<<Ancora non capisco come tu sappia dove abito.>> Dico preoccupata.
<<Sai, Jace Miller non è una persona poco conosciuta nell'ambito popolare. A parte il suo cognome, conosciuto in tutta Chicago, è conosciuto per le sue feste, le organizza dalla prima superiore.>>
Faccio una smorfia di disgusto, Zed ridacchia e continua: <<Mi ricordo bene che all'inizio le feste non erano in questa casa, dopo, verso metà dell'anno scorso ha iniziato a farle qui perché appunto si era trasferito.>>
Mi sono sempre chiesta perché Jace abiti da suo fratello invece che dai suoi genitori.
<<Ah okay, perché mi stavo iniziando a preoccupare.>>
<<Mica sono uno stalker.>> Dice ridacchiando.
E alla parola stalker, mi viene in mente Madison.
Povera ragazza, ce l'hai proprio con lei.
<<Sono felice che tu sia qui.>> lo penso davvero, mi è mancato così tanto.
Dio, così mi fai venire il diabete.
Ma i fatti tuoi?
Mai...
<<Mi conviene andare, tra un po' devo andare a lavorare.>>
Ci salutiamo, e lo accompagno alla porta.
Appena la chiudo sento un applauso dietro di me: <<Ma che carini!>>
Devo ancora progettare il giorno in cui lo castrerò.
Vuoi davvero sprecare questo fantastico dono da parte di Madre Natura? Non ti permetterò di farlo!
<<Che vuoi Miller?>>
<<Sono felice che tu sia qui.>> Lo dice con una voce così acuta che siamo fortunati che le finestre siano ancora integre, se stava cercando di imitarmi non c'è proprio riuscito.
<<Ora mi spii anche?>>
Si vede proprio che lui è Madison sono amici, deve essere una loro regola dell'amicizia quella di stalkerare la gente.
<<Ma per favore...>>
Mi scruta attentamente per poi riprendere il discorso: <<Volevo solo avvisarti che Zed Hill non metterà più piede in questa casa.>>
Per poco non mi metto a ridere.
<<E tu chi saresti? Sua Maestà Il Padrone di casa? Come ha detto Zed prima, questa casa non è tua ma di tuo fratello. Vai a fare il capo da un'altra parte, perché non torni a casa dei tuoi forse lì potresti?>>
Credo di aver fatto centro, visto che sbarra gli occhi e il suo sguardo dice tutto: rabbia, rabbia, e anche dolore.
Rimane in silenzio a fissare un punto impreciso per un secondo che sembra durare ore, sembra perso nei suoi ricordi, per un momento sembra vulnerabile, quasi una brava persona, ma poi si riprende e torna il solito adorabile e simpatico Miller.
<<Tu non sai un cazzo Alexa, quindi ti conviene tenere la bocca chiusa.>> Sputa acido.
***
<<Abigail smettila di agitarti.>>
<<Non c'è la faccio Alexa, non so davvero cosa fare.>> Urla dal telefono, così forte che sembra sia qui invece che in Canada.
<<Allora, tranquillizzati per prima cosa. Fai un respiro profondo e siediti. Ora segui tutte le istruzioni e fai quel maledetto test. D'accordo?>>
<<Si.>> Dice in un sussurro.
<<Okay ora appoggio il telefono per farlo ma tu rimani in linea.>>
<<Si, tranquilla non vado da nessuna parte.>> La tranquillizzo.
Dopo il piccolo scontro con Jace, la giornata è continuata in modo noioso.
E ora è sera, più notte direi, e sono chiusa in camera mia a parlare con la mia migliore amica che si trova dall'altra in un altro Stato.
Questa giornata è stata più stancante di quello che pensassi: l'odio di Zed e Jace, io e Jace e ora la mia migliore amica che rischia di essere incinta.
Qualcos'altro? So bene che manca sicuramente qualcosa per concludere questa giornata di merda.
Guarda che così la sfiga la attiri e basta.
Passano cinque minuti e ancora niente.
<<Abby ci sei? Abby?>>
Niente.
<<Abigail Evans?>> Inizio ad alzare la voce.
Sento una forte risata dal telefono.
<<Alexa ci sono, sto bene ma lasciami fare sto test in pace.>>
Bastarda.
So che l'ha fatto apposta per farmi preoccupare.
Ad un certo punto sento della musica a tutto volume provenire dal piano di sotto.
Spalanco gli occhi dallo spavento.
Si sentono anche delle urla.
Ma che diavolo sta succedendo? Per caso Jace sta uccidendo qualcuno?
<<Abby scusami ma c'è un problema poi ti racconto, ti richiamo io dopo.>>
<<Sai che faccio? Il risultato lo guardo domani mattina, così mi faccio una bella dormita e mi preparo anche mentalmente per il possibile risultato.>>
<<Va bene.>>
<<Ma che succede?>>
Se lo sapessi...
<<Non ne ho idea.>>
<<Problemi in paradiso?>> Chiede, la conosco così bene che anche se non c'è so per certo che sta sorridendo.
<<Ma sta zitta, ci sentiamo.>>
Appena apro la porta di camera mia, trovo alla mia destra due che pomiciano.
Cosa?
Sicura che non stai facendo un sogno porno?
Non sto sognando, purtroppo è la verità.
Nel corridoio sono presenti un sacco di miei coetanei che bevono alcolici, ballano, si baciano, parlano...
Ma cosa sta succedendo?
Non è quello che penso, vero?
E invece mi sa di sì, Jace ti ha fottuto e purtroppo non in quel senso.Ringrazio il cielo per aver preso la saggia decisione di non cambiarmi prima della telefonata con Abby, così invece di trovarmi in pigiama con la casa piena di sconosciuti, mi trovo con dei pantaloncini bianchi della Upstar di jeans e una maglietta marrone leggera e un po'trasparente con disegnati sopra delle ananas con la casa piena di sconosciuti; visto che è fresco perché la porta fa corrente con le finestre aperte, prendo il mio adorato giubbotto di pelle dall' attaccapanni di fianco alla porta e me lo metto.
Mi guardo intorno e vedo che dalla porta sta entrando Madison, così dopo aver chiuso la mia camera a chiave mi precipito giù dalle scale e la raggiungo.
Appena mi vede mi abbraccia ed esclama << Ciao Alexa sono così felice che hai deciso di dare una festa insieme a Jace!!!! Tutti avevamo bisogno di scatenarsi, senti che bella musica vieni andiamo!!!>> Quando finisce di parlare io sono imbambolata, io dare una festa?!? Con Jace!?! Che cosa ha detto quello sgorbio?!? Io non sono affatto d'accordo su dare una festa qui, in casa, oggi o qualunque altro giorno!!
Madison si accorge che non la seguo così mi guarda e improvvisamente sembra capire << Aspetta tu non ne sapevi niente non è vero?? Mi dispiace un sacco, ma sull' Twitt di Jace c'era scritto che ...>>
Non la lascio finire, mi riprendo dal mio stato di shock e dico << fammi vedere quel Twitt>> lei tira fuori il telefono e io glielo strappo dalle mani e vedo che ha ragione, "l invito" dice:"Sta sera a casa mia do una festa insieme alla ragazza nuova, portare chi volete, c'è abbastanza alcool e cibo per tutti. Inizia alle 22."
Non ci posso credere, quello stronzo se lo trovo lo uccido. Mi mando velocemente il Twitt via messaggio e poi mi infilo tra la folla per cercare quel fuori di testa di Miller. Dopo mezz'ora che lo sto cercando lo vedo davanti a un tavolo che sta bevendo da un bicchiere rosso insieme al gruppetto con cui era fuori dalla scuola l' altro giorno.
Quando lo vedo ridere e divertirsi come se niente fosse, come se nella casa che questi ubriachi stanno distruggendo non ci vivessero altre persone, e intendo che la stanno distruggendo letteralmente: hanno rovesciato sul divano del vino e poi per pulirlo hanno pensato bene di tagliare la parte rovinata con un coltellino così c'è metà dell' imbottitura sul pavimento, non ci vedo più, vado da lui, lo prendo per un braccio e lo porto in un posto con meno persone. Sento i fischi da parte dei suoi amici e il suo sorrisetto fastidioso, vediamo fin quanto sorride.
Appena arriviamo in giardino inizio ad urlare: << No ma dico sei impazzito?!? Hai dato una festa e hai detto che io sono d'accordo, come la prenderanno tuo fratello e Charlotte quando domani pomeriggio torneranno e vedranno la casa distrutta?!? Che sia chiaro io non mi prendo la colpa per una cavolata del genere. Perché su questo cavolo di Twitt - gli faccio vedere il telefono- hai scritto che facevi una festa con me?!?! Ti sembro dell'umore??>> Quando termino di parlare rilasso un po' i nervi, é stata una lunga giornata, dopo essermi sfogata mi sento subito meglio; lui mi guarda per qualche minuto poi dice <<Hai finito, vorrei tornare alla mia festa.>> << Sì ho finito e comunque il giorno perfetto per fare la festa era ieri, se stanno via 3 giorni il momento perfetto è il primo giorno così il secondo pulisci e il terzo restauri le cose rotte, lo sanno tutti... E smettila di bene mentre parlo mi infastidisce.>> Così dicendo prendo il suo bicchiere e lo rovescio per terra, mentre me ne vado sento:
<< Ehi quello non era alcool, era semplicemente thé insaporito con le ultime erbe indiane che mie erano rimaste, io non bevo molto quando do una festa, devo stare abbastanza lucido per controllare che non entrino persone indesiderate, che arrivi la polizia, che gli invitati entrino nella mia stanza o rompano qualcosa di insostituibile>> mentre continuo a camminare verso l'entrata della casa dico <<Spero che tu raccolga le erbe direttamente in India, così almeno non ti vedo per un po', e vedi di restarci più tempo possibile, tipo fino ai 90 anni, a quell'età probabilmente non riuscirai più a rompere le scatole>> finisco la frase, faccio l'ultimo scalino prima della porta finestra e mi giro per godermi la sua faccia, non sa come ribattere, come sempre ho vinto. Prima di proseguire per la mia strada prendo un bicchiere pieno di vodka alla pesca, credo, dalle mani di uno e butto giù tutto in un solo sorso, non ho intenzione di restare in camera, non riuscirei a fare niente con questo chiasso, e come ha detto Madison ho bisogno rilassarmi un po', ad Abby e a tutto il resto penserò domani, ora mi voglio solo divertire, mi giro ed entro.
Che la festa abbia inizio.
Certo che prima ti arrabbi e poi bevi vodka, sei proprio incoerente.
E questo è il mio ultimo pensiero prima di bere altri 4 bicchieri.
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Non c'è amore senza odio
Roman d'amourAbbandonata dalla madre quando era piccola, perde il padre in un incidente aereo, e la matrigna scappa senza un vero motivo; Alexandra Davis è costretta a trasferirsi dalla sorellastra, futura moglie del miliardario Ryan Miller. Il quale ha un frate...