12. Tana Milkovich

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In un altro momento mi avrebbe dato fastidio una risposta del genere ma non adesso. Non conosco Ian da molto ma mi basta sapere che è uno di quei momenti in cui si perde nei suoi pensieri e non vuole essere disturbato. Gli è già successo durante qualche seduta e ho imparato a mie spese che provare a riportarlo nel mondo reale lo fa solamente infuriare. Quando è pronto te lo dice lui, devi solamente avere pazienza. 

Ci vogliono più o meno venti minuti prima che ricominci a parlarmi, venti minuti in cui mi chiedo se stia bene. Solitamente ci mette solo un paio di minuti prima di risvegliarsi ma oggi sembrava non averne nessuna voglia. Il che mi ha preoccupato parecchio, visto che siamo scappati e che se gli succede qualcosa è completamente colpa mia. 

"Allora Doc, dove andiamo di bello?" dice poi guardandomi 

Io lo scruto qualche secondo per cercare di capire se si sia totalmente ripreso e quando capisco che sta bene parlo. In realtà non ho la più pallida idea su cosa fare o su dove andare. 

"Hai architettato tu questo piano, non hai pensato a cosa fare?" chiedo con un ghigno 

"In realtà non pensavo che saremmo riusciti ad uscire veramente dalla clinica" confessa facendo spallucce

"Non avevi fiducia in me?" chiedo fingendomi offeso 

Il rosso però si ferma di botto, mi fissa negli occhi e poi ricomincia a parlare 

"Non lo rifarò più" e poi riprende a camminare come se nulla fosse 

Ian è così difficile da capire. è il primo paziente che non riesco a comprendere fino in fondo. Lui ha sempre atteggiamenti contraddittori  o senza senso, come adesso. Prima pianifica tutta sta cazzata per farmi rilassare o minchiate del genere e poi non crede veramente nella riuscita. Prima è tutto allegro ed elettrizzato e poi si rinchiude nei suoi pensieri. So che è bipolare ma cazzo datti una regolata. Non esiste laurea al mondo che mi permetta di capire la mente di Ian Gallagher.

"Una birra?" chiede tranquillamente 

"No no, non puoi bere se prendi il litio, ti intossica il sangue, cazzo. Ti butta a terra in due secondi..." cerco di spiegargli ma sento un pugno colpirmi la guancia prima di riuscire a finire la frase 

"Ma che cazzo?" urlo mentre mi tocco la guancia 

Ian mi ha colpito, così dal nulla! Adesso lo ammazzo sto stronzo del cazzo

"Non sono scappato dalla clinica per sentirmi dire cosa posso o non posso fare da un dottore. Quindi non trattarmi come un tuo paziente" grida di rigetto 

"Se la mettiamo così" lo colpisco ricambiandogli il favore 

Si passa la mano sulla bocca e vede del sangue uscirgli dal labro inferiore. Inizia a ridere 

"è questo che intendevo, cazzo!" urla, ma questa volta contento 

Lo guardo scioccato per un po' finché la sua risata non mi contagia 

"Sei un deficiente, lo sai vero?" gli chiedo retoricamente 

"E ne vado fiero" sorride 

"Andiamo" 

Lo prendo e lo trascino da un braccio. E anche se non mi piace ammetterlo ho ancora un sorriso stupido stampato addosso. 

"dove?" mi chiede incuriosito ma comunque non si fa problemi a seguirmi 

"A casa mia, devo medicarti il taglio" 




Ian Gallagher si sentiva come non mai con Mickey al suo fianco. Il rosso sapeva che il ragazzo stava entrando nella sua vita con una calma e una lentezza insopportabili. Eppure non gli dispiaceva. Sapeva che se fosse entrato di colpo sarebbe stato più doloroso una volta che se ne fosse andato via. Perché tutti se ne vanno prima o poi. 

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