18. Stargirl

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Ogni giorno mi sveglio con la consapevolezza di dover mettere delle distanze tra me e Damian, il quale sta diventando sempre più ostinato nello starmi con il fiato sul collo come se da un momento all'altro potessi uccidermi per l'alta dose di schifo che sto affrontando nella mia vita.  Vorrei poter comprendere il suo repentino cambiamento di umore ed atteggiamento nei miei confronti ma impiegherei troppo tempo e dedizione per farlo quindi deciso semplicemente di non pensarci troppo e di vivermi le cose come vengono.
Ultimamente sento di star andando sempre di più alla deriva, come se non stessi aspettando altro che sprofondare definitivamente in un baratro oscuro ed insidioso ma in realtà non è questo a preoccuparmi, a preoccuparmi è il semplice fatto che tutto ciò non mi spaventa.
Mi osservo allo specchio, pronta per andare a scuola, e non vedo altro che una ragazza privata della propria vitalità e con un aspetto trasandato, come se non le importasse più della propria vita.
« Sunshine sei ancora qui? » decido saggiamente di ignorare mia madre e di scappare dalla mia stanza per dirigermi fuori quest'abitazione che prende sempre più le sembianze di una perfetta ambientazione film horror.
La passeggiata per arrivare a scuola è rigenerante, sopratutto con The Weekend che invade le mie orecchie facendo sì che possa dimenticare momentaneamente le sventure della mia terribile vita.
« Buongiorno sole, come va? » onestamente sembra tanto che Austin mi stia prendendo per il culo, ma deciso di lasciarlo fare... almeno lui si diverte.
Sorrido. « Benissimo! » come se non avessi già pensato a tutti i modi possibili ed immaginabili per scappare via da questa città di merda.
Prendo i libri dal mio armadietto e poi lo richiudo con forza facendo quasi sobbalzare il mio amico.
Austin comprende subito che non è giornata e mi osserva attentamente pensando alla prossima battuta da fare per eliminare la nuvoletta grigia che c'è sulla mia testa pronta a sprigionare pioggia.
« Okay allo- »
Non riesce nemmeno a pronunciare la frase completa che qualcuno gli si posiziona vicino mentre io non distolgo lo sguardo dal volto del mio amico.
« Quando usciamo di nuovo? »
Alzo gli occhi al cielo e prendo respiri profondi mentre cerco di non dargli di nuovo un calcio nelle palle. « Se non si fosse capito, non ho nessuna intenzione di uscire di nuovo con te. » sorrido ironicamente. « Credi che io sia davvero così stupida, Chase? »
Lui mi osserva con un'espressione convinta e da perfetto bad boy da romanzo rosa che mi fa venire ancor di più la voglia di picchiarlo.
« Non puoi negare che siamo stati bene... » lo guardo schifata e cerco di non vomitargli addosso.
« Si invece, e lo farò fino allo sfinimento. » detto ciò gli rivolgo le spalle e me ne vado cercando di farmi spazio tra la marea di gente che si è accalcata intorno a noi.
« E voi perché non vi fate un po' i cazzi vostri? » esclamo senza potermi fermare.
Fortunatamente la lezione di astronomia mi calma e posso continuare la mia giornata scolastica che mi riserva un bellissimo scenario di Cassidy con un occhio nero. Appena la vedo è impossibile non scoppiare a ridere, è letteralmente la cosa più soddisfacente è magnifica mai capitata fino ad oggi.
« Finalmente qualcuno ti ha fatto zittire. » ovviamente il mio commento non le piace affatto e non perde l'occasione per farmelo sapere.
« Stai zitta. » sputa in modo acido.
Sorrido. « Ah riesci ancora a parlare nonostante il labbro inferiore gonfio? Non sai quanto mi dispiace. »
« Ti piace? Opera mia. » una ragazza le si affianca facendomi distogliere lo sguardo da Cassidy, la quale inizia a guardare la creatrice di quel grande ematoma con molta rabbia.
Le sorrido mentre osservo i tratti dolci del suo volto e penso al fatto che non mi sarei mai aspettata un tale tipo di violenza da una ragazza del genere.
I capelli rossi le incorniciano il volto caratterizzato da grandi occhi verdi e lentiggini sparse tra il naso piccolo e le guance tonde, è una ragazza abbastanza bella e scommetto che abbia un carattere abbastanza particolare che manderebbe in tilt qualsiasi uomo.
« Devo porgere a te i miei sentiti complimenti » le dico sperando che comprenda che le sono grata per ciò che ha fatto nonostante io sia all'oscuro delle cause.
Lei alza le spalle con disinvoltura. « Se lo meritava. »
« La smetti? » la diretta interessata le rivolge uno sguardo odioso ma la sconosciuta dinanzi a me non si fa minimamente scalfire.
Come per dimostrarlo, le basta lanciarle uno sguardo pieno di ammonimento per far sì che la bionda possa zittirsi immediatamente.
Quando ritorna con lo sguardo su di me, io sono completamente scioccata e la guardo come se fosse uno strano mostro dal potere sovrumano mentre allunga la mano in segno di saluto.
« Io sono Sarah. »
Le sorrido con ammirazione e curiosità. « Io sono Sunshine. »

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