09° {Prima Parte}

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Aloha people! Come state? Io benone. Grazie al cielo, il trasloco sta volgendo al termine.

Come sempre ho preso questo brutto vizio di pubblicare nel bel mezzo della notte, credo che ci abbia preso gusto ormai. Ringrazio tutti coloro che stanno seguendo questa storia, sto conoscendo persone fantastiche! Vi adoro♥

Detto questo, vi lascio al nono capitolo della storia. Ho deciso di dividerlo in 3 parti, ho in serbo molte sorprese per voi. *ride malefica*

Buona lettura, besitos, Aidi♥



Amaranta P.O.V.

Un altro mese era passato. Giugno ormai era agli sgoccioli: la scuola era finita, mia sorella aveva avuto i debiti, ma almeno era riuscita a recuperare qualcosa e a guadagnarsi la fiducia dei professori. Le giornate diventavano più lunghe e il caldo estenuante. L'estate era ufficialmente iniziata. Poco più di un mese, e sarei stata in volo. La Corea mi chiamava a gran voce. Dentro di me un senso di euforia iniziava le mie giornate; al contempo, una dolce tristezza cullava le mie nottate, facendomi vagare fra i ricordi di ciò che era stata la mia vita, la mia infanzia, la mia adolescenza e i miei giorni fino ad ora. Ero tristemente felice.

Da una parte c'era la mia imminente partenza. Dall'altra parte c'era Kim Namjoon.

Il mio migliore amico. Amico che da anni bramavo diventasse qualcosa di più. Più di un amico, più di un fratello. Più di una semplice cotta.

Amico che da un mese aveva iniziato ad uscire con Samantha. Avevo avuto il piacere di conoscerla, Sam, e purtroppo non avevo avuto nulla da dire.

Samantha Pierce era una ragazza comune e corrente. Di statura media, intorno al metro e sessanta, capelli e occhi di un castano scuro, sorriso bianchissimo contornato da sottili labbra rosee e un fisico minuto, con le curve nei punti giusti. E come se il suo aspetto fisico non bastasse, era pure gentile, non dava subito confidenza, ma una volta che ci prendeva la mano diventava sboccata, divertente e dolce al tempo stesso.

Sarebbe stata l'amica perfetta. Perfetta se non avesse puntato a Kim Namjoon.

Da quel mercoledì pomeriggio in cui mi aveva chiesto scusa per la sua piccola bugia bianca, aveva iniziato a frequentarla. Ero felice che avesse trovato una ragazza come lei, davvero, lo ero. Da un canto. Dall'altro... La odiavo a morte. Li odiavo entrambi. C'erano sempre due campane della storia. Da una parte questo, da una parte quello. Stavo impazzendo. La testa mi diceva che stava facendo la cosa giusta, che anche se avessi voluto io sarei partita a breve e sarei andata lontano, che non avrebbe avuto senso provarci per poi lasciarci senza aver nemmeno fatto metà strada.

Il cuore invece... era il cuore. Ribelle, batteva come i tamburi in una danza africana durante un rituale per la pioggia. Scandiva ogni colpo con feroce potenza, facendo traballare ogni emozione a suo piacimento. Mai in vent'anni avevo provato simili emozioni. E avevo paura che succedesse qualcosa. Non mi fidavo più del mio corpo, della mia lingua e delle mie parole. Ero diventata taciturna e distante con Nam. Eravamo estranei. Se aggiungiamo che, ogni volta che lo vedevo era insieme a lei, diventavo di pietra. La mia faccia era diventata una maschera in sua presenza. Sorridevo all'esterno, mentre dentro cadevo a pezzi, con le schegge che finivano dritte dritte nel mio cuore. Non potevo continuare così. Dovevo riprendermi: e in fretta.

Non potevo andarmene così. Ero Amaranta, la stessa ragazza gioiosa e allegra, piena di vita e ritmo nel sangue. Non dovevo scoraggiarmi. Dovevo vivere ogni secondo e godermi ogni istante. Non potevo farmi abbattere dall'amore non corrisposto. Non volevo.

Skins - Take Over Time. knjDove le storie prendono vita. Scoprilo ora