Amaranta P.O.V.
Un raggio di luce filtrò dalla finestra, colpendomi in pieno viso. Mi rigirai dall'altra parte del letto, ma un senso di nausea mi pervase facendomi spalancare gli occhi di colpo. Mi alzai in fretta e furia tenendo una mano di fronte alla bocca. Appena arrivai in bagno, mi precipitai sulla tazza del water, sboccando l'anima. Quanto cazzo avevo bevuto la sera prima?
Quando capii che non sarebbe più uscito nulla dalla mia bocca, mi alzai dal pavimento, sul quale mi ero accucciata; sobbalzai, appena i miei occhi incontrarono il mio riflesso allo specchio. Avevo un aspetto orribile: il trucco tutto sbavato intorno agli occhi, questi ultimi leggermente gonfi. Mi affrettai a prendere un pad di cotone dall'armadietto ed imbeverlo di acqua micellare, passandolo poi sul viso, eliminando ogni traccia di mascara e eyeliner. Sciacquai velocemente il viso e lavai i denti, eliminando quel retrogusto acido che mi era rimasto in bocca.Scesi in cucina a prendere un bicchiere d'acqua da bere con un'aspirina: la testa mi stava scoppiando. Buttai giù le pillola sorseggiando il liquido fresco.
Sentii la porta di casa aprirsi e, dopo pochi secondi, la figura di mia sorella apparve sulla soglia della cucina. Dopo averle indirizzato un'occhiata veloce, posai il bicchiere vuoto sul tavolo e mi sbrigai a lasciare la stanza, senza rivolgerle la parola.Le parole che mi aveva urlato contro la sera prima mi rimbombavano ancora chiare in testa. Era stata cattiva gratuitamente e mi aveva ferita. Di ritorno nella mia stanza abbassai a metà la tapparella, buttandomi nuovamente sul letto, sperando che quel continuo martellare in testa sparisse velocemente.
A che ora ero arrivata a casa? Sicuramente mi ci aveva riportata Nam, non riuscivo a ricordare nulla della sera prima; i miei ricordi cominciavano a diventare offuscati dopo il terzo bicchiere di tequila sunrise, dopodiché era tutto un miscuglio di luci e corpi danzanti più simili a ombre. Oltre quello, il vuoto. Non mi capitava spesso di ubriacarmi in quel modo, ma in quel posto facevano dei cocktail squisiti e quindi forse mi ero lasciata prendere un po' la mano.
Tastai fra le coperte alla ricerca del cellulare, ricordando in seguito che probabilmente era ancora nella borsetta che avevo usato la sera prima. Con uno sbuffo, mi rialzai dal letto prendendola dalla scrivania sulla quale si trovava e frugandoci dentro trovai l'oggetto desiderato. Lo sbloccai, notando che c'era un messaggio della mamma in cui mi informava che lei e la zia Linda erano uscite per andare a cercare un nuovo armadio per quest'ultima, dato che il suo era troppo vecchio. Scorgendo l'ora in alto a destra, appresi che era da venti minuti passo il mezzogiorno, e che quindi fosse piuttosto presto. Oltre il messaggio di mia madre e uno promozionale da parte della mia compagnia telefonica, nessuno mi aveva cercato. Ero curiosa di sapere come fosse finita la serata, ma avrei chiamato Namjoon più tardi.
Mentre ero intenta a mettere il cellulare sotto carica, qualcuno bussò alla porta della mia stanza. Non risposi, sapendo benissimo che le uniche persone in casa fossimo io e mia sorella. Quest'ultima fece il suo ingresso poco dopo, trovandosi uno sguardo seccato da parte mia, al quale rispose abbassando lo sguardo. In mano aveva un vassoio con un piatto e un bicchiere di spremuta.
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Skins - Take Over Time. knj
FanfictionVi siete mai ritrovati a dover mollare tutto per inseguire un sogno? Amaranta Hernandez, 21 anni, ha soli tre mesi di tempo prima di catapultarsi in una realtà tutta nuova, lontana dalla famiglia, la sua città, e il suo migliore amico. Riuscirà in n...