Capitolo 1

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Chanel's Pov

Sono poche le volte in cui dormo bene e puntualmente sono anche le volte in cui vengo disturbata di più.

E infatti, in quella mattina di metà aprile, una zanzara continuando a ronzarmi intorno alle orecchie, mi fece svegliare di soprassalto.

E fu così che persi per l'ennesima volta il sonno, tanto per cambiare.

Semplicemente favoloso.

"Friday che ore sono?" Chiesi mentre mi stiracchiavo, "le 6:13 signorina." Rispose l'intelligenza artificiale.

"Ma perché me..." dissi sbuffando.
"Vuole che avverta il signor Stark che è sveglia?" Chiese il congegno.
"No assolutamente no!" Mi affrettai a dire.

Vista la situazione, decisi di alzarmi e di prepararmi, ma non prima di aver fatto fuori quell'essere insulso che mi aveva disturbata.

Infatti brandì le mie ciabatte e inizia a seguire stupidamente l'insetto, fino a riuscire a farlo fuori.

Mi rammendo sempre, che un giorno, dovrò inventare qualcosa di più semplice per poter far fuori questi insetti.

Tipo un laser...boh vabbè

Dopo essermi vestita finì di prepararmi pettinandomi i capelli color miele.
Presi poi il mio computer per poter ultimare alcuni dei miei progetti e fare i compiti.

Si perché sono oramai un paio di anni che non vado in una scuola fisica.
Mio padre lo considera troppo pericoloso, soprattutto da quando lui è diventato Iron Man.

Anche se io gli rammento continuamente che sono perfettamente in grado di badare a me stessa.

Essere mio padre non dev'essere facile, ma non bisogna sottovalutare pure la mia posizione.

Le aspettative che il mondo ha da me mi pesano, anche se spesso riesco a realizzarle, ma non è il peso del mio cognome la cosa peggiore...
È l'assenza di mio padre.

Uno dei miei sogni è la sua presenza costante nella mia vita, che ora piano piano si sta realizzando.
E non potrei esserne più felice.

Ma se solo ripenso alla fatidica 'battaglia di New York' mi viene la pelle d'oca e percepisco le mie sicurezze tremare.

Quando lui decise di entrare in quel buco nel cielo il mio cuore si fermò.
Fu come se l'ossigeno fosse finito e il sole non esistesse più.

Mi ricordo un dolore, come un pugnale, nel cuore, come se tutte le mie certezze fossero svanite.

E la cosa si ripeté tutte le volte che rischiai di perderlo.

Ancora oggi quando va in missione io sto in pensiero, ma cerco sempre di non darlo a vedere a nessuno.

Decisi di smettere di pensare al passato, bisognava vivere il presente ora.

Ma poi facciamo i seri...
Basta depressione!
Dobbiamo essere tutti come i protoni...
sempre positivi!

Una volta ultimato tutto, guardai l'orologio sul mio comodino di vetro che segnava le 7:40.

Decisi di scendere perché sapevo che nel complesso avrei sicuramente trovato qualcun altro sveglio.

Arrivata in cucina trovai Wanda, Natasha, Thor e Visione.

Kid in love || Peter Parker #Wattys2019Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora