3. Faded.

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Faded - Alan Walker

La mattina dopo mi alzo con un mal di testa allucinante. Non so per quale motivo, o forse si. Ho ascoltato tutta la notte canzoni di One Direction o di Harry Styles fino a farmi addormentare o venire il mal di testa da quanto le ascoltavo con il volume alto. Anche se, ad un certo punto li ho abbandonati e ho ascoltato Faded di Alan Walker.
Mi alzo dal letto con fatica mentre mi dirigo al piano di sotto per fare colazione. Sento mia mamma parlare al telefono. Mi fermo.

« Glielo dirò, stasera David... » David è il padre di Damian. Cosa c'entra? La mamma di Damian e il padre sono separati, più o meno da quando io e Damian abbiamo litigato. Mia mamma fa una pausa. « Credi che sia facile? Credi sia facile dire a Sunshine che io e te abbiamo una relazione? Adesso sta dormendo... » « Okay, okay appena torna da scuola oggi glielo dico. » poi sorride.

« Si, Ti amo anc-. » il rumore del mio telefono che va a terra la fa girare di scatto.

Ditemi che è uno scherzo quello che è successo. Non è vero quello che ho sentito. Mia mamma e David? No, non può essere.

« Sun, tesoro. » la blocco.

« Dimmi che non è vero. Ti. Prego. Non hai tradito papà per tutti questi anni, vero? Lui era così bravo con te, perché lo avresti fatto? » parlo quasi con me stessa.

« Sunshine le cose tra me e tuo padre non erano così rose e fuori. Lui mi amava, non mi ha mai tradita né mancato di rispetto, ma io non l'ho mai amato così tanto. I miei genitori mi hanno costretto. Lui era un buon partito per loro...e....  »

« Basta! BASTA! Non voglio più ascoltare. O mio Dio. Tutti questi anni nella menzogna più totale! Non ti vergogni? » le urlo in faccia mentre mi avvicino.

« Non parlarmi in questo modo, Sunshine! Tu non sai niente! Quelli erano altri tempi, non è come oggi! » prova a giustificarsi, ma ormai ha perso tutta la mia stima e fiducia.

« Non mi interessa più niente mamma. Non voglio più parlare con te. Mi hai mentito per tutti questi anni. Da quanto va avanti con David? » chiesi sussurrano.

« Da quasi quando avevi 11 anni. »

Un flashback riaffiora la mia mente.

« Niente! Solo che non ti voglio più vedere! Non ti voglio più vedere Sunshine! Ti odio! Io e te non siamo più amici! Aveva ragione Sydney tu non sei una bella persona, sia fuori che dentro! » aveva urlato mentre io ormai piangevo.

« Ecco perché! Siete stati voi! » urlo con il viso inondato dalle lacrime.

Mia mamma ha una faccia mortificata. « Damian vi aveva visto, non è vero? Oh mio Dio. Per colpa vostra io e lui non ci sentiamo più! Io ho perso il mio migliore amico per colpa tua! » urlo disprezzandola.

« Sunshine... »

« NO. Sunshine un cazzo, mamma. Tu non sei più mia madre, e io non devo portarti alcun rispetto. » faccio per dirigermi al piano di sopra, ma lei mi prende il braccio e mi gira di nuovo verso di lei. Mi tira uno schiaffo che mi fa girare la testa.

« Sentimi bene, ragazzina. Non permetterti più di rivolgerti così a me. Mi sono dovuta sorbire una relazione che non volevo per colpa dei miei dannati genitori. Non ho mai amato davvero tuo padre. » fa una risata amara.  « E nenache te. Ti ho avuta per caso, ma non ti amo come ti amava tuo padre. David verrà a vivere da noi insieme a quel moccioso di Damian. Non provare a complicare le cose. »

« Non chiamarlo moccioso! Qui l'unica mocciosa sei tu, Adele. » sussurro disprezzandola.

« Oh, adesso mi chiami per nome? » « Non ricordi cosa ti ha fatto, Damian? Ti ha abbandonata, Sunshine. Si, ci aveva visti quel giorno, ma non aveva mica il diritto di abbandonarti? Lo giustifichi questo, eh?! »

« So solo che ti odio profondamente per tutto quello che hai fatto e che mi stai facendo. » mi stacco dalla sua presa e mi dirigo velocemente verso la mia stanza. Prendo la prima roba che vedo e me la infilo per poi prendere lo zaino. Devo parlare con Damian.

« Dove stai andando, Sunshine? Lui non ti vorrà più indietro. Gli fai schifo. » chiudo la porta d'ingresso con un tonfo. Appena sono fuori scoppio a piangere per gli eventi appena accaduti. Inizio a correre ininterrottamente mentre le lacrime scendono copiose sul mio volto. Arrivo a scuola e quando vedo Damian in giardino con il suo gruppo cerco di darmi un contegno. Mi avvicino con passo felpato a lui.

« Dobbiamo parlare. » dico. Lui si gira e mi guarda dall'alto verso il basso con sguardo superiore.

« Perché dovresti parlare con lui, sfigata ? » chiede Cassidy. Oggi non è proprio giornata. Se devo sbranarla, lo faccio.

« Fatti i cazzi tuoi, e parla meno sennò i canotti che ti ritrovi al posto delle labbra potrebbero esplodere. » un branco di risate si innalzano. Chase e Cody stanno morendo dal ridere, mentre Damian mi guarda cercando di capire.

« Oh, smettila di essere così aggressiva Sunshine. Lo sappiamo tutti che è un momento difficile, cioè, è morto tuo padre, il vicepreside, ma ciò non ti dà mica la libertà di dire il cazzo che ti pare? Devi sempre ricordati chi comanda qui. »

Inizio a spazientirmi. « Te lo dirò per l'ultima volta. » mi avvicino a lei. I nostri nasi tra poco si sfiorano.  « Fatti i cazzi tuoi. »

Lei sorride diabolicamente. « Oh okay. Ma spero, che arriverai al tuo intento. Sai, ti vesti sempre di nero, non parli con nessuno. Sei bella, ma non ti importa di nessuno e niente. Sei una emo, lo so. Conosco quelle come te, se vuoi ucciderti, perché non lo fai? » tutti hanno sussultato. Io, però, non voglio arrendermi. Devo spodestare il trono a questa sorta di barbie assassina.

« Cassidy! » a riprenderla però, non è stato Damian, ma Chase.

« Cosa c'è? » ha risposto lei. Io ho lo sguardo fisso su Damian. Non mi ha difeso.
« So che lo pensate tutti. » mi sono scocciata.

La mia mano è andata a finire sulla sua guancia. La testa ha girato dalla parte opposta mentre io godo di quella scena.

Un coro di versi di sorpresa si sono innalzati. Ormai abbiamo attirato l'attenzione.

« Cosa diavolo hai appena fatto, puttana? » ha urlato lei.

« Cosa succede qui?! » ho udito vagamente il tono del preside Richman. Ma non sarei scappata.

Ho guardato Damian.  « Sai cosa? La più grande delusione mai avuta sei tu. » lui  sussulta alle mie parole, ma lascia la sua postura dura.

« Signorina Lee, signorina Johnson, nel mio ufficio. Adesso. » ha sibilato. Io l'ho seguito a testa alta. Non mi sono assolutamente pentita di niente.

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