Conseguenze

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Fabrizio spense la macchina prima di chiudere gli occhi e sospirare.
Non aveva idea di cosa sarebbe accaduto una volta oltrepassata la porta di casa di Giada.

Appena aveva sentito la sua richiesta, l'angoscia si era impossessata di lui ed era mancato poco che non scappasse in macchina per raggiungere Roma il giorno stesso.

Aveva avuto paura che potesse essere successo qualcosa ai suoi piccoli, proprio mentre non c'era e ne era sicuro: se fosse stato così non se lo sarebbe mai perdonato.

Per fortuna Ermal era scattato insieme a lui e gli aveva impedito di compiere quella pazzia, suggerendogli invece di ascoltare quello che la sua ex compagna aveva da dire.

Gli si era seduto accanto e gli aveva stretto la mano tremante, per cercare di dargli il suo supporto.

Ovviamente quei due gesti non erano sfuggiti agli sguardi attenti delle due donne della famiglia Meta, che si erano lasciate andare in commenti in albanese – che, la sera, il cantante gli aveva poi tradotto con non poco imbarazzo.
Quando furono detti però, lui non ci aveva neanche fatto caso, troppo concentrato sulla sua preoccupazione. Preoccupazione che fu spazzata subito dopo dalla voce della donna che gli aveva detto di calmarsi e di farla finire di parlare, prima di partire in quarta col rischio di qualche incidente.

Così aveva scoperto che non era successo niente. I suoi musicisti lavoravano tranquillamente anche senza di lui e i bimbi stavano bene, almeno fisicamente. Emotivamente invece...

Ecco cosa aveva spinto Giada a chiamarlo: Libero.

Anita stava soffrendo la lontananza del padre, ma non più di quando aveva i concerti, soprattutto dopo averlo sentito il suo mondo era diventato di nuovo luminoso, e aspettava con pazienza che tornasse.
Suo figlio invece, forse perché più grande e perspicace, l'aveva presa molto peggio. La donna gli aveva raccontato che quella mattina Libero lo aveva guardato con una strana luce negli occhi, prima di chiedere quando sarebbe tornato. Lei ovviamente gli aveva risposto che ancora non lo sapeva con precisione perché doveva passare da Ermal e lì il suo piccolo era scoppiato. Curioso, aveva chiesto perché, rendendosi conto solo con il sospiro che lo raggiunse subito dopo che non era stata una mossa saggia.

Istintivamente aveva abbassato il volume della chiamata, così da evitare che l'albanese potesse sentire: non voleva nascondergli nulla ma, non sapendo quello che Libero aveva detto, temeva che fosse qualcosa per cui poi si sarebbe potuto preoccupare e non voleva. Aveva già altro a cui pensare, non anche alle ansie di suo figlio.

E meno male che aveva agito in quel modo, perché subito lei gli aveva riferito ciò che era stato detto ed aveva fatto dannatamente male.

Libero aveva detto di odiare Ermal. Aveva detto di non poterne più, che lo metteva sempre al primo posto. Aveva detto che, se suo padre non voleva più vederli, sarebbe bastato dirlo.

Si era sentito malissimo, come se lo avessero pugnalato in pieno petto. Per un solo secondo era stato convinto di svenire, ma aveva subito accantonato quel pensiero, molto più deciso a seguire il rinnovato istinto di tornare a Roma il prima possibile.

Di nuovo, Giada gli aveva intimato di non muoversi perché avrebbe solo peggiorato la situazione. Era sicura che Libero avrebbe frainteso e pensato che suo padre era tornato lì per sensi di colpa e non perché volesse davvero.

Così, invece di assecondare il suo cuore aveva preferito ascoltare la sua ex ed era rimasto a Bari.

Per fortuna sia il suo compagno che Miria erano stati capaci di farlo distrarre e far passare il tempo. La bambina non aveva fatto altro che reclamare la sua attenzione in ogni secondo ed era stato abbastanza divertente, ma mai quanto Ermal che cercava in tutti i modi di corromperla ad andare da lui e lasciar star "quel brutto coso colorato". Non credeva che sarebbe mai arrivato un momento nella sua vita in cui avrebbe visto l'albanese geloso, ma era successo e oh sì, glielo avrebbe rinfacciato a vita. Soprattutto perché i suoi tentativi erano stati per lo più vani - e sì, a un certo punto aveva davvero sentito Sabina dire "Il fascino del papà".

Tra le luci di Roma | MetaMoroDove le storie prendono vita. Scoprilo ora