13° {Prima Parte}

39 16 21
                                    


Amaranta P.O.V.

Il mio povero cuore era in subbuglio. Eravamo arrivate a casa da un quarto d'ora e non riuscivo a pensare ad altro che non fosse lo sguardo che mi aveva rivolto Nam dallo specchio di quel bagno che ci aveva visti insieme in un momento di passione travolgente. Al pensiero di nemmeno un'ora prima mi tremavano ancora le gambe. Non era stato un sogno, era successo davvero. Speravo solo che quella sera filasse liscia come l'olio. Lo speravo davvero tanto.

Nam aveva precisato che avremmo cenato da lui. Nonostante fossi praticamente cresciuta a casa sua ed essendo consapevole di avere mille vestiti lì, misi un cambio dentro al mio pratico zainetto. Insomma, dovevo essere preparata al peggio, no? Saremmo stati soli e lo sapevo con certezza: i signori Kim, genitori di Namjoon, si erano assentati da qualche giorno per fare una piccola visita alla loro figlia al college e poi sarebbero partiti per le Barbados. Per farla breve, sarebbero stati via a lungo. La signora Hye Jin, però, mi aveva assicurato che sarebbero tornati prima della mia partenza per salutarmi come si deve e darmi delle dritte sui luoghi da visitare.

Non sapevo cosa sarebbe successo quella sera, ma di una cosa ero sicura: qualunque cosa fosse stata me la sarei goduta al massimo. Avevo desiderato il mio migliore amico per troppi anni: trattenermi ora sarebbe stata la cosa più sciocca che avrei potuto fare. Un rancore che mi sarei portata dietro oltremare.


* * *


Namjoon P.O.V.


"Tom, ci vediamo domani, amico!"

"Buona serata, fratello!"

Alleluia. Quel turno infinito era finalmente giunto al termine. Ero agitato? Cazzo, se lo ero. Il mio corpo era in fibrillazione, avevo l'adrenalina che correva a mille. Dovevo calmarmi, altrimenti avrei combinato un disastro. Ero già il dio della distruzione da calmo, figuriamoci da agitato. Presi un respiro profondo, salendo in macchina. Misi in moto accendendo la radio, picchiettando le dita sul volante a tempo con la musica che veniva mandata in onda. Avevo detto ad Amy che sarei passato a prenderla dopo un'ora e mezza mentre eravamo in bagno; avevo quindi sotto inteso che sarei passato subito da lei dopo il lavoro. Dentro di me un dubbio mi fece aggrottare le sopracciglia: avevo del cibo in casa? Da quando i miei erano partiti avevo lavorato tutti i giorni e molto spesso i turni comprendevano gli orari di pranzo e cena, quindi non mi ero premunito di fare la spesa.

Decisi quindi di fare un salto al ristorante messicano preferito di Amy, sicuramente l'avrebbe fatta contenta. Una volta dentro presi tutto ciò che le piaceva, partendo dal semplice pollo alla carne più pregiata, non avrei fatto eccezioni per lei. Volevo renderla felice e «per far breccia nel cuore di una ragazza devi passare dallo stomaco», mi aveva sempre detto mia madre. Chissà come stava la mia sorellina, speravo che si stessero divertendo tutti insieme. Mi mancava averla in casa e litigare per qualsiasi cosa; nonostante ciò le volevo un bene dell'anima.

Arrivai a casa della riccia con un ritardo di quindici minuti, tutto quel take away mi era costato caro e mi avevano fatto aspettare a lungo, ma di sicuro una volta in macchina lo avrebbe capito e mi avrebbe perdonato all'istante. O almeno speravo. Le inviai un messaggio su Whatsapp dicendole di essere fuori casa sua, che lasciò in visualizzato. Dopo pochi minuti scorsi la sua figura avvicinarsi con calma verso la vettura. Entrò in macchina, rivolgendomi un broncio che mi fece venire voglia di strizzarle le guance da quanto era tenera.

"Sei in ritardo" incrociò le braccia al petto, imitando una voce da bambina. "Niente bacio?" le chiesi, mentre mettevo di nuovo in moto in direzione di casa mia. Con la coda dell'occhio la vidi scuotere la testa cercando di trattenere un sorriso. "Non te lo meriti" mormorò, facendomi scappare un sorriso. "Quando arriveremo a casa ti pentirai di questo affronto" la minacciai, dispiaciuto di essere alla guida per non poter scorgere l'espressione sul suo viso. Rise leggermente, avvicinando la mano ai comandi della radio. Continuò a cambiare stazione finché non trovò una canzone dei Maroon 5, che però non fece in tempo ad ascoltare perché ormai eravamo arrivati a casa mia.

Skins - Take Over Time. knjDove le storie prendono vita. Scoprilo ora