo più a controllarmi. Non sapevo più distinguere ciò che era giusto da ciò che era sbagliato. Non riuscivo più a pensare lucidamente." Un'altra lacrima, seguita poi da altre due, gli scivolarono sul viso.
"Non mi ricordo neanche come andò, fatto sta che la mattina dopo mi ritrovai in un letto tra le braccia di una tizia sconosciuta. Non so cosa io ci abbia fatto. Non mi ricordo nulla." A quel punto si lasciò andare completamente... si strinse la testa fra le mani come se gli stesse per scoppiare. Piangeva. E non se ne vergognava.

"Non trovavo le parole per raccontarglielo. Effettivamente io non avevo le parole per dirglielo perché io non sapevo cosa fosse successo." Si riprese. "Nella scuola eravamo molto popolari come coppia, e quando la voce iniziò a girare, lei venne derisa e presa in giro da tutti." Fece una pausa.
"Non voleva ascoltarmi. Non avevo modo di chiederle scusa. Così un pomeriggio dopo scuola andai a casa sua per chiedergli perdono. Io l'amavo." Altra pausa.
"Arrivai e lei era in piedi sul tetto. Le urlai scusa con le lacrime agli occhi. Le implorai perdono. Mi aveva ascoltato, per quanto mi amava mi aveva creduto e mi aveva perdonato. Quando si girò per scendere, il piede scivolò sulla grondaia e cadde." I suoi occhi erano vuoti come non li avevo mai visti prima. "Morì." Disse alla fine.

Non potei far altro che abbracciarlo. Lo strinsi forte e non gli dissi una parola.

💙💙💙
Ciao ragazzi,nuovo capitolo per voi!!!
Abbiamo scoperto qualcosa riguardo al passato burrascoso di Jason. Riuscirà in futuro a raccontare a Naomi tutto?
Spero vi sia piaciuto.
Grazie mille a tutti coloro che ci hanno supportato fin dal primo momento💙💙💙
Alice e Chiara
#JAMI

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