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Amaranta P.O.V.


La sera del falò

Ho deciso di indossare un abito bianco con spalline sottili stretto fin sotto al seno e che si apre in una gonna morbida sui fianchi fino alle caviglie, con uno spacco laterale sulla gamba destra. Ai piedi delle semplici infradito che avevo comprato quel giorno stesso, alle bancarelle di un mercatino, insieme a Lydia: erano bianche, decorate con strass e perline del medesimo colore. Non le avevo comprate solo perché erano molto carine, ma perché sulla suola era incisa una 'A'. Ciò mi aveva subito fatta tornare bambina: al mio passaggio sulla sabbia avrei lasciato la mia impronta, e la cosa mi eccitava particolarmente. Ne avevo prese un paio anche a Nam, di colore nero, con la sua iniziale. Gliele avrei date al nostro ritorno a casa, come souvenir. Sicuramente gli sarebbero piaciute, speravo solo che non le rompesse, visto il suo innato talento nel distruggere le cose.

Una volta vestita e dopo una leggera passata di trucco, indossai una coroncina di fiori colorati in testa, giusto per dare una nota di colore in mezzo a tutto quel bianco. Ero eccitata per quella serata. Era una vita che sognavo una cosa del genere: vestita di bianco per un falò sulla spiaggia. Faceva tanto cliché, ma era uno dei punti nella mia wishlist. E finalmente si stava per avverare.

"Siamo tutti pronti? Gli altri ragazzi ci staranno già aspettando!" Aaron fece il suo ingresso in salotto, richiamando l'attenzione di tutti i presenti. All'appello mancavano solo Lydia, Samantha e Namjoon, il quale apparve dopo pochi secondi dietro al fidanzato del rosso.

"Lydia, Sam! Vi manca molto?" urlò Dylan, sbuffando.

"Cazzo, non mettermi fretta!" strillò la rossa, dalla loro stanza. Ridacchiai, seduta comodamente sul divano.

"Arrivo!" urlò invece Samantha, dalla nostra camera.

"Dovreste prendere esempio da Amy che è già qui vestita e pronta!" urlò di nuovo il moro, indicandomi nonostante le dirette interessate fossero in altre stanze.

"Vuoi davvero comparare? Ha, non farmi ridere!" incrociai le braccia al petto, con tono snob. Il ragazzo rise, lanciandomi un cuscino. "Hey! Mi rovini il look!" lo ripresi, guardandolo arrabbiata. Lui ricambiò con una linguaccia.

"Ma smettila, sei bellissima, Black Barbie!" Jackson venne di fianco a me sul divano, cingendomi le spalle con un braccio. Gli sorrisi, dandogli una leggera gomitata sul fianco. "Lo so, Black Jack"

Sentii la nuca bruciare, e con la coda dell'occhio intravidi Namjoon intento a fissarmi senza remore, mentre stava in piedi appoggiato al muro. Deglutii nervosa, alzandomi dal divano e di conseguenza lasciando ricadere il braccio di Jackson, prima sulle mie spalle, sul divano.

"Vado a prendere un po' d'acqua" dissi, dirigendomi in cucina. Una volta nella stanza presi un grosso respiro, espirando lentamente l'aria fuori dai polmoni. Gli occhi di Namjoon mi destabilizzavano. Da quella sera in discoteca eravamo diventati l'uno il manicomio dell'altro. Fuori, dal punto di vista degli altri potevamo sembrare gli stessi amici di sempre, ma dentro, sapevo con certezza che ciò che mi provocano i suoi sguardi, potevo replicarlo allo stesso modo dentro di lui. Eravamo un continuo scambio di sguardi rubati, sfioramenti puramente "casuali" e sorrisi, tanti sorrisi di ogni genere. Da quelli dolci a quelli lussuriosi. Questi ultimi erano decisamente più da me; mi divertivo a vedere la reazione di Nam in quei casi: abbassava lo sguardo o scappava dalla stanza balbettando qualche parola sconnessa; nessuno sembrava accorgersene, ma io ero molto attenta a questo. Mi stava rendendo pazza, piano, ma ci stava riuscendo.

Skins - Take Over Time. knjDove le storie prendono vita. Scoprilo ora