Sono passati un po' di giorni dal mio ritorno in clinica e la situazione sembra tranquilla. Ian si è stabilizzato ma gli abbiamo comunque prolungato la permanenza di una settimana per essere sicuri che stia veramente bene. Avevo provato a dire ai miei colleghi che prendeva le medicine e che era sempre presente per le varie sedute ma non mi hanno dato ascolto, non vogliono rischiare. E infondo non mi dispiace avere il rosso tra i piedi. è l'unico paziente con cui posso scherzare tranquillamente e mi alleggerisce un po' la giornata.
C'è qualcosa che però non mi fa stare in pace. Un sogno che continuo a fare da giorni:
Sono disteso nel nulla, mi guardo intorno e l'unica cosa che vedo è il nero. Tutto intorno a me è come se non esistesse e sento una forte angoscia crescere dentro di me. Mi alzo in piedi e mentre cerco di capire dove mi trovo tutto sembra diventare più chiaro, e la stanza prende una forma precisa.
Sono in un negozio e mi sembra di vedere tutto dalla prospettiva di un bambino, gli oggetti e le persone mi appaiono più grandi del normale. Tutto è tranquillo finché poi non sento uno sparo. Il mio cuore inizia a battere forte fin quando non sento delle urla, una voce è più forte delle altre.
Il sangue si espande velocemente intorno a me ma non sono io a sanguinare, e non riesco a capire da dove venga. Mi butto sulle ginocchia, mi tolgo la maglietta e cerco invano di pulire per terra, ma il flusso è abbondante e non riesco a fermarlo in nessuna maniera.
Quella voce continua ad urlare disperata, forse è la persona che è stata ferita o solamente sta cercando di chiedere aiuto, io però riesco solo a sentire la disperazione nella sua voce. Non riesco a capire se sia una donna o un uomo e la cosa mi intimorisce parecchio. Avrei tanta voglia di piangere e di mettermi ad urlare insieme a quella persona ma non posso, non ne sono capace.
Nel momento in cui sto quasi per gettarmi a terra frustrato, sento una mano sfiorarmi la spalla sinistra. Mi volto di scatto ma non c'è nessuno, giro di nuovo la testa e finalmente si fa vedere. Non che io riesca a distinguere il suo volto o il suo sesso ma comunque mi sembra qualcuno di familiare. La figura poi inizia a correre lontano da me e preso dalla disperazione la seguo, ho bisogno del suo aiuto. Ho bisogno di sapere di chi fosse il sangue e come fare a dargli una mano, e non so perché ma in quel momento sono sicuro che quella figura sia la risposta a tutti i miei dubbi.
E come sempre arrivato a questo punto del sogno mi sveglio di colpo, sudato e agitato. Con un senso di vuoto che mi percorre dalla testa ai piedi e molte domande che mi ronzano per la testa.
Di chi è il sangue? Chi è che urla in quel modo? E soprattutto chi è quella figura e perché sento che debba trovarla?
Mi passo una mano tra i capelli per allontanarli dalla fronte, siamo in pieno inverno ma da quando faccio questo sogno continuo a sentire caldo mentre dormo. Mi tolgo le coperte da sopra il corpo e mi stendo di nuovo sul letto. Non so che ore sono ma posso benissimo vedere dalla finestra che ancora non è apparso il sole.
Faccio dei respiri profondi mentre cerco di riprendermi. Sento ancora il cuore battere forte ma comunque la sensazione di smarrimento sta svanendo piano piano, per lasciare il posto alla perplessità.
Io sono fatto così, voglio sempre sapere tutto e subito. Non mi piace quando le cose non mi sono chiare e cristalline. Forse è anche per questo che ho scelto psicologia, per imparare a capire meglio le persone. Ed è anche per questo che non riesco ad esprimere i miei sentimenti, per paura che non siano ricambiati.
Certi aspetti del carattere non cambiano tanto facilmente, e per quanto io abbia studiato la psiche umana, la mia per me rimarrà sempre un mistero. Per questo poi non me la prendo quando le persone mal interpretano le mie parole
STAI LEGGENDO
You're not insane | Gallavich |
FanficMickey ha conosciuto e aiutato decine e decine di pazienti nella clinica in cui lavora, eppure mai nessuno gli ha creato così tanti problemi come l'ultimo arrivato. Almeno non nel senso in cui pensano tutti...