11. Una persona come te

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"fatto" urla il rosso quando ha finito e io mi volto

Quello che vedo è un po' buffo, i miei vestiti gli vanno larghi ma allo stesso tempo corti. È dura da ammettere ma Ian è più alto e più magro di me, e si nota. Ridacchio un po' mentre cerca di tirare più in basso possibile i pantaloni, ma lui non sembra notarlo

"mi piace questa felpa, la terrò" afferma mentre mette le mani nelle tasche

La sua non era una richiesta, non mi stava chiedendo il permesso. Ian mi stava solamente avvertendo che si sarebbe tenuto la mia felpa, ed a essere sincero non mi dispiaceva. Solitamente mi dava un sacco fastidio quando Iggy prendeva i miei vestiti senza chiedermelo e poi fingeva fossero sempre stati suoi. L'ultima volta l'avevo pestato così forte che non l'ha più rifatto.

Adesso invece, vedendo Ian con i miei vestiti, non provo altro che tenerezza. E anche se so che mi pentirò anche solo di averlo pensato, lo rendono così fottutamente sexy. 




Ian Gallagher si sentiva a disagio. Non gli capitava da un po' e non è una bella sensazione. Percepiva lo sguardo di Mickey bruciargli addosso, e se non fosse stato lui avrebbe pensato che lo desiderasse. Sarebbe stato bello sapere che il moro lo ricambiava e poter scopare, propio in quel momento, proprio in quel luogo dove tutto ebbe inizio.

Questa era sicuramente la scena che Ian fantasticava di più. Quanto gli sarebbe piaciuto potersi fare Mickey Milkovich su quel prato.





Mi capita spesso di pensare a cosa sarebbe potuto succedere quel lunedì pomeriggio se non fossi scappato via.

Dopo essermi fatto trasportare dal piacere avevo allontanato Ian via dal mio corpo ed ero fuggito, troppo spaventato per restare.

Chissà cosa sarebbe potuto succedere se fossi rimasto lì insieme a Ian. Forse avremmo fatto sesso... O forse a pugni, non si può sapere.

Quello che però so è che se avessi iniziato non mi sarei fermato. E questo mi terrorizza. Mi terrorizza scoprire cosa significano veramente i miei pensieri, o peggio, i miei sentimenti.

Per il momento so soltanto che per qualche strana ragione non riesco a negarmi a Ian. Con la storia dello scappare per esempio, e credo non riuscirei a negarmi nemmeno a letto. 

So che è sbagliato, so che è da froci, ma voglio scoparmi Ian Gallagher.  

"Dove andiamo?" mi richiama dai miei pensieri il rosso

"Pensiamo prima a come uscire senza essere beccati" 

Ian si limita ad annuire e a guardarmi, quasi aspettasse il mio permesso per fare qualsiasi cosa.

"Hai qualche idea?" mi chiede poi 

"Limitati a mettere il cappuccio e a tenere la testa bassa." 

Lui annuisce e fa come gli ho detto. Poi ci incamminiamo di nuovo verso l'interno della clinica. C'è solo un'uscita e ci si arriva solo dall'interno, purtroppo. Il difficile sarà passare la reception, perché le guardie al cancello non faranno problemi a farci uscire. 

Passiamo dalla sala comune senza problemi, nessuno sembra fare caso al ragazzo accanto a me. è quando vedo Fiona avvicinarsi a noi che mi agito. 

"Mickey!" mi urla mentre cerco inutilmente di fingere di non averla vista 

"Non alzare la testa per nessun motivo al mondo" sussurro a denti stretti ad Ian mentre di scatto lo faccio appoggiare al mio petto

You're not insane | Gallavich |Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora