Capitolo 7

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Io, Becky e Rider avevamo appena finito di montare tutti i mobili che avevo acquistato   5 ore prima...

Adesso sono quasi le 21 e abbiamo ordinato da mangiare a domicilio.
Io, da brava italiana che sono, ho optato per una pizza mentre Becky e Rider hanno ordinato del sushi.

-Sono sfinita! - dissi lasciandomi cadere sul divano a "u" giallo senape appena montato.

Becky fece lo stesso lasciandosi cadere accanto a me, le sfuggì un gremito e io e Rider scoppiammo a ridere.

Io incrociai il suo sguardo, ma lo distolsi subito, il più in fretta possibile.

-Ehi Rider, quanti anni hai? - gli chiese Becky rompendo il silenzio che si era formato dopo il nostro scambio di sguardi, -Dove vai a scuola? -

-Beh... Io vado nella vostra stessa scuola, credo...C'è un unico college in città, quindi...Comunque ho vent'anni.
Sono al terzo anno.

-Allora ci incontreremo sicuramente nei corridoi! - gli rispose felice Becky.

-Già... - commentai poi con un fil di voce.

L'arrivo del cibo interruppe poi il nostro discorso.

Stavo per alzarmi per andare ad aprire quando Becky mi bloccò.

-Tu adesso resti qui a parlare con lui okay? Non fare l'asociale. Solo perché ti piace non significa che lo devi ignorare.- mi sussurrò lei nell'orecchio prima di gridare un arrivo al ragazzo che ci portava il cibo e di correre ad aprirgli la porta.

La fissai con la bocca aperta... mi piaceva Rider?!

Che sciocchezza.

Lo conoscevo da poco e non sapevo ancora cosa pensare di lui, a volte sembrava il ragazzo più dolce del mondo altre invece si comportava da stronzo.

È carino, certo non posso negarlo, però il suo comportamento non mi giustifica, oggi è stato così carino con noi...

-Ti posso fare una domanda?- parlammo all' unisono.

Io arrossii subito mentre lui abbassò lo sguardo.

-Vai tu? - gli chiesi questa volta senza diventare rossa come un peperone.

Yee, sto migliorando.

-Vado io.- mi rispose lui.

-Sei figlia unica? - mi domandò.

Ero sorpresa.

Tra tutte le domande che poteva farmi, proprio quella doveva scegliere?

Vabbè, tanto vale rispondere.
-È un po' complicato- iniziai - Mio padre è morto 6 anni fa. Avevo 12 anni.-degluti, poi ripresi a parlare- mia madre fa il cardiochirurgo e due anni fa incontrò Robert ad un seminario a Portland.

Hanno iniziato a parlare, poi una cosa tira l'altra e hanno iniziato ad uscire.

Tre mesi fa si sono sposati e io mi sono ritrovata a vivere con tre fratellastri sotto le stesso tetto.

Abbiamo abitato per due mesi in Italia, poi per alcuni problemi di lavoro ci siamo spostati qui.-

-Wow- commentò lui.

-Già. Ci sono i due gemelli, hanno due anni in meno di me.

Si chiamano Zack e Spencer.
Sono identici. Non sai quanto è sono stressanti.
Continuano a farmi scherzi di ogni tipo e a piombare in camera mia senza neanche bussare.

O se lo fanno non aspettano risposta, entrano e basta.
Poi c'è Reed.
Ha la tua età, penso.
Lui è ancora più stronzo dei fratelli...
Non so se riesci a capirmi.
Lui ce l'ha con il padre per essersi risposato. -

-Tranquilla, ti capisco benissimo.
Io ho tre  fratelli maschi, rispettivamente di 23, 21 e 16 anni e una sorellina di sette anni.

-Davvero?

-Sì. Quando li vado a trovare, è sempre un casino.
Alex e Cameron, sono i fratelli maggiori, tornano poco a casa mentre l'altro mio fratello, Austin abita ancora con i miei genitori.
Alex è il maggiore, poi c'è Cameron, io, Austin e la piccola Cadence.

Lei è la principessa di famiglia.

Abitiamo a Portland, quindi è facile fare avanti e indietro ogni weekend, sono solo due ore di macchina, se prendo l'autostrada.

-Anche noi abitiamo a Portland.
Reed va lì al college.

Lo vedo poco, e sarò cattiva ma ne sono abbastanza felice.
I gemelli mi bastano.
Il mio patrigno invece, Robert, è simpatico.

-Sei felice di essere venuta qui?- mi domandò lui, fissando le miei iridi azzurre.

-Un po' sì.
Poi non devo sopportare Zack e Spence tutto il giorno.

Lui rise sorridendomi, poi Becky ci raggiunse e mi lanciò un occhiata allusiva facendo un gesto col capo in direzione di Rider.

Io le sorrisi e arrossii di nuovo.

-Sai, sei carinissima quando arrosisci.- mi disse Rider.

Io lo fissai, seguendo lo con lo sguardo mentre andava a prendere le bibite nel mini frigo in cucina.

Davvero mi aveva appena detto che ero carina?
Arrossii di nuovo, stupidamente.

Stentai a crederci.

Cioè, non è che io sia brutta, ma non sono neppure uno schianto.

Ho gli occhi azzurri e i capelli castano chiaro, con riflessi dorati, gli zigomi alti e labbra carnose.

Sono alta circa un metro e settanta, ho le gambe lunghe e un bel sedere, ho le curve al punto giusto...

So di essere carina ma nessuno (soprattutto un ragazzo) mi aveva mai detto di esserlo.

Sorrisi  a quel pensiero.

Rider arrivò con le nostre bibite, poi trascorremmo il resto della serata scherzando e guardando film su Netflix.

Ogni tanto vedevo Rider che mi fissava.

Una volta gli sorrisi pure.

Poi Rebecca, verso le 23:45 tornò al dormitorio.
Il giorno dopo doveva prendere le sue cose e venire qui, ma prima doveva avvisare la segreteria dicendo che aveva trovato un altro alloggio disponibile.

Poi saremmo tornate a fare shopping per comprare le cose per la sua stanza e gli utensili per la cucina.

Dopo che se ne andò abbracciandomi e dando un bacio sulla guancia a Rider, io e lui restammo soli. L

Mi diede una mano a risistemare l'appartamento, poi mi salutò anche lui e mi disse che sarebbe passato l'indomani mattina per sistemare la cucina.

-Ciao piccola... Buona notte.-mi salutò dandomi un bacio sulla fronte e io sentii un brivido percorrermi lungo tutto il corpo.

Lui se ne andò, questa volta senza sbattere la porta.

Voglio Ricominciare da TeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora