8. Fuck Gallagher

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Non mi sento ancora benissimo ma oggi è venerdì e devo tornare al lavoro. Rivedere Ian Gallagher non mi entusiasma ma è pur sempre un ragazzino, e io non posso permettermi di perdere il lavoro per lui. La clinica è l'unico luogo che mi ha dato l'opportunità di mettermi veramente in gioco e non posso rinunciarci, non adesso che la mia vita sta prendendo un senso. 

Ieri sera non ho dormito molto eppure non mi sento stanco. Sarà che ho passato praticamente tre giorni coricato sul letto o disteso sul divano, ma adesso mi sento stranamente energico. Certo la nausea non sembra volermi abbandonare, ma dopotutto non è uno schifo totale. 

Sono le sette e io attacco alle otto quindi me la prendo leggermente comodo. Per la prima volta da giorni faccio una colazione decente, e non con gli avanzi della sera prima. Mi preparo un caffè italiano, uno di quelli forti, e spalmo su una fetta biscottata del burro con della marmellata alle ciliegie. Non sono un amante della marmellata eppure quella alle ciliegie mi fa impazzire, forse perché mia madre me la preparava sempre quando era ancora viva. 

Mia madre... non ricordo molto com'era. Ero piccolo quando è morta e più passa il tempo più nella testa mi rimane solo un'immagine sfocata della sua persona. Ricordo i suoi capelli neri lunghi che profumavano di mela verde e le sue mani morbide, mi piaceva quando mi teneva la mano per andare a scuola. 

Ormai non riesco più a mettere a fuoco il suo volto ma ci sono cose che sono rimaste impresse nella mia mente, come quando mi preparava la marmellata di ciliegie. Prima le raccoglievamo dall'albero nel giardino della casa in cui lavorava, e poi la guardavo mentre le lavava e di nascosto ne mangiavo anche qualcuna. Non potrò mai dimenticare l'odore che si sentiva in tutta la casa, unico e inimitabile. 

Eravamo quasi una famiglia normale ma poi dopo la sua morte tragica tutto cambiò. Mio padre si rivelò per quello che era e io e i miei fratelli fummo trascinati da lui su una cattiva strada. Io fortunatamente ne sono uscito ma Iggy e Colin hanno deciso di continuare la tradizione di famiglia. 

A volte mi manca mia madre, se ci fosse stata lei probabilmente la mia vita sarebbe stata più facile. Ancora non riesco a capire per quale strana ragione avesse sposato Terry ma in fondo tutti facciamo degli errori. Solo che lei se n'è resa conto troppo tardi. 

Quando finisco la mia colazione sono già le sette e mezza quindi mi lavo in fretta i denti e mi preparo psicologicamente per il rientro in clinica. 

Il treno questa mattina è stranamente silenzioso. Ci sono poche persone e sono tutte impegnate a pensare ai fatti loro per rendersi conto di quanto stramaledettamente agitato io sia in questo momento. Spero solo di non ricevere troppe domande dai miei colleghi ficcanaso. Non ci sopportiamo eppure sembrano sempre così interessati a conoscere i miei drammi, non che non li sappia già mezza Chicago.

Ora però mi godo la tranquillità fin quando dura, so già che sarà una giornata pesante 




Ian Gallagher era ancora coricato a letto quando entrò l'infermiera di turno per convincerlo a prendere le sue medicine. Era una vecchia signora, così vecchia che sembrava essere in quel posto da quando era stato fondato, nel 1886. 

"Devi prendere le tue medicine, niente storie" insisteva la vecchia 

"No" Si limitava a dire il ragazzo dai capelli rossi 

"Ringrazia Dio di essere nel 2018. Quarant'anni fa ti avrei legato ad una sedia e ti avrei costretto ad ingoiare questa pillola ti avrei lasciato in quel modo per un paio di giorni, così non ti saresti più lamentato" 

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