13.

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scusate per eventuali errori, ma non sapevo se pubblicare o no questo capitolo dato che non ho molta ispirazione in questi giorni

« Come ti sei permessa! Io sono tua madre, mi devi rispetto! Se non ti sta bene, puoi prendere le tue cose e andare via. » annuisco senza ascoltarla e mi dirigo in camera mia. Il giorno la serata con Damian, mia mamma ha iniziato a fare il suo monologo su quanto accaduto la sera prima. La ignoro e salgo in camera. Prendo le cuffie e telefono e vado a fare una passeggiata. Mi dirigo in città, allontanandomi dal noi quartiere, e mi avvicino ad una nuova gelateria. Quando ordino il gelato e sto per pagare, una voce dietro di me mi fa fermare. 

« Lo pago io il gelato alla signorina. » Cole Garcia. Arrossisco violentemente ma subito mi riprendo. 

« Non - non c'è ne bisogno. Pago io. » ribatto e il gelataio ci guarda annoiato. 

« Decidetevi, basta che mi pagate. » lo guardo con un sopracciglio inarcato pronta a ribattere per la sua insolenza, ma Cole ne approfitta mettendo i soldi sul bancone. 

« Buona giornata. » dice per poi trascinarmi fuori il negozio. 

« Devo darti i soldi. Non capisco perché lo hai fatto. » lo guardo con il mio gelato in mano e non riesco a capire.

« Beh, dovevo farmi perdonare per averti trattata di merda quando eravamo due bambini. » Cole è stato la mia prima cotta. Andavamo all'asilo insieme e anche alle elementari. Mi è sempre piaciuto, però poi ho preso la fissazione per Damian e addio. Una volta, in classe, girò voce che provavo interesse per Cole. Lui si mise a ridere e mi snobbó fino alla fine delle elementari.

« Quanti anni sono passati? Stiamo frequentando l'ultimo anno di liceo. Te ne ricordi adesso? E poi, non hai fatto lo stronzo. Avevamo dieci anni. Non me la sono nenache presa molto. » bugia. Passai tutta la serata a piangere con Damian, lo ricordo ancora.

« Beh. Non so cosa dire. Ti ho offerto il gelato perché pensavo di farmi perdonare in qualche modo. » non mi piace tutta questa gentilezza.

« È da un po' che non ti vedo. Come mai? » chiesi mentre iniziai a mangiare il gelato.

« I miei hanno divorziato e io abito con mia mamma in un altra zona di San Diego. A scuola faccio di tutto per non farmi notare. Non che io sia sempre stato uno che si fa notare ma, beh, gli ultimi anni sono stati terribili. »

« Beh non dirlo a me. » il suo sguardo insiste sulla mia figura.

« Non ti dirò che mi dispiace perché già lo sai e ti annoieresti, ma l'ho saputo e per qualsiasi cosa sai che ci sono. Potremmo essere... amici, cosa ne pensi? »

Mi faccio uscire uno sbuffo involontario. Lui subito mi guarda deluso mentre io faccio una faccia mortificata. 

« Scusa è che... ho scoperto da poco che una persona aveva fatto una scommessa su di me. Non mi fido di nessuno. » ci sediamo su una panchina e lui continua a guardarmi. 

« Non mi dire... Chase Lewis. » lo guardo sorpreso mentre inizio a mangiare il cono. 

« Come - » mi interrompe subito. 

« Anche mia sorella ci è caduta. Avrei voluto spaccare la faccia a quel coglione, ma i suoi ammiccherai mi hanno trattenuto. » 

« Gli ho dato una ginocchiata nelle parti basse. » dico alzando le spalle. Lui scoppia a ridere e poi ci sono degli attimi di silenzio. 

« Capisco che non vuoi fidarti, ma io non ho cattive intenzioni. Non sono un puttaniere come Lewis, vorrei solo stringere amicizia con te. Sei una delle poche a scuola che non sono puttane. » 

La vera domanda è ; perché tutti adesso? Sono stata da sola fino ad adesso e all'improvviso tutti vogliono essere miei amici e fanno scommesse su di me. 

Non gli rispondo e mi alzo dalla panchina. Faccio per prendere il portafogli quando lui mi fa un sorriso e scappa via verso la sua macchina. 

« Stronzo ti devo un gelato o qualcosa. » esclamo ad alta voce. Lui alza le spalle per poi sorridere e andar via. 

Scuoto la testa e mi incammino verso casa, dato che non ho nulla da fare. Stasera la squadra di basket della scuola gioca contro un'altra squadra. Non so se andarci, Austin mi sta praticamente pregando via cellulare, ma non so ancora se andare o meno. 

Arrivo a casa e dopo aver finito i compiti faccio una doccia e mi preparo per andare a scuola. Non so ancora perché ho accettato di andare, forse perché Austin deve vedere Klaus, o forse perché gioca Damian. Conosco questa sensazione, e non mi piace assolutamente. Non mi piace per niente. Damian non mi piace da quando ero un ragazzina di tredici anni, non può piacermi, non deve piacermi. Forse dovrei provare ad uscire con Cole, è un bravo ragazzo, davvero bravo non come Chase che voleva fare la parte del bravo. Lascio da parte i miei pensieri e quando ho finito di prepararmi chiamo Austin per capire dove si trova. 

« Sono quasi da te. Due minuti e scendi. » mi dice. Non pensavo che Austin guidasse, non me l'ha mai detto, ma mi fido quindi vado con piacere con lui. 

Quando esco dalla mia camera mi scontro con un petto duro. Alzo lo sguardo e vedo Damian guardarmi dall'alto. « Dove stai andando? » mi chiede mentre io mi allontano di molto da lui. 

« Vengo a vedere la partita. Dopotutto faccio parte anch'io della scuola. » faccio per sorpassarlo ma mi blocca con la sua figura possente. 

« Vieni con me? » chiede e io mi fermo un momento per squadrarlo bene. Porta dei jeans neri e una felpa rossa che evidenzia le sue spalle larghe e il fisico scolpito. È una fottuta visione. 

« Ehm... » ritorno con lo sguardo sul suo viso. « No, vado con Austin. » dico per poi correre via e trovare quest'ultimo con la sua macchina ad aspettarmi. 

Quando entro dentro lo saluto e allaccio subito la cintura. « Ti prego, sono ancora troppo giovane per morire. Guida bene e piano. » 

« Aha aha aha spiritosa. » dice per poi mettere in moto. 

« Allora... dopo cosa si fa? Klaus mi ha detto che ci sarà una festa. Vieni, giusto? » io lo guardo con un labbro tra i denti e un espressione schifata. 

« No puoi essere così asociale. Dovresti essere felice del fatto di avere un migliore amico come me che ti fa uscire e conoscere nuove persone. » dice aggiustandosi i capelli in modo egocentrico. 

« Infatti sono felicissima di avere te come migliore amico. » dico in modo ironico e lui alza gli occhi al cielo mentre nella macchina si sente una canzone per bambini, baby shark

Scoppio a ridere mentre Austin inizia a cantare con una voce ridicola. Facciamo questo finché non arriviamo a scuola. Finiamo di cantare come due deficienti solo quando vedo Chase in corridoio con delle ragazze in minigonna. Ci guardiamo per pochi secondi ma poi giro il volto e ci dirigiamo in palestra. 

« Tutto okay? » chiede Austin. Io annuisco e poi sorrido sinceramente. 

Prendiamo posto e poco dopo fanno ingresso nel campo i ragazzi. Damian spicca tra tutti con il numero 9 mentre Chase ha il numero 7. Klaus è seduto vicino a noi e lui ed Austin sono davvero carini insieme. Sono gli opposti. Austin è esplosivo, energico, dice sempre la sua,mentre Klaus è davvero riservato. Solo con i suoi amici si apre e scherza. 

« È libero questo posto? » la voce di Cole mi fa distogliere lo sguardo da quello scenario. 

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