7. Una birra di troppo

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"Sei ancora a letto?" Chiese Fiona mentre con la mano accarezzava il braccio del fratello da sopra le coperte

"Si e non ho intenzione di muovermi" La voce del ragazzo era soffocata dalle lenzuola 

"Cosa posso fare per aiutarti?" La sorella maggiore si stese accanto a lui avvolgendo un braccio intorno al suo corpo

"Tu, niente" confessò con aria triste 

Lei capì. Non cosa fosse successo tra Ian e Mickey, ma capì che il fratello aveva bisogno d'affetto e non di domande. Rimase quindi ferma insieme a lui, stesa sul letto, per tutto il tempo che Ian glielo permise. Non si dissero una parola e nonostante nell'aria si potesse sentire l'angoscia e la tristezza del più piccolo per lui era confortante, era confortante sapere che qualcuno gli voleva bene. 

I Gallagher non sono una famiglia che manifesta i loro sentimenti, eppure Ian sapeva di poter sempre confidare nell'aiuto e nell'appoggio dei fratelli. A loro non importa cosa possa essere successo, ci saranno sempre in caso di bisogno. 

Ian a quel pensiero sentì il cuore alleggerirsi un po', ma la sensazione durò giusto qualche secondo, ricordandosi l'accaduto. Lui non avrebbe mai voluto spaventarlo o fargli credere cose non vere. Non che non ne avesse voglia in quel momento ma non era niente di importante, era completamente insignificante.

Ian Gallagher non si fa certo problemi a scopare con uno sconosciuto, tanto che aveva lavorato come ballerino in un locale gay. Fiona era convinta fosse per il bipolarismo, che lo portava a fare cose assurde, ma fatto sta che a Ian non dispiaceva affatto. 

Adesso però si sente in colpa. Non sapeva che Mickey Milkovich potesse essere veramente interessato a lui in quel senso e lo aveva fatto solo per provocarlo, ma adesso... Adesso non sapeva cosa fare. Aveva bisogno di lui. 

Aveva bisogno del suo medico, l'unico che l'avrebbe capito. Mickey non è come gli altri dottori che ti trattano come una cavia da laboratorio, no lui ci tiene veramente ai suoi pazienti. E pensare che gli ha portato un'intera scatola di ciambelle solamente per farlo sentire meglio dopo il suo attacco. 

Ian non aveva intenzione di perderlo perché sapeva di aver veramente bisogno di una persona così nella sua vita. 

"Se vuoi posso provare a richiamarlo" Propose Fiona speranzosa 

Ian ritornò immediatamente con la testa alla realtà e ci mise qualche secondo prima di capire le parole della sorella. Poi rispose in un sospiro 

"Non ne vale la pena. Non vuole più rivedermi" 

"Posso chiederti cos'è successo fra voi due? Sembravate andare d'accordo" Disse Fiona

"No, non puoi" 

Si sentì leggermente ferita sentendo quelle parole, in fondo stava solo cercando di capire. Poi però si ricordò che Ian non lo faceva con cattiveria, lui aveva momenti buoni e altri cattivi, e questo non era di certo uno dei suoi momenti migliori.

Era decisa a fare qualcosa, non poteva lasciare il fratello in quelle condizioni, doveva aiutarlo. 

Rimase coricata accanto al rosso fino a tardo pomeriggio, finché non capì cosa doveva fare. 





Se c'è una cosa che non mi è mancata dell'alcool è la nausea mattutina. Sono disteso sul letto da fin troppe ore ormai e il mio stomaco fa i capricci. Non mangio da quasi ventiquattr'ore e questo non mi aiuta affatto con il mio fastidio.

You're not insane | Gallavich |Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora